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M’Cheyne Bible Reading Plan

The classic M'Cheyne plan--read the Old Testament, New Testament, and Psalms or Gospels every day.
Duration: 365 days
La Nuova Diodati (LND)
Version
2 Cronache 33

33 Manasse aveva dodici anni quando iniziò a regnare, e regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme.

Egli fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, seguendo le abominazioni delle nazioni che l'Eterno aveva scacciato davanti ai figli d'Israele.

Egli riedificò gli alti luoghi che Ezechia, suo padre, aveva demolito, eresse altari ai Baal, fece gli Ascerim, e si prostrò davanti a tutto l'esercito del cielo e lo serví.

Eresse pure altari nella casa dell'Eterno, della quale l'Eterno aveva detto: «Il mio nome rimarrà in Gerusalemme per sempre».

Costruí altari a tutto l'esercito del cielo nei due cortili della casa dell'Eterno.

Fece anche passare i suoi figli attraverso il fuoco nella valle del figlio di Hinnom; praticò la magia, la divinazione e la stregoneria, e consultò i medium e i maghi. Si diede interamente a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno, provocandolo ad ira.

Mise addirittura un'immagine scolpita, l'idolo che aveva fatto, nella casa di DIO, della quale DIO aveva detto a Davide e a Salomone, suo figlio: «In questa casa e a Gerusalemme, che ho scelta fra tutte le tribú d'Israele, porró il mio nome per sempre;

e non farò piú errare il piede d'Israele lontano dal paese che ho assegnato ai vostri padri, purché essi abbiano cura di mettere in pratica tutto ciò che ho loro comandato, secondo tutta la legge, gli statuti e i decreti dati per mezzo di Mosè».

Ma Manasse fece sviare Giuda e gli abitanti di Gerusalemme inducendoli a fare peggio delle nazioni che l'Eterno aveva distrutto davanti ai figli d'Israele.

10 L'Eterno parlò a Manasse e al suo popolo, ma essi non prestarono attenzione.

11 Allora l'Eterno fece venire contro di loro i capi dell'esercito del re di Assiria che presero Manasse con uncini al naso, lo legarono con catene di bronzo e lo condussero a Babilonia.

12 Quando si trovò nell'avversità, egli implorò l'Eterno, il suo DIO, e si umiliò profondamente davanti al DIO dei suoi padri.

13 Quindi lo pregò e lo supplicò e DIO ascoltò la sua supplica e lo ricondusse a Gerusalemme nel suo regno. Allora Manasse riconobbe che l'Eterno è DIO.

14 Dopo questo, Manasse costruí un muro fuori della città di Davide, a ovest di Ghihon nella valle, fino alla porta dei pesci, che girava attorno a Ofel, e lo fece molto alto. Poi in tutte le città fortificate di Giuda pose capi militari.

15 Inoltre rimosse dalla casa dell'Eterno gli dèi stranieri e l'idolo, insieme a tutti gli altari che aveva costruito sul monte della casa dell'Eterno e a Gerusalemme, e li gettò fuori della città.

16 Poi restaurò l'altare, dell'Eterno e su di esso offrí sacrifici di ringraziamento e di lode, e comandò a Giuda di servire l'Eterno, il DIO d'Israele.

17 Tuttavia il popolo continuava a offrire sacrifici sugli alti luoghi, ma solamente all'Eterno, il suo DIO.

18 Il resto delle gesta di Manasse, la preghiera che rivolse al suo DIO e le parole dei veggenti che gli parlarono in nome dell'Eterno, il DIO d'Israele, sono scritte nel libro dei re d'Israele.

19 Invece la sua preghiera e come DIO gli diede ascolto, tutti i suoi peccati e tutte le sue infedeltà, i luoghi dove costruí gli alti luoghi e vi eresse gli Ascerim, e le immagini scolpite, prima di essere umiliato, ecco, sono scritti nel libro di Hozai.

20 Poi Manasse si addormentò con i suoi padri e fu sepolto in casa sua. Al suo posto regnò suo figlio Amon.

21 Amon aveva ventidue anni quando iniziò a regnare, e regnò due anni a Gerusalemme.

22 Egli fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, come aveva fatto Manasse suo padre; Amon infatti offriva sacrifici a tutte le immagini scolpite fatte da Manasse, suo padre, e le serviva.

23 Egli non si umiliò davanti all'Eterno, come si era umiliato Manasse, suo padre; anzi Amon peccò sempre di piú.

24 Poi i suoi servi ordirono una congiura contro di lui e lo uccisero in casa sua.

25 Ma il popolo del paese mise a morte tutti quelli che avevano congiurato contro il re Amon; quindi il popolo del paese fece re al suo posto Giosia, suo figlio.

