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The Daily Audio Bible

This reading plan is provided by Brian Hardin from Daily Audio Bible.
Duration: 731 days

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Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
Neemia 5:14-7:73

Disinteresse di Neemia

14 (A)«Dal giorno in cui venni nominato governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, per dodici anni, né io né i miei fratelli godemmo del compenso assegnato dal governatore. 15 I governatori che mi avevano preceduto avevano gravato il popolo, ricevendone pane e vino, oltre a quaranta sicli d’argento; perfino i loro servi angariavano il popolo; ma io non ho fatto così, perché ho avuto timor di Dio. 16 Anzi, ho messo mano ai lavori di riparazione di queste mura, e non abbiamo comprato nessun campo, e tutta la mia gente si è raccolta là a lavorare. 17 Avevo a tavola con me centocinquanta uomini, Giudei e magistrati, oltre a quelli che venivano a noi dalle nazioni circostanti. 18 Ogni giorno venivano preparati per me un bue, sei montoni scelti e del pollame; e ogni dieci giorni si preparava grande abbondanza di vini di ogni qualità; tuttavia io non chiesi mai il compenso dovuto al governatore, perché il popolo era già gravato abbastanza a causa dei lavori.

19 O mio Dio, ricòrdati – per farmi del bene – di tutto quello che ho fatto per questo popolo.

Nuovi ostacoli superati da Neemia. Compimento dell’opera

(B)«Quando Samballat, Tobia e Ghesem, l’Arabo, e gli altri nostri nemici ebbero udito che avevo ricostruito le mura e che non c’era più rimasta nessuna breccia, sebbene allora non avessi ancora messo i battenti alle porte, Samballat e Ghesem mi mandarono a dire: “Vieni, e troviamoci assieme in uno dei villaggi della valle di Ono”. Essi volevano farmi del male. Io mandai loro dei messaggeri per dire: “Io sto facendo un gran lavoro e non posso scendere. Il lavoro rimarrebbe sospeso se io lo lasciassi per scendere da voi”. Quattro volte essi mandarono a dirmi la stessa cosa, e io risposi loro allo stesso modo. Allora Samballat mi mandò a dire la stessa cosa una quinta volta per mezzo del suo servo che aveva in mano una lettera aperta, nella quale stava scritto: “Corre voce fra queste popolazioni, e Gasmu l’afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi, e che perciò tu ricostruisci le mura; e, stando a quel che si dice, tu dovresti diventare loro re, e avresti perfino costituito dei profeti per farti proclamare re di Giuda a Gerusalemme. Questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque, e parliamone assieme”. Io gli feci rispondere: “Le cose non stanno come tu dici, ma sei tu che le inventi!” Tutta quella gente voleva impaurirci e diceva: “Perderanno il coraggio e il lavoro non si farà più”. Ma ora, o Dio, fortificami!

10 Io andai a casa di Semaia, figlio di Delaia, figlio di Metabeel. Or egli se ne stava rinchiuso là. E mi disse: “Troviamoci assieme nella casa di Dio, dentro il tempio, e chiudiamo le porte del tempio; perché essi verranno a ucciderti, e verranno a ucciderti di notte”. 11 Ma io risposi: “Un uomo come me si dà forse alla fuga? Un uomo come me potrebbe entrare nel tempio e vivere? No, io non vi entrerò”. 12 Io compresi che egli non era mandato da Dio, ma aveva pronunciato quella profezia contro di me, perché Tobia e Samballat lo avevano pagato. 13 Lo avevano pagato per impaurirmi e spingermi ad agire a quel modo e a peccare, per avere un precedente che mi causasse una cattiva reputazione e il disonore.

14 O mio Dio, ricòrdati di Tobia, di Samballat, e di queste loro opere! Ricòrdati anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che hanno cercato di spaventarmi!

15 Le mura furono portate a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni. 16 E quando tutti i nostri nemici lo seppero, tutte le nazioni circostanti furono prese da timore e provarono una grande umiliazione, perché riconobbero che quest’opera si era compiuta con l’aiuto del nostro Dio.

17 In quei giorni anche dei notabili di Giuda mandavano frequenti lettere a Tobia, e ne ricevevano da Tobia, 18 poiché molti in Giuda gli erano legati per giuramento perché egli era genero di Secania figlio di Ara, e Iocanan, suo figlio, aveva sposato la figlia di Mesullam, figlio di Berechia.

19 Essi dicevano bene di lui perfino in mia presenza, e gli riferivano le mie parole. E Tobia mandava lettere per impaurirmi.

Censimento degli Israeliti tornati dall’esilio con Zorobabele

(C)«Quando le mura furono ricostruite e io ebbi messo a posto le porte, e i portinai, i cantori e i Leviti furono stabiliti nelle loro funzioni, diedi il comando di Gerusalemme ad Anania mio fratello e ad Anania, governatore della fortezza, perché era un uomo fedele e timorato di Dio più di tanti altri. E dissi loro: “Le porte di Gerusalemme non si aprano prima che il sole scotti; e mentre le guardie saranno ancora al loro posto, si chiudano e si sbarrino le porte; e si pongano a fare la guardia gli abitanti di Gerusalemme, ciascuno al suo turno e ciascuno davanti alla propria casa”. La città era grande ed estesa; ma dentro c’era poca gente, e non si erano costruite case.

Il mio Dio mi mise in cuore di radunare i notabili, i magistrati e il popolo, per farne il censimento. Trovai il registro genealogico di quelli che erano tornati dall’esilio la prima volta, e vi trovai scritto quanto segue:

“Questi sono quelli della provincia che tornarono dall’esilio, coloro che Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva deportati e che tornarono a Gerusalemme e in Giuda, ciascuno nella sua città. Essi tornarono con Zorobabele, Iesua, Neemia, Azaria, Raamia, Naamani, Mardocheo, Bilsan, Misperet, Bigvai, Neum e Baana. Censimento degli uomini del popolo d’Israele: figli di Paros, duemilacentosettantadue. Figli di Sefatia, trecentosettantadue. 10 Figli di Ara, seicentocinquantadue. 11 Figli di Paat-Moab, dei figli di Iesua e di Ioab, duemilaottocentodiciotto. 12 Figli di Elam, milleduecentocinquantaquattro. 13 Figli di Zattu, ottocentoquarantacinque. 14 Figli di Zaccai, settecentosessanta. 15 Figli di Binnui, seicentoquarantotto. 16 Figli di Bebai, seicentoventotto. 17 Figli di Azgad, duemilatrecentoventidue. 18 Figli di Adonicam, seicentosessantasette. 19 Figli di Bigvai, duemilasessantasette. 20 Figli di Adin, seicentocinquantacinque. 21 Figli di Ater, della famiglia di Ezechia, novantotto. 22 Figli di Casum, trecentoventotto. 23 Figli di Bezai, trecentoventiquattro. 24 Figli di Carif, centododici. 25 Figli di Gabaon, novantacinque. 26 Uomini di Betlemme e di Netofa, centottantotto. 27 Uomini di Anatot, centoventotto. 28 Uomini di Bet-Azmavet, quarantadue. 29 Uomini di Chiriat-Iearim, di Chefira e di Beerot, settecentoquarantatré. 30 Uomini di Rama e di Gheba, seicentoventuno. 31 Uomini di Micmas, centoventidue. 32 Uomini di Betel e di Ai, centoventitré. 33 Uomini dell’altro Nebo, cinquantadue. 34 Figli dell’altro Elam, milleduecentocinquantaquattro. 35 Figli di Carim, trecentoventi. 36 Figli di Gerico, trecentoquarantacinque. 37 Figli di Lod, di Cadid e di Ono, settecentoventuno. 38 Figli di Senaa, tremilanovecentotrenta.

39 Sacerdoti: figli di Iedaia, della casa di Iesua, novecentosessantatré. 40 Figli di Immer, millecinquantadue. 41 Figli di Pascur, milleduecentoquarantasette. 42 Figli di Carim, millediciassette.

43 Leviti: figli di Iesua e di Cadmiel, dei figli di Odeva, settantaquattro. 44 Cantori: figli di Asaf, centoquarantotto.

45 Portinai: figli di Sallum, figli di Ater, figli di Talmon, figli di Accub, figli di Catita, figli di Sobai, centotrentotto.

46 Netinei: figli di Sica, figli di Casufa, figli di Tabbaot, 47 figli di Cheros, figli di Sia, figli di Padon, 48 figli di Lebana, figli di Agaba, figli di Salmai, 49 figli di Anan, figli di Ghiddel, figli di Gaar, 50 figli di Reaia, figli di Resin, figli di Necoda, 51 figli di Gazzam, figli di Uzza, figli di Pasea, 52 figli di Besai, figli di Meunim, figli di Nefiscesim, 53 figli di Bacbuc, figli di Acufa, figli di Carur, 54 figli di Bazlit, figli di Meida, figli di Carsa, 55 figli di Barco, figli di Sisera, figli di Tema, 56 figli di Nesia, figli di Catifa.

