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Old/New Testament

Each day includes a passage from both the Old Testament and New Testament.
Duration: 365 days
Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
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Giobbe 30-31

Miseria e umiliazione di Giobbe

30 (A)«Ora servo da zimbello ai più giovani di me, i cui padri non avrei reputato degni di stare fra i cani del mio gregge!

A che mi sarebbe servita la forza delle loro mani? Gente incapace a raggiungere l’età matura,

smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare nel deserto la terra da tempo nuda e desolata,

strappando erba salsa presso i cespugli e avendo per pane radici di ginestra.

Sono scacciati di mezzo agli uomini, la gente grida loro dietro come dietro al ladro,

abitano in burroni orrendi, nelle caverne della terra e fra le rocce;

ragliano fra i cespugli, si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;

gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate.

Ora io sono il tema delle loro canzoni, il soggetto dei loro discorsi.

10 Mi detestano, mi fuggono, non si trattengono dallo sputarmi in faccia.

11 Non hanno più ritegno, mi umiliano, rompono ogni freno in mia presenza.

12 Questa gentaglia insorge alla mia destra, m’incalzano e si appianano le vie contro di me per distruggermi.

13 Hanno sovvertito il mio cammino, traggono vantaggio dalla mia rovina, essi che nessuno vorrebbe soccorrere!

14 Avanzano come attraverso un’ampia breccia, si precipitano davanti in mezzo alle rovine.

15 Terrori mi si rovesciano addosso; il mio onore è portato via come dal vento, è passata come una nube la mia felicità.

16 (B)«Ora mi consumo, mi hanno colto i giorni dell’afflizione.

17 La notte mi trafigge, mi stacca le ossa, e i dolori che mi rodono non hanno sosta.

18 Per la gran violenza del mio male la mia veste si sforma, mi si serra addosso come una tunica.

19 Dio m’ha gettato nel fango, e rassomiglio alla polvere e alla cenere.

20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi; ti sto davanti, ma tu non mi consideri!

21 Ti sei mutato in nemico crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.

22 Mi alzi per aria, mi fai portare via dal vento e mi annienti nella tempesta.

23 Infatti, lo so, tu mi conduci alla morte, alla casa di convegno di tutti i viventi.

24 Forse chi sta per perire non protende la mano e nell’angoscia sua non grida aiuto?

25 Non piangevo io forse per chi era nell’avversità e non ero io angustiato per il povero?

26 Speravo il bene, ma è venuto il male; aspettavo la luce, ma è venuta l’oscurità!

27 Le mie viscere bollono e non hanno riposo, sono venuti per me giorni d’afflizione.

28 Me ne vado tutto annerito, ma non dal sole; mi alzo in mezzo all’assemblea e grido aiuto;

29 sono diventato fratello degli sciacalli, compagno degli struzzi.

30 La mia pelle è nera e cade a pezzi; le mie ossa sono calcinate dall’arsura.

31 La mia cetra non dà più che accenti di lutto, e la mia zampogna, voce di pianto.

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi

31 (C)«Io avevo stretto un patto con i miei occhi; io non avrei fissato lo sguardo sopra una vergine.

Che parte mi avrebbe assegnato Dio dall’alto, quale eredità mi avrebbe data l’Onnipotente dai luoghi eccelsi?

La sventura non è forse per il perverso, e le sciagure per quelli che fanno il male?

Dio non vede forse le mie vie? Non conta tutti i miei passi?

Se ho camminato insieme alla menzogna, se il piede mio si è affrettato dietro alla frode

(Dio mi pesi con bilancia giusta e riconoscerà la mia integrità),

se i miei passi hanno deviato dalla retta via, se il mio cuore è andato dietro ai miei occhi, se qualche sozzura mi si è attaccata alle mani,

che io semini e un altro mangi, e quanto è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

Se il mio cuore si è lasciato sedurre da una donna, se ho spiato la porta del mio prossimo,

10 che mia moglie giri la macina a un altro e che altri abusino di lei!

11 Poiché quella sarebbe una scelleratezza, un misfatto punito dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino a perdizione e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva, quando erano in lite con me,

14 che farei quando Dio si alzasse per giudicarmi, e che risponderei quando mi esaminasse?

15 Chi fece me nel grembo di mia madre non fece anche lui? Non ci ha formati nel grembo materno uno stesso Dio?

16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano, se ho fatto languire gli occhi della vedova,

17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane senza che l’orfano ne mangiasse la sua parte,

18 io che fin da giovane l’ho allevato come un padre, io che fin dal grembo di mia madre sono stato guida alla vedova,

19 se ho visto uno soffrire per mancanza di vesti o il povero senza una coperta,

20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi ed egli non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

21 se ho alzato la mano contro l’orfano perché mi sapevo sostenuto alla porta della città,

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio si spezzi e cada!

23 In effetti mi spaventava il castigo di Dio, ero trattenuto dalla maestà di lui.

24 Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”,

25 se mi sono rallegrato che le mie ricchezze fossero grandi e la mia mano avesse molto accumulato,

26 se, contemplando il sole che risplendeva e la luna che procedeva lucente nella sua corsa,

27 il mio cuore, in segreto, si è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano[a]

28 (misfatto anche questo punito dai giudici, perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassù),

29 se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30 (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31 se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32 (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33 se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia iniquità,

34 perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscire di casa…

35 Oh, avessi pure chi m’ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela

36 e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

37 Gli renderò conto di tutti i miei passi, a lui mi avvicinerò come un principe!

38 Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40 che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!» Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

Atti 13:26-52

26 Fratelli[a], figli della discendenza di Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi[b] è stata mandata la Parola di questa salvezza. 27 Infatti gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti che si leggono ogni sabato. 28 Benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. 29 Dopo aver compiuto tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno e lo deposero in un sepolcro. 30 Ma Dio lo risuscitò dai morti; 31 e per molti giorni egli apparve a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali ora[c] sono suoi testimoni davanti al popolo.

32 E noi vi portiamo il lieto messaggio che la promessa fatta ai padri 33 Dio l’ha adempiuta per noi, {loro} figli, risuscitando Gesù, come anche è scritto nel salmo secondo:

“Tu sei mio Figlio, oggi io t’ho generato”[d].

34 Siccome lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia più a tornare alla decomposizione, Dio ha detto così:

“Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide”[e].

35 Difatti egli dice altrove:

“Tu non permetterai che il tuo Santo subisca[f] la decomposizione”[g].

36 Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, si è addormentato ed è stato unito ai suoi padri, e il suo corpo si è decomposto[h]; 37 ma colui che Dio ha risuscitato non ha subìto[i] decomposizione.

38 Vi sia dunque noto, fratelli[j], che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; 39 e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè. 40 Guardate dunque che non vi accada ciò che è detto nei profeti:

41 “Guardate, o disprezzatori, stupite e nascondetevi, perché io compio un’opera ai giorni vostri, un’opera che voi non credereste, se qualcuno ve la raccontasse”[k]».

42 (A)Mentre uscivano, furono pregati[l] di parlare di quelle medesime cose il sabato seguente. 43 Dopo che la riunione si fu sciolta, molti Giudei e proseliti pii seguirono Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li convincevano a perseverare nella grazia di Dio.

44 Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per udire la Parola del Signore[m]. 45 Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, [opponendosi e ] bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo. 46 Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. 47 Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo:

“Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino alle estremità della terra”[n].

48 Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola del Signore; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.

49 E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. 50 Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li cacciarono fuori dal loro territorio. 51 Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio[o], 52 mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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