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The Daily Audio Bible

This reading plan is provided by Brian Hardin from Daily Audio Bible.
Duration: 731 days

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Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Giobbe 31-33

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi

31 (A)«Io avevo stretto un patto con i miei occhi; io non avrei fissato lo sguardo sopra una vergine.

Che parte mi avrebbe assegnato Dio dall’alto, quale eredità mi avrebbe data l’Onnipotente dai luoghi eccelsi?

La sventura non è forse per il perverso, e le sciagure per quelli che fanno il male?

Dio non vede forse le mie vie? Non conta tutti i miei passi?

Se ho camminato insieme alla menzogna, se il piede mio si è affrettato dietro alla frode

(Dio mi pesi con bilancia giusta e riconoscerà la mia integrità),

se i miei passi hanno deviato dalla retta via, se il mio cuore è andato dietro ai miei occhi, se qualche sozzura mi si è attaccata alle mani,

che io semini e un altro mangi, e quanto è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

Se il mio cuore si è lasciato sedurre da una donna, se ho spiato la porta del mio prossimo,

10 che mia moglie giri la macina a un altro e che altri abusino di lei!

11 Poiché quella sarebbe una scelleratezza, un misfatto punito dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino a perdizione e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva, quando erano in lite con me,

14 che farei quando Dio si alzasse per giudicarmi, e che risponderei quando mi esaminasse?

15 Chi fece me nel grembo di mia madre non fece anche lui? Non ci ha formati nel grembo materno uno stesso Dio?

16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano, se ho fatto languire gli occhi della vedova,

17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane senza che l’orfano ne mangiasse la sua parte,

18 io che fin da giovane l’ho allevato come un padre, io che fin dal grembo di mia madre sono stato guida alla vedova,

19 se ho visto uno soffrire per mancanza di vesti o il povero senza una coperta,

20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi ed egli non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

21 se ho alzato la mano contro l’orfano perché mi sapevo sostenuto alla porta della città,

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio si spezzi e cada!

23 In effetti mi spaventava il castigo di Dio, ero trattenuto dalla maestà di lui.

24 Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”,

25 se mi sono rallegrato che le mie ricchezze fossero grandi e la mia mano avesse molto accumulato,

26 se, contemplando il sole che risplendeva e la luna che procedeva lucente nella sua corsa,

27 il mio cuore, in segreto, si è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano[a]

28 (misfatto anche questo punito dai giudici, perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassù),

29 se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30 (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31 se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32 (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33 se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia iniquità,

34 perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscire di casa…

35 Oh, avessi pure chi m’ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela

36 e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

37 Gli renderò conto di tutti i miei passi, a lui mi avvicinerò come un principe!

38 Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40 che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!» Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

Eliu condanna Giobbe e i suoi tre amici

32 (B)Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si credeva giusto.

Allora l’ira di Eliu, figlio di Baracheel il Buzita[b], della tribù di Ram, si accese. La sua ira si accese contro Giobbe, perché questi riteneva che la propria giustizia fosse superiore a quella di Dio; si accese anche contro i tre amici di lui perché non avevano trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe. Ora, siccome quelli erano più anziani di lui, Eliu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta, si accese d’ira.

Eliu, figlio di Baracheel il Buzita, rispose e disse: «Io sono giovane d’età e voi siete vecchi; perciò mi sono tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.

Dicevo: “Parleranno i giorni, il gran numero degli anni insegnerà la saggezza”.

Ma quel che rende intelligente l’uomo è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.

Non quelli di lunga età sono saggi, né i vecchi sono quelli che comprendono il giusto.

10 Perciò dico: “Ascoltatemi; vi esporrò anch’io il mio pensiero”.

11 Ecco, ho aspettato i vostri discorsi, ho ascoltato i vostri argomenti, mentre andavate cercando altre parole.

12 Vi ho seguito attentamente, ed ecco, nessuno di voi ha convinto Giobbe, nessuno ha risposto alle sue parole.

13 Non avete dunque ragione di dire: “Abbiamo trovato la saggezza! Dio soltanto lo farà cedere; non l’uomo!”

14 Egli non ha diretto i suoi discorsi contro di me e io non gli risponderò con le vostre parole.

15 Eccoli sconcertati! Non rispondono più, non trovano più parole.

16 Ho aspettato che non parlassero più, che tacessero e non rispondessero più.

17 Ma ora risponderò anch’io per mio conto, esporrò anch’io il mio pensiero!

18 Perché sono pieno di parole, lo spirito che è dentro di me mi stimola.

19 Ecco, il mio intimo è come vino rinchiuso, è simile a otri pieni di vino nuovo, che stanno per scoppiare.

20 Parlerò dunque e mi sentirò meglio, aprirò le labbra e risponderò!

21 Lasciate che io parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno;

22 poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo.

