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Giobbe si lamenta dei suoi amici

16 (A)Allora Giobbe rispose e disse:

«Di cose come queste ne ho udite tante! Siete tutti dei consolatori molesti!

Non ci sarà una fine alle parole vane? Che cosa ti provoca a rispondere?

Anch’io potrei parlare come voi, se voi foste al posto mio; potrei mettere insieme delle parole contro di voi e su di voi scrollare il capo;

potrei farvi coraggio con la bocca e il conforto delle mie labbra vi calmerebbe.

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Come può dunque l’uomo essere giusto davanti a Dio? Come può essere puro il nato di donna?

Ecco, la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure agli occhi di lui;

quanto meno l’uomo, che è un verme, il figlio d’uomo che è un vermiciattolo!»

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Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.

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Ecco, io sono stato generato nell’iniquità,

mia madre mi ha concepito nel peccato.

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