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Revised Common Lectionary (Complementary)

Daily Bible readings that follow the church liturgical year, with thematically matched Old and New Testament readings.
Duration: 1245 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Salmi 107:1-3

Libro quinto, Salmi 107–150(A)

La grazia divina in favore dei riscattati

107 (B)Celebrate il Signore, perché egli è buono,

perché la sua bontà dura in eterno!

Così dicano i riscattati del Signore,

che egli liberò dalla mano dell’avversario

e riunì da tutti i paesi,

da oriente e da occidente,

da settentrione e da mezzogiorno[a].

Salmi 107:23-32

23 Quelli che solcano il mare su navi

e trafficano sulle grandi acque,

24 vedono le opere del Signore

e le sue meraviglie negli abissi marini.

25 Egli comanda, e fa soffiare la tempesta

che solleva le onde.

26 Salgono al cielo, scendono negli abissi;

l’anima loro vien meno per l’angoscia.

27 Traballano, barcollano come ubriachi

e tutta la loro abilità svanisce.

28 Ma nell’angoscia gridano al Signore

ed egli li libera dalle loro tribolazioni.

29 Egli riduce la tempesta al silenzio

e le onde del mare si calmano.

30 Si rallegrano alla vista delle acque calme

ed egli li conduce al porto tanto sospirato.

31 Celebrino il Signore per la sua bontà

e per i suoi prodigi in favore degli uomini.

32 Lo esaltino nell’assemblea del popolo

e lo lodino nel consiglio degli anziani!

Giobbe 29:21-30:15

21 I presenti mi ascoltavano fiduciosi, tacevano per udire il mio parere.

22 Quando avevo parlato, non replicavano; la mia parola scendeva su di loro come una rugiada.

23 Mi aspettavano come si aspetta la pioggia; aprivano larga la bocca come a un acquazzone di primavera.

24 Io sorridevo loro quando erano sfiduciati; non potevano oscurare la luce del mio volto.

25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo; ero come un re tra le sue schiere, come un consolatore in mezzo agli afflitti.

Miseria e umiliazione di Giobbe

30 (A)«Ora servo da zimbello ai più giovani di me, i cui padri non avrei reputato degni di stare fra i cani del mio gregge!

A che mi sarebbe servita la forza delle loro mani? Gente incapace a raggiungere l’età matura,

smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare nel deserto la terra da tempo nuda e desolata,

strappando erba salsa presso i cespugli e avendo per pane radici di ginestra.

Sono scacciati di mezzo agli uomini, la gente grida loro dietro come dietro al ladro,

abitano in burroni orrendi, nelle caverne della terra e fra le rocce;

ragliano fra i cespugli, si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;

gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate.

Ora io sono il tema delle loro canzoni, il soggetto dei loro discorsi.

10 Mi detestano, mi fuggono, non si trattengono dallo sputarmi in faccia.

11 Non hanno più ritegno, mi umiliano, rompono ogni freno in mia presenza.

12 Questa gentaglia insorge alla mia destra, m’incalzano e si appianano le vie contro di me per distruggermi.

13 Hanno sovvertito il mio cammino, traggono vantaggio dalla mia rovina, essi che nessuno vorrebbe soccorrere!

14 Avanzano come attraverso un’ampia breccia, si precipitano davanti in mezzo alle rovine.

15 Terrori mi si rovesciano addosso; il mio onore è portato via come dal vento, è passata come una nube la mia felicità.

Atti 21:1-16

Paolo giunge a Tiro

21 (A)Dopo esserci separati da loro, salpammo e giungemmo direttamente a Cos[a], il giorno seguente a Rodi[b] e di là a Patara[c]. E, trovata una nave diretta in Fenicia, salimmo a bordo e salpammo. Giunti in vista di Cipro, e lasciatala a sinistra, navigammo verso la Siria e approdammo a Tiro, perché qui si doveva scaricare la nave. Trovati i discepoli[d], soggiornammo là sette giorni. Essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non mettere piede a Gerusalemme[e]; quando però fummo al termine di quei giorni, partimmo per continuare il viaggio, accompagnati da tutti loro, con le mogli e i figli, sin fuori dalla città; dopo esserci inginocchiati sulla spiaggia, pregammo e ci dicemmo addio; poi salimmo sulla nave, e quelli se ne tornarono alle loro case.

Paolo a Tolemaide e a Cesarea

(B)Terminata la navigazione, da Tiro arrivammo a Tolemaide[f]; e, salutati i fratelli, restammo un giorno con loro.

Ripartiti il giorno dopo, giungemmo[g] a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei sette, restammo da lui. Egli aveva quattro figlie non sposate, le quali profetizzavano. 10 Eravamo là da molti giorni, quando scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo. 11 Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: “A Gerusalemme i Giudei legheranno così l’uomo a cui questa cintura appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani”». 12 Quando udimmo queste cose, tanto noi che quelli del luogo lo pregavamo di non salire a Gerusalemme. 13 Paolo allora rispose: «Che fate voi, piangendo e spezzandomi il cuore? Sappiate che io sono pronto non solo a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». 14 E, poiché non si lasciava persuadere, ci rassegnammo dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore».

15 Dopo quei giorni, fatti i nostri preparativi, salimmo a Gerusalemme. 16 Vennero con noi anche alcuni discepoli di Cesarea, che ci condussero in casa di un certo Mnasone di Cipro, discepolo di vecchia data, presso il quale dovevamo alloggiare.

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra