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M’Cheyne Bible Reading Plan

The classic M'Cheyne plan--read the Old Testament, New Testament, and Psalms or Gospels every day.
Duration: 365 days
La Nuova Diodati (LND)
Version
2 Cronache 16

16 Nell'anno trentaseiesimo del regno di Asa, Baasha, re d'Israele, salí contro Giuda e costruí Ramah, per impedire che alcuno uscisse o entrasse da Asa, re di Giuda.

Allora Asa tirò fuori dai tesori della casa dell'Eterno e del palazzo reale argento e oro e li mandò a Ben-Hadad re di Siria, che abitava a Damasco, dicendo:

«Vi sia alleanza fra me e te, come c 'era tra mio padre e tuo padre. Ecco, ti mando argento e oro; orsù, rompi la tua alleanza con Baasha, re d'Israele, affinché egli si ritiri da me».

Ben-Hadad diede ascolto al re Asa e mandò i capi del suo esercito contro le città d'Israele. Essi attaccarono Ijon, Dan, Abel-Maim e tutte le città-deposito di Neftali.

Quando Baasha seppe questo, smise di costruire Ramah e sospese i suoi lavori.

Allora il re Asa prese tutti quelli di Giuda, che portarono via le pietre e il legname che Baasha aveva usato per costruire Ramah e con essi egli costruí Gheba e Mitspah.

In quel tempo il veggente Hanani si recò da Asa, re di Giuda, e gli disse: «Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria e non ti sei appoggiato sull'Eterno, il tuo DIO, l'esercito del re di Siria ti è sfuggito dalle mani.

Non erano forse gli Etiopi e i Libici un esercito smisurato con numerosissimi carri e cavalieri? Tuttavia poiché ti eri appoggiato sull'Eterno, egli li diede nelle tue mani.

L'Eterno infatti con i suoi occhi scorre avanti e indietro per tutta la terra per mostrare la sua forza verso quelli che hanno il cuore integro verso di lui. In questo tu hai agito da stolto; perciò d'ora in avanti avrai delle guerre»,

10 Asa si indignò contro il veggente e lo fece gettare in carcere, perché si era adirato con lui per queste cose. In quel tempo Asa infierí anche contro alcuni del popolo.

11 Or ecco, le gesta di Asa, dalle prime alle ultime, sono scritte nel libro dei re di Giuda e d'Israele.

12 Nel trentanovesimo anno del suo regno Asa si ammalò ai piedi, e la sua malattia era molto grave: nella sua infermità però egli non cercò l'Eterno, ma ricorse ai medici.

13 Cosí Asa si addormentò con i suoi padri e morí il quarantunesimo anno del suo regno.

14 Lo seppellirono nel sepolcro che egli si era fatto scavare nella città di Davide lo deposero sopra un letto pieno di aromi e di vari unguenti profumati, preparati secondo l'arte del profumiere, e ne bruciarono una grande quantità in suo onore.

Apocalisse 5

Poi vidi nella mano destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto di dentro e di fuori, sigillato con sette sigilli.

E vidi un angelo potente, che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e di sciogliere i suoi sigilli?».

Ma nessuno, né in cielo né sulla terra né sotto terra, poteva aprire il libro e guardarlo.

Io piangevo forte, perché non era stato trovato nessuno degno di aprire e di leggere il libro, e neppure di guardarlo.

Allora uno degli anziani mi disse: «Non piangere, ecco, il Leone della tribú di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e sciogliere i suoi sette sigilli».

Poi vidi ritto, in mezzo al trono e ai quattro esseri viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello come ucciso, il quale aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio mandati per tutta la terra.

Egli venne e prese il libro dalla mano destra di colui che sedeva sul trono.

E, quando ebbe preso il libro, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi,

E cantavano un nuovo cantico dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato ucciso, e col tuo sangue ci hai comprati a Dio da ogni tribú, lingua, popolo e nazione,

10 e ci hai fatti re e sacerdoti per il nostro Dio, e regneremo sulla terra».

11 Quindi vidi e udii la voce di molti angeli intorno al trono, agli esseri viventi e agli anziani; il loro numero era di miriadi di miriadi e di migliaia di migliaia,

12 che dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato ucciso, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la benedizione».

13 Udii ancora ogni creatura che è nel cielo, sulla terra, sotto la terra e quelle che sono nel mare e tutte le cose contenute in essi, che diceva: «A colui che siede sul trono e all'Agnello siano la benedizione, l'onore, la gloria e la forza nei secoli dei secoli».

