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2. SECONDO CICLO DI DISCORSI

Giobbe si condanna con le sue stesse parole

15 Elifaz il Temanita prese a dire:

Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate
in aria
e riempirsi il ventre di vento d'oriente?
Si difende egli con parole senza costrutto
e con discorsi inutili?
Tu anzi distruggi la religione
e abolisci la preghiera innanzi a Dio.
Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca
e scegli il linguaggio degli astuti.
Non io, ma la tua bocca ti condanna
e le tue labbra attestano contro di te.
Sei forse tu il primo uomo che è nato,
o, prima dei monti, sei venuto al mondo?
Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio
e ti sei appropriata tu solo la sapienza?
Che cosa sai tu che noi non sappiamo?
Che cosa capisci che da noi non si comprenda?
10 Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto
più di tuo padre, carico d'anni.
11 Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio
e una parola moderata a te rivolta?
12 Perché il tuo cuore ti trasporta
e perché fanno cenni i tuoi occhi,
13 quando volgi contro Dio il tuo animo
e fai uscire tali parole dalla tua bocca?
14 Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro,
perché si dica giusto un nato di donna?
15 Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia
e i cieli non sono puri ai suoi occhi;
16 quanto meno un essere abominevole e corrotto,
l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.
17 Voglio spiegartelo, ascoltami,
ti racconterò quel che ho visto,
18 quello che i saggi riferiscono,
non celato ad essi dai loro padri;
19 a essi soli fu concessa questa terra,
né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.
20 Per tutti i giorni della vita il malvagio si
tormenta;
sono contati gli anni riservati al violento.
21 Voci di spavento gli risuonano agli orecchi
e in piena pace si vede assalito dal predone.
22 Non crede di potersi sottrarre alle tenebre,
egli si sente destinato alla spada.
23 Destinato in pasto agli avvoltoi,
sa che gli è preparata la rovina.
24 Un giorno tenebroso lo spaventa,
la miseria e l'angoscia l'assalgono
come un re pronto all'attacco,
25 perché ha steso contro Dio la sua mano,
ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;
26 correva contro di lui a testa alta,
al riparo del curvo spessore del suo scudo;
27 poiché aveva la faccia coperta di grasso
e pinguedine intorno ai suoi fianchi.
28 Avrà dimora in città diroccate,
in case dove non si abita più,
destinate a diventare macerie.
29 Non arricchirà, non durerà la sua fortuna,
non metterà radici sulla terra.
30 Alle tenebre non sfuggirà,
la vampa seccherà i suoi germogli
e dal vento sarà involato il suo frutto.
31 Non confidi in una vanità fallace,
perché sarà una rovina.
32 La sua fronda sarà tagliata prima del tempo
e i suoi rami non rinverdiranno più.
33 Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor
acerba
e getterà via come ulivo i suoi fiori,
34 poiché la stirpe dell'empio è sterile
e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.
35 Concepisce malizia e genera sventura
e nel suo seno alleva delusione.

15 Allora Elifaz di Teman rispose e, disse:

«Un uomo saggio risponde forse con una conoscenza vana, e si riempie di vento orientale?

Discute forse con discorsi inutili e con parole che non servono a nulla?

Sì tu abolisci la pietà ed elimini la preghiera davanti a Dio.

Poiché il tuo misfatto ti suggerisce le parole e scegli il linguaggio degli astuti.

Non io, ma la tua stessa bocca ti condanna e le tue stesse labbra testimoniano contro di te.

Sei tu forse il primo uomo che è nato o sei stato formato prima dei colli?

Hai tu udito il segreto consiglio di Dio o possiedi tu solo la sapienza?

Che cosa sai tu che noi non sappiamo, o che cosa comprendi che non sia inteso anche da noi?

10 Tra di noi ci sono uomini canuti e vecchi, piú attempati di tuo padre.

11 Ti sembrano poca cosa le consolazioni di Dio e le dolci parole a te rivolte?

12 Perché mai ti porta via il cuore, e perché i tuoi occhi lampeggiano,

13 volgendo la tua collera contro Dio e lasciando uscire dalla tua bocca tali parole?».

14 «Che cos'è l'uomo da ritenersi puro, e il nato di donna per essere giusto?

15 Ecco, Dio non si fida neppure dei suoi santi e i cieli non sono puri ai suoi occhi;

16 quanto meno un essere abominevole e corrotto, l'uomo, che beve l'iniquità come acqua!

17 Voglio parlarti, ascoltami; ti racconterò ciò che ho visto,

18 ciò che i saggi riferiscono senza celare nulla di ciò che hanno udito dai loro padri,

19 ai quali soli fu concesso questo paese e senza che nessun straniero fosse passato in mezzo a loro.