57 Figli dei servi di Salomone: figli di Sotai, figli di Soferet, figli di Perida, 58 figli di Iala, figli di Darcon, figli di Ghiddel, 59 figli di Sefatia, figli di Cattil, figli di Pocheret-Asebaim, figli di Amon.

60 Totale dei Netinei e dei figli dei servi di Salomone, trecentonovantadue.

61 Ed ecco quelli che tornarono da Tel-Mela, da Tel-Arsa, da Cherub-Addon e da Immer, e che non avevano potuto stabilire la loro genealogia patriarcale per dimostrare che erano Israeliti: 62 figli di Delalia, figli di Tobia, figli di Necoda, seicentoquarantadue. 63 Tra i sacerdoti: figli di Cabaia, figli di Accos, figli di Barzillai, il quale aveva sposato una delle figlie di Barzillai, il Galaadita, e fu chiamato con il loro nome. 64 Questi cercarono i loro titoli genealogici, ma non li trovarono, e furono perciò esclusi, come impuri, dal sacerdozio; 65 e il governatore disse loro di non mangiare offerte sacre finché non si presentasse un sacerdote per consultare Dio per mezzo dell’urim e del tummim[a].

66 La comunità tutta insieme comprendeva quarantaduemilatrecentosessanta persone, 67 senza contare i loro servi e le loro serve, che ammontavano a settemilatrecentotrentasette. Avevano pure duecentoquarantacinque cantanti, maschi e femmine. 68 Avevano settecentotrentasei cavalli, duecentoquarantacinque muli, 69 quattrocentotrentacinque cammelli, seimilasettecentoventi asini.

70 Alcuni dei capi famiglia offrirono dei doni per l’opera. Il governatore diede al tesoro mille dracme d’oro, cinquanta coppe, cinquecentotrenta vesti sacerdotali. 71 Tra i capi famiglia ce ne furono che diedero al tesoro dell’opera ventimila dracme d’oro e duemiladuecento mine d’argento. 72 Il resto del popolo diede ventimila dracme d’oro, duemila mine d’argento e sessantasette vesti sacerdotali.

73 I sacerdoti, i Leviti, i portinai, i cantori, la gente del popolo, i Netinei e tutti gli Israeliti si stabilirono nelle loro città. Quando giunse il settimo mese, i figli d’Israele erano stabiliti nelle loro città”».

1 Corinzi 8

La carne sacrificata agli idoli; limiti della libertà cristiana

(A)Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma l’amore edifica. Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere[a]; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui. Quanto dunque al mangiare carni sacrificate agli idoli, sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo e che non c’è che un Dio solo[b]. Poiché, sebbene vi siano cosiddetti dèi sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti dèi e molti signori, tuttavia per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui[c], e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale anche noi siamo[d].

Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all’idolo[e], mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio[f]; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? 11 Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello[g] per il quale Cristo è morto. 12 Ora, peccando in tal modo contro i fratelli, ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate contro Cristo. 13 Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello.

Salmi 33:1-11

Salmo di gioia

33 (A)Esultate, o giusti, nel Signore;

la lode si addice agli uomini retti.

Celebrate il Signore con la cetra;

salmeggiate a lui con il saltèrio a dieci corde.

Cantategli un cantico nuovo,

suonate bene e con gioia.

Poiché la parola del Signore è retta

e tutta l’opera sua è fatta con fedeltà.

Egli ama la giustizia e l’equità;

la terra è piena della benevolenza del Signore.

I cieli furono fatti dalla parola del Signore,

e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca.

Egli ammassò le acque del mare come in un mucchio;

rinchiuse gli oceani in serbatoi.

Tutta la terra tema il Signore;

davanti a lui abbiano timore tutti gli abitanti del mondo.

Poiché egli parlò, e la cosa fu;

egli comandò, e la cosa apparve.

10 Il Signore rende vano il volere delle nazioni,

egli annulla i disegni dei popoli.

11 La volontà del Signore sussiste per sempre,

i disegni del suo cuore durano d’età in età.

Proverbi 