Eliu annuncia la salvezza di Dio

33 (C)«Ma pure, ascolta, o Giobbe, il mio dire, porgi orecchio a tutte le mie parole!

Ecco, apro la bocca, la lingua parla dentro il mio palato.

Nelle mie parole è la rettitudine del mio cuore; le mie labbra diranno sinceramente quello che so.

Lo Spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita.

Se puoi, rispondimi; prepara le tue ragioni, fatti avanti!

Ecco, io sono uguale a te davanti a Dio; anch’io fui tratto dall’argilla.

Spavento di me non potrà quindi coglierti e il peso della mia autorità non ti potrà schiacciare.

Davanti a me tu dunque hai detto (e ho udito bene il suono delle tue parole):

“Io sono puro, senza peccato; sono innocente, non c’è iniquità in me;

10 ma Dio trova contro me degli appigli ostili, mi considera suo nemico;

11 mi mette i piedi nei ceppi, spia tutti i miei movimenti”.

12 Ecco, io ti rispondo: “In questo non hai ragione”; poiché Dio è più grande dell’uomo.

13 Perché contendi con lui? Egli non rende conto dei suoi atti.

14 (D)«Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada;

15 parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti;

16 allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti,

17 per distogliere l’uomo dal suo modo di agire e tenere lontano da lui la superbia;

18 per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dalla freccia mortale.

19 (E)«L’uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall’agitazione incessante delle sue ossa;

20 quand’egli ha in avversione il pane e lo ripugnano i cibi più squisiti;

21 la carne gli si consuma e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escono fuori;

22 egli si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che infliggono la morte.

23 Ma se, presso di lui, c’è un angelo, un interprete, uno solo tra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere,

24 Dio ha pietà di lui e dice: “Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto”.

25 Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza;

26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con gioia e lo considera di nuovo come giusto.

27 Ed egli canterà tra la gente e dirà: “Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.

28 Dio ha riscattato l’anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!”

29 Ecco, tutto questo Dio lo fa due, tre volte, all’uomo,

30 per salvarlo dalla fossa, perché su di lui splenda la luce della vita.

31 Sta’ attento, Giobbe, dammi ascolto; taci, e io parlerò.

32 Se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, perché io vorrei poterti dare ragione.

33 Se no, tu dammi ascolto, taci, e t’insegnerò la saggezza».

2 Corinzi 3

Ministero del nuovo patto

(A)Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O abbiamo bisogno, come alcuni, di lettere di raccomandazione presso di voi o da voi?[a] La nostra lettera siete voi, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini; è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne[b].

Una simile fiducia noi l’abbiamo per mezzo di Cristo presso Dio. Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi, ma la nostra capacità viene da Dio.

Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica.

(B)Ora se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d’Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se infatti il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia. 10 Anzi, quello che nel primo fu reso glorioso, non fu reso veramente glorioso, quando lo si confronti con la gloria tanto superiore del secondo; 11 infatti, se ciò che era transitorio fu circondato di gloria, molto più grande è la gloria di ciò che è duraturo.

12 Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza[c] 13 e non facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul volto perché i figli d’Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio. 14 Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d’oggi, quando leggono l’antico patto, lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. 15 Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; 16 però, quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso. 17 Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore [lì] c’è libertà. 18 E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore[d], siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito[e].

Salmi 43

43 (A)[a]Fammi giustizia, o Dio,

difendi la mia causa contro gente malvagia;

liberami dall’uomo falso e malvagio.

Tu sei il Dio che mi dà forza; perché mi hai abbandonato?

Perché devo andare vestito a lutto per l’oppressione del nemico?

Manda la tua luce e la tua verità, perché mi guidino,

mi conducano al tuo santo monte e alle tue dimore.

Allora mi avvicinerò all’altare di Dio,

al Dio della mia gioia e della mia esultanza;

e ti celebrerò con la cetra, o Dio, Dio mio!

Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me?

Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora;

egli è il mio salvatore e il mio Dio.

Proverbi 22:8-9

Chi semina iniquità miete sciagura, e la verga della sua collera è infranta.

L’uomo dallo sguardo benevolo sarà benedetto, perché dà del suo pane al povero.

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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