Apocalisse 19

19 Dopo queste cose udii nel cielo una gran voce di una grande moltitudine, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria, l'onore e la potenza appartengono al Signore nostro Dio,

poiché veraci e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha infatti giudicato la grande meretrice che ha corrotto la terra con la sua fornicazione, e ha vendicato il sangue dei suoi servi sparso dalla sua mano».

E dissero per la seconda volta: «Alleluia! E il suo fumo sale nei secoli dei secoli».

Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono ed adorarono Dio che sedeva sul trono dicendo: «Amen, Alleluia!».

E dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi e voi che lo temete, piccoli e grandi».

Poi udii come la voce di una grande moltitudine, simile al fragore di molte acque e come il rumore di forti tuoni che diceva: «Alleluia, perché il Signore nostro Dio, l'Onnipotente, ha iniziato a regnare.

Rallegriamoci, giubiliamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata.

E le è stato dato di essere vestita di lino finissimo, puro e risplendente, poiché il lino finissimo sono le opere giuste dei santi».

Quindi mi disse: «Scrivi: Beati coloro che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello». Mi disse ancora: «Queste sono le veraci parole di Dio».

10 Allora io caddi ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo, io sono un conservo tuo e dei tuoi fratelli che hanno la testimonianza di Gesú. Adora Dio! Perché la testimonianza di Gesú è lo spirito della profezia»

11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia

12 I suoi occhi erano come fiamma di fuoco e sul suo capo vi erano molti diademi, e aveva un nome scritto che nessuno conosce se non lui;

13 era vestito di una veste intrisa nel sangue, e il suo nome si chiama: "La Parola di Dio".

14 E gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro.

15 Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente.

16 E sulla sua veste e sulla coscia portava scritto un nome: IL RE DEI RE e IL SIGNORE DEI SIGNORI.

17 Poi vidi un angelo in piedi nel sole, che gridò a gran voce dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite, radunatevi per il gran convito di Dio,

18 per mangiare le carni di re, le carni di capitani, le carni di uomini prodi, le carni di cavalli e di cavalieri, le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi».

19 E vidi la bestia e i re della terra coi loro eserciti radunati per far guerra contro colui che cavalcava il cavallo e contro il suo esercito.

20 Ma la bestia fu presa e con lei il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti ad essa, con i quali aveva sedotto quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia e quelli che avevano adorato la sua immagine, questi due furono gettati vivi nello stagno di fuoco che arde con zolfo.

21 E il resto fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

Malachia 1

L'oracolo della parola dell'Eterno rivolta a Israele, per mezzo di Malachia.

«Io v'ho amati», dice l'Eterno. Ma voi dite: «In che cosa ci hai amati?». «Esaù non era forse fratello di Giacobbe?», dice l'Eterno. «Tuttavia io ho amato Giacobbe

e ho odiato Esaù; ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto.

Anche se Edom, dicesse: "Noi siamo stati distrutti, ma torneremo a ricostruire i luoghi desolati"», cosí dice l'Eterno degli eserciti. «Essi ricostruiranno, ma io demolirò; e saranno chiamati il Territorio dell'iniquità e il popolo contro il quale l'Eterno sarà per sempre indignato.

I vostri occhi vedranno e voi direte: "L'Eterno è magnificato oltre i confini d'Israele"».

«Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre dov'è il mio onore? E se sono signore, dov'è il timore di me?», dice l'Eterno degli eserciti a voi, sacerdoti, «che disprezzate il mio nome, eppure dite: "In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?".

Voi offrite sul mio altare, cibi contaminati, eppure dite: "In che cosa ti abbiamo contaminato? Quando dite: "La mensa dell'Eterno è spregevole"

Quando offrite in sacrificio un animale cieco, non è male? Quando offrite un animale zoppo o malato, non è male? Presentalo dunque al tuo governatore. Sarà soddisfatto di te? Ti accetterà con favore?», dice l'Eterno degli eserciti.

Ora dunque implorate il favore di Dio, perché abbia misericordia di noi. «Sono le vostre mani che hanno fatto ciò, vi accetterà forse con favore?», dice l'Eterno degli eserciti.

10 «Oh, ci fosse almeno qualcuno tra di voi che chiudesse le porte! Allora non accendereste invano il fuoco sul mio altare. Io non prendo alcun piacere in voi», dice l'Eterno degli eserciti, «né gradisco alcuna offerta dalle vostre mani.

11 Poiché dal sol levante fino al ponente sarà grande il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo sarà offerto incenso, al mio nome e un'oblazione pura, perché il mio nome sarà grande fra le nazioni», dice l'Eterno degli eserciti.

12 «Ma voi lo profanate quando dite: "La mensa dell'Eterno è contaminata e il suo frutto, cioè il suo cibo, è spregevole".

