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Revised Common Lectionary (Semicontinuous)

Daily Bible readings that follow the church liturgical year, with sequential stories told across multiple weeks.
Duration: 1245 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Salmi 145:1-5

Inno alla potenza e alla bontà di Dio

145 (A)Salmo di lode.

Di Davide.

Io ti esalterò, o mio Dio, mio re,

e benedirò il tuo nome in eterno.

Ogni giorno ti benedirò

e loderò il tuo nome per sempre.

Il Signore è grande e degno di lode eccelsa,

e la sua grandezza non la si può misurare.

Un’età dirà all’altra le lodi delle tue opere,

e farà conoscere i tuoi prodigi.

Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà

e sulle tue opere meravigliose.

Salmi 145:17-21

17 Il Signore è giusto in tutte le sue vie

e benevolo in tutte le sue opere.

18 Il Signore è vicino a tutti quelli che lo invocano,

a tutti quelli che lo invocano in verità.

19 Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono,

ode il loro grido e li salva.

20 Il Signore protegge tutti quelli che lo amano,

ma distruggerà tutti gli empi.

21 La mia bocca proclamerà la lode del Signore

e ogni carne benedirà il suo nome santo per sempre.

Zaccaria 1:1-17

Appello alla conversione(A)

(B)Nell’ottavo mese del secondo anno di Dario la parola del Signore fu rivolta al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio d’Iddo, in questi termini:

«Il Signore si è molto adirato contro i vostri padri. Tu dirai loro: Così parla il Signore degli eserciti: “Tornate a me”, dice il Signore degli eserciti, “e io tornerò a voi”, dice il Signore degli eserciti. “Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti precedenti si rivolgevano, dicendo: ‘Così dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dalle vostre vie malvagie, dalle vostre malvagie azioni!’ Ma essi non diedero ascolto e non prestarono attenzione a me”, dice il Signore. “I vostri padri dove sono? E quei profeti potevano forse vivere per sempre? Ma le mie parole e i miei decreti, che avevo ordinato ai profeti, miei servitori, non arrivarono forse a colpire i vostri padri? Allora essi si convertirono e dissero: ‘Il Signore degli eserciti ci ha trattati secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, come aveva deciso di fare’”».

La visione dei cavalli

(C)Nel ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese, che è il mese di Sebat, nel secondo anno di Dario, la parola del Signore fu rivolta a Zaccaria, figlio di Berechia, figlio d’Iddo, il profeta, in questi termini:

Questa notte ho avuto una visione: ecco un uomo in groppa a un cavallo rosso; egli stava fra le piante di mirto nella valle; dietro a lui c’erano cavalli rossi, sauri e bianchi. Io dissi: «Che significano queste cose, mio signore?» L’angelo che parlava con me mi disse: «Io ti farò vedere che cosa significano queste cose». 10 L’uomo che stava fra le piante di mirto prese a dire: «Questi sono quelli che il Signore ha mandati a percorrere la terra». 11 Quelli si rivolsero all’angelo del Signore che stava fra le piante di mirto e dissero: «Noi abbiamo percorso la terra, ed ecco tutta la terra è in riposo e tranquilla».

Promesse per Gerusalemme

12 Allora l’angelo del Signore disse: «Signore degli eserciti, fino a quando rifiuterai di avere pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei stato indignato durante questi settant’anni?» 13 E il Signore rivolse all’angelo che parlava con me delle buone parole, delle parole di conforto.

14 Allora l’angelo che parlava con me mi disse: «Grida e di’: Così parla il Signore degli eserciti: “Io provo una gran gelosia per Gerusalemme e per Sion; 15 provo un grande sdegno contro le nazioni che se ne stanno ora tranquille e che, quando io m’indignai un poco contro di essa, contribuirono ad accrescere la sua disgrazia”. 16 Perciò così parla il Signore: “Io mi rivolgo di nuovo a Gerusalemme con compassione; la mia casa sarà ricostruita”, dice il Signore degli eserciti, “e la corda sarà di nuovo tesa su Gerusalemme”. 17 Grida ancora e di’: Così parla il Signore degli eserciti: “Le mie città traboccheranno ancora di beni, il Signore consolerà ancora Sion e sceglierà ancora Gerusalemme”».

Atti 22:22-23:11

22 (A)Lo ascoltarono fino a questa parola; poi alzarono la voce, dicendo: «Togli via dal mondo un uomo simile; perché non è degno di vivere». 23 Com’essi gridavano e gettavano via i loro vestiti e lanciavano polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza e che venisse interrogato mediante tortura, allo scopo di sapere per quale motivo gridassero così contro di lui. 25 Quando lo ebbero disteso e legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: «Vi è lecito flagellare un cittadino romano, che non è stato ancora condannato?» 26 Il centurione, udito questo, andò a riferirlo al tribuno, dicendo: «Che stai per fare? Quest’uomo è romano!» 27 Il tribuno andò da Paolo e gli chiese: «Dimmi, sei romano?» Ed egli rispose: «Sì». 28 Il tribuno replicò: «Io ho acquistato questa cittadinanza per una grande somma di denaro». E Paolo disse: «Io, invece, l’ho di nascita». 29 Allora quelli che stavano per sottoporlo a interrogatorio si ritirarono subito da lui; e anche il tribuno, sapendo che egli era romano, ebbe paura perché l’aveva fatto legare.

Paolo davanti al sinedrio

30 (B)Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, lo liberò [dalle catene] e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di radunarsi[a]; e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.

23 Paolo, fissato lo sguardo sul sinedrio, disse: «Fratelli[b], fino ad oggi mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza».

Il sommo sacerdote Anania comandò a quelli che erano vicini a lui di percuoterlo sulla bocca. Allora Paolo gli disse: «Dio percuoterà te, parete imbiancata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge e violando la legge comandi che io sia percosso?» Coloro che erano là presenti dissero: «Tu insulti il sommo sacerdote di Dio?» Paolo disse: «Fratelli, non sapevo che fosse sommo sacerdote; perché sta scritto: “Non dirai male del capo del tuo popolo”[c]».

Ora Paolo, sapendo che una parte dell’assemblea era composta di sadducei e l’altra di farisei, esclamò nel sinedrio: «Fratelli[d], io sono fariseo, figlio di farisei[e]; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che sono chiamato in giudizio». Appena ebbe detto questo, nacque contesa tra i farisei e i sadducei, e l’assemblea si trovò divisa. Perché i sadducei dicono che non vi è risurrezione, né angelo né spirito, mentre i farisei affermano tutte queste cose[f]. Ne nacque un grande clamore; e alcuni scribi[g] del partito dei farisei, alzatisi, protestarono dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo; e se gli avesse parlato uno spirito o un angelo? [Non combattiamo contro Dio.]» 10 Poiché il contrasto andava crescendo, il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto a pezzi da quella gente, comandò ai soldati di scendere e di portarlo via di mezzo a loro, e di condurlo nella fortezza.

11 La notte seguente il Signore gli si presentò e disse: «Fatti coraggio [, Paolo], perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma».

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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