20 Il malvagio soffre dolori tutta la sua vita, e sono numerati gli anni riservati al tiranno.

21 Rumori spaventosi giungono ai suoi orecchi, e nella prosperità gli piomba addosso il distruttore.

22 Non ha speranza di far ritorno dalle tenebre, e la spada lo aspetta.

23 Va errando in cerca di pane; ma dove trovarne? Egli sa che il giorno di tenebre è preparato al suo fianco.

24 Avversità e angoscia lo spaventano, l'assalgono come un re pronto alla battaglia,

25 perché ha steso la sua mano contro Dio, ha sfidato l'Onnipotente,

26 lanciandosi ostinatamente contro di lui con i suoi forti scudi ornati di borchie.

27 Anche se la sua faccia è coperta di grasso, e i suoi fianchi sono rigonfi di pinguedine

28 egli abita in città desolate, in case disabitate, destinate a diventare mucchi di rovine.

29 Egli non si arricchirà e la sua fortuna non durerà, né i suoi averi si estenderanno sulla terra.

30 Non riuscirà a liberarsi dalle tenebre, la fiamma farà seccare i suoi germogli, e sarà portato via dal soffio della sua bocca.

31 Non confidi nella vanità, ingannando se stesso, perché la vanità sarà la sua ricompensa.

32 Si compirà prima del tempo, e i suoi rami non rinverdiranno piú.

33 Sarà come una vite da cui si strappa l'uva ancora acerba, come l'ulivo da cui si scuote il fiore.

34 Poiché la famiglia degli ipocriti sarà sterile, e il fuoco divorerà le tende dell'uomo venale.

35 Essi concepiscono iniquità e partoriscono rovina; e il loro seno cova l'inganno».

Elifaz paragona Giobbe a un malvagio

15 (A)Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

«Il saggio risponde forse con vana scienza? Si gonfia il petto di vento?

Si difende con chiacchiere inutili e con parole che non giovano a nulla?

Tu, poi, distruggi il timor di Dio, sminuisci la preghiera che gli è dovuta.

La tua iniquità ti detta le parole, e adoperi il linguaggio degli astuti.

Non io, la tua bocca ti condanna; le tue labbra stesse depongono contro di te.

Sei forse tu il primo uomo che nacque? Fosti tu formato prima dei monti?

Hai forse sentito quanto si è detto nel Consiglio di Dio? Hai forse accaparrato la saggezza tutta quanta per te solo?

Che sai tu che noi non sappiamo? Che conoscenza hai tu che non sia anche nostra?

10 Ci sono fra noi uomini canuti e anche vecchi più attempati di tuo padre.

11 Fai così poco caso delle consolazioni di Dio e delle dolci parole che ti abbiamo rivolte?

12 Dove ti trascina il cuore, e che vogliono dire codeste torve occhiate?

13 Come! Tu volgi la tua collera contro Dio e ti lasci uscire di bocca tali parole?

14 Chi è mai l’uomo per essere puro, il nato di donna per essere giusto?

15 Ecco, Dio non si fida nemmeno dei suoi santi, i cieli non sono puri ai suoi occhi;

16 quanto meno quest’essere abominevole e corrotto, l’uomo, che tracanna iniquità come acqua!

17 (B)«Io voglio istruirti; porgimi ascolto e ti racconterò quello che ho visto,

18 quello che i saggi hanno riferito senza nulla celare di quel che sapevano dai padri,

19 ai quali soltanto è stato dato il paese; e in mezzo ai quali non è passato lo straniero.

20 L’empio è tormentato tutti i suoi giorni, e pochi sono gli anni riservati al prepotente.

21 Sempre ha negli orecchi rumori spaventosi, e in piena pace gli piomba addosso il distruttore.

22 Non ha speranza di uscire dalle tenebre, e si sente destinato alla spada.

23 Va peregrinando in cerca di pane; dove trovarne? Egli sa che gli è vicino il giorno tenebroso.

24 Le difficoltà e l’angoscia lo riempiono di paura, lo assalgono come un re pronto alla battaglia,

25 perché ha steso la mano contro Dio, ha sfidato l’Onnipotente,

26 gli si è slanciato audacemente contro, sotto il folto dei suoi scudi ricurvi.

27 Aveva la faccia coperta di grasso, i fianchi carichi di pinguedine;

28 si era stabilito in città distrutte, in case disabitate, destinate a diventare mucchi di sassi.

29 Egli non si arricchirà, la sua fortuna non sarà stabile; né le sue proprietà si stenderanno sulla terra.

30 Non potrà liberarsi dalle tenebre, il vento infocato farà inaridire i suoi germogli e sarà portato via dal soffio della bocca di Dio.

31 Non confidi nella vanità; è un’illusione; poiché avrà la vanità per ricompensa.

32 La sua fine verrà prima del tempo, i suoi rami non rinverdiranno più.

33 Sarà come vigna da cui si strappi l’uva ancora acerba, come l’ulivo da cui si scuota il fiore;

34 poiché sterile è la famiglia del profano, il fuoco divora la tenda dei corrotti.

35 L’empio concepisce malizia e partorisce rovina; egli prepara l’inganno».