13 Voi dite pure: "Ah, che fatica!" e la trattate con disprezzo», dice l'Eterno degli eserciti. «Cosí voi portate animali rubati, zoppi e malati; questa è l'offerta che portate. Potrei io gradirla dalle vostre mani?», dice l'Eterno.

14 «Maledetto il fraudolento che ha nel suo gregge un maschio e fa un voto, ma sacrifica all'Eterno un animale difettoso. Poiché io sono un Re grande», dice l'Eterno degli eserciti, «e il mio nome è tremendo fra le nazioni».

Giovanni 18

18 Dette queste cose, Gesú uscí con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Kedron, dove c'era un orto nel quale entrò lui con i suoi discepoli.

Or Giuda, che lo tradiva, conosceva anche lui quel luogo, perché molte volte Gesú vi si era ritirato con i suoi discepoli.

Giuda dunque, preso un gruppo di soldati e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei. venne là con lanterne torce e armi.

Gesú allora, conoscendo tutto quello che gli stava per accadere, uscí e chiese loro: «Chi cercate?».

Gli risposero «Gesú il Nazareno». Gesú disse loro: «Io sono!». Or Giuda che lo tradiva era anch'egli con loro.

Appena egli disse loro: «Io sono», essi indietreggiarono e caddero a terra.

Gesú dunque domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Essi dissero: «Gesú il Nazareno».

Gesú rispose: «Vi ho detto che io sono; se dunque cercate me lasciate andare via costoro»;

e ciò affinché si adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato»,

10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco.

11 Ma Gesú disse a Pietro: «Riponi la tua spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?».

12 Allora il gruppo di soldati, il capitano e le guardie dei Giudei presero Gesú e lo legarono.

13 E lo condussero prima da Anna, perché era suocero di Caiafa, che era sommo sacerdote in quell'anno.

14 Caiafa era colui che aveva consigliato ai Giudei che era conveniente che un uomo morisse per il popolo.

15 Or Simon Pietro e un altro discepolo seguivano Gesú. E quel discepolo era noto al sommo sacerdote, ed entrò con Gesú nel cortile del sommo sacerdote.

16 Ma Pietro restò alla porta di fuori. Allora l'altro discepolo, che era noto al sommo sacerdote, uscí e parlò alla portinaia e fece entrare Pietro.

17 E la serva portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».

18 Intanto i servi e le guardie, acceso un fuoco di carboni, se ne stavano in piedi e si scaldavano, perché faceva freddo; anche Pietro stava in piedi con loro e si scaldava.

19 Or il sommo sacerdote interrogò Gesú riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.

20 Gesú gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio dove tutti i Giudei si radunano, e non ho detto niente in segreto.

21 Perché interroghi me? Interroga coloro che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno le cose che ho detto».

22 Egli aveva appena detto queste parole, che una delle guardie che gli stava vicino diede a Gesú uno schiaffo, dicendo: «Cosí rispondi al sommo sacerdote?».

23 Gesú gli rispose: «Se ho parlato male, mostra dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».

24 Anna dunque lo rimandò legato a Caiafa, sommo sacerdote.

25 Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero dunque: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?» Ed egli lo negò e disse: «Non lo sono».

26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di colui a cui Pietro aveva reciso l'orecchio, disse: «Non ti ho io visto nell'orto con lui?».

27 E Pietro lo negò di nuovo, e subito il gallo cantò.

28 Poi da Caiafa condussero Gesú nel pretorio; era mattino presto. Ma essi non entrarono nel pretorio, per non contaminarsi e poter cosí mangiare la Pasqua.

29 Pilato dunque uscí verso di loro e disse: «Quale accusa portate contro quest'uomo?».

30 Essi risposero e gli dissero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo dato nelle mani».

31 Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge». Ma i Giudei gli dissero: «A noi non è lecito far morire alcuno».

32 E ciò affinché si adempisse quello che Gesú aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

33 Pilato dunque rientrò nel pretorio chiamò Gesú e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».

34 Gesú gli rispose: «Dici questo da te stesso, oppure altri te lo hanno detto di me?».

35 Pilato gli rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua nazione e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani; che hai fatto?».

36 Gesú rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero affinché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui».

37 Allora Pilato gli disse: «Dunque sei tu re?». Gesú rispose: «Tu dici giustamente che io sono re; per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità; chiunque è per la verità ascolta la mia voce».

38 Pilato gli chiese: «Che cosa è verità?». E, detto questo, uscí di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo alcuna colpa in lui.

39 Ma vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno nella Pasqua; volete dunque che vi liberi il re dei Giudei?».

40 Allora tutti di nuovo gridarono, dicendo: «Non costui, ma Barabba». Or Barabba era un brigante.

La Nuova Diodati (LND)

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