14 E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen!». E i ventiquattro anziani si prostrarono ed adorarono colui che vive nei secoli dei secoli.

Zaccaria 1

Nell'ottavo mese del secondo anno di Dario, la parola dell'Eterno fu rivolta a Zaccaria, figlio di Berekiah, figlio di Iddo, il profeta, dicendo:

«L'Eterno è stato grandemente adirato contro i vostri padri.

Perciò di' loro: Cosí dice l'Eterno degli eserciti: Tornate a me, dice l'Eterno degli eserciti, e io tornerò a voi», dice l'Eterno degli eserciti.

«Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti del passato hanno proclamato, dicendo: "Cosí dice l'Eterno degli eserciti: Convertitevi dalle vostre vie malvagie e dalle vostre malvagie azioni". Ma essi non diedero ascolto e non prestarono attenzione a me», dice l'Eterno.

«I vostri padri, dove sono? E i profeti vivono forse per sempre?

Ma le mie parole e i miei statuti che avevo affidato ai miei servi, i profeti, non raggiunsero forse i vostri padri? Cosí essi si convertirono e dissero: "Come l'Eterno degli eserciti aveva stabilito di compiere nei nostri riguardi, in base alle nostre vie e alle nostre azioni, cosí egli ci ha fatto."»

Il giorno ventiquattro dell'undicesimo mese, che è il mese di Scebat, nel secondo anno di Dario, la parola dell'Eterno fu rivolta a Zaccaria, figlio di Berekiah, figlio di Iddo, il profeta, dicendo:

Di notte ebbi una visione; ed ecco un uomo, montato su un cavallo rosso, stava fra le piante di mirto in un fossato profondo, e dietro a lui c'erano cavalli rossi, sauri e bianchi.

Io domandai: «Mio signore, che significano queste cose?». L'angelo, che parlava con me mi rispose: «Io ti farò vedere ciò che esse significano».

10 Allora l'uomo che stava fra le piante di mirto prese a dire: «Questi sono quelli che l'Eterno ha mandato a percorrere la terra».

11 Cosí essi risposero all'angelo dell'Eterno che stava fra le piante di mirto e dissero: «Abbiamo percorso la terra, ed ecco tutta la terra è in riposo e tranquilla».

12 Allora l'angelo dell'Eterno prese a dire: «O Eterno degli eserciti, fino a quando continuerai a non avere compassione di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei stato adirato durante questi settant'anni?».

13 Quindi all'angelo che parlava con me, l'Eterno rivolse parole buone, parole di conforto.

14 Cosí l'angelo che parlava con me mi disse: «Grida e di' Cosí dice l'Eterno degli eserciti: "Io sono grandemente geloso di Gerusalemme e di Sion;

15 ma sono grandemente adirato con le nazioni che vivono nell'agiatezza, perché, quando mi ero un poco adirato, esse contribuirono ad aggravare il male".

16 Perciò cosí dice l'Eterno: "Io mi volgo di nuovo a Gerusalemme con compassione; il mio tempio vi sarà ricostruito, dice l'Eterno degli eserciti, e la corda sarà stesa su Gerusalemme".

17 Grida ancora e di' "Cosí dice l'Eterno degli eserciti: Le mie città traboccheranno ancora di beni; l'Eterno consolerà ancora Sion e sceglierà ancora Gerusalemme"».

18 Poi alzai gli occhi, guardai ed ecco quattro corna.

19 Io domandai all'angelo che parlava con me: «Che cosa sono queste?». Egli mi rispose: «Queste sono le corna che hanno disperso Giuda, Israele, e Gerusalemme».

20 Poi l'Eterno mi fece vedere quattro fabbri.

21 Io domandai: «Che cosa vengono a fare costoro?». Egli rispose e disse: «Queste sono le corna che hanno disperso Giuda, cosí che nessuno poteva alzare la testa, ma questi fabbri vengono per spaventarle, per abbattere le corna delle nazioni che hanno alzato il loro corno contro il paese di Giuda per disperderlo».

Giovanni 4

Quando dunque il Signore seppe che i farisei avevano udito che Gesú stava facendo piú discepoli e battezzando più di Giovanni

(sebbene non fosse Gesú stesso che battezzava ma i suoi discepoli),

lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea.

Or egli doveva passare per la Samara.

Arrivò dunque in una città della Samaria, detta Sichar, vicino al podere che Giacobbe aveva dato a Giuseppe, suo figlio.

Or qui c'era il pozzo di Giacobbe. E Gesú, affaticato dal cammino, sedeva cosí presso il pozzo; era circa l'ora sesta.

Una donna di Samaria venne per attingere l'acqua. E Gesú le disse: «Dammi da bere»,

perché i suoi discepoli erano andati in città a comperare del cibo.

Ma la donna samaritana gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» (Infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani).

10 Gesú rispose e le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva»

11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai neppure un secchio per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?

12 Sei tu forse piú grande di Giacobbe nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?».

13 Gesú rispose e le disse: «Chiunque beve di quest'acqua, avrà ancora sete,

14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai piú sete in eterno; ma l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che zampilla in vita eterna».

15 La donna gli disse: «Signore, dammi quest'acqua, affinché io non abbia piú sete e non venga piú qui ad attingere».

16 Gesú le disse: «Va' a chiamare tuo marito e torna qui».

17 La donna rispose e gli disse: «Io non ho marito». Gesú le disse: «Hai detto bene: "Non ho marito",

18 perché tu hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità».

19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.

20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare».

21 Gesú le disse: «Donna, credimi: l'ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre.

22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei.

23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede.

24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».

25 La donna gli disse: «lo so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire quando sarà venuto lui ci annunzierà ogni cosa».

26 Gesú le disse: «Io sono, colui che ti parla».

27 In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna; nessuno però gli disse: «Che vuoi?» o: «Perché parli con lei?».

28 La donna allora, lasciato il suo secchio, se ne andò in città e disse alla gente:

29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che io ho fatto; non sarà forse lui il Cristo?».

30 Uscirono dunque dalla città e vennero da lui.

31 Intanto i suoi discepoli lo pregavano dicendo: «Maestro, mangia».

32 Ma egli disse loro: «Io ho un cibo da mangiare che voi non conoscete».

33 I discepoli perciò si dicevano l'un l'altro: «Gli ha qualcuno forse portato da mangiare?».

34 Gesú disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e di compiere l'opera sua.

35 Non dite voi che vi sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri occhi e mirate le campagne come già biancheggiano per la mietitura.

36 Or il mietitore riceve il premio e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme.

37 Poiché in questo è vero il detto: "L'uno semina e l'altro miete".

38 Io vi ho mandato a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete entrati nella loro fatica».

39 Ora, molti Samaritani di quella città credettero in lui, a motivo della parola che la donna aveva attestato: «Egli mi ha detto tutte le cose che io ho fatto».

40 Quando poi i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di restare con loro; ed egli vi rimase due giorni.

41 E molti di piú credettero a motivo della sua parola.

42 Ed essi dicevano alla donna: «Non è piú a motivo delle tue parole che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che costui è veramente il Cristo, il Salvatore del mondo».

43 Ora, passati quei due giorni, egli partí di là e andò in Galilea,

44 perché Gesú stesso aveva testimoniato che un profeta non è onorato nella propria patria.

45 Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo ricevettero, perché avevano visto tutte le cose che egli aveva fatto in Gerusalemme durante la festa, poiché anch'essi erano andati alla festa.

46 Gesú dunque venne di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva mutato l'acqua in vino. Ora vi era un funzionario regio, il cui figlio era ammalato a Capernaum.

47 Avendo egli udito che Gesú era venuto dalla Giudea in Galilea, andò da lui e lo pregò che scendesse e guarisse suo figlio, perché stava per morire.

48 Allora Gesú gli disse: «Se non vedete segni e miracoli, voi non credete».

49 Il funzionario regio gli disse: «Signore, scendi prima che il mio ragazzo muoia».

50 Gesú gli disse: «Va tuo figlio vive!». E quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesú, e se ne andò.

51 Proprio mentre egli scendeva, gli vennero incontro i suoi servi e lo informarono, dicendo: «Tuo figlio vive».

52 Ed egli domandò loro a che ora era stato meglio; essi gli dissero: «Ieri all'ora settima la febbre lo lasciò».

53 Allora il padre riconobbe che era proprio in quell'ora in cui Gesú gli aveva detto: «Tuo figlio vive»; e credette lui con tutta la sua casa.

54 Gesú fece anche questo secondo segno quando tornò dalla Giudea in Galilea.

La Nuova Diodati (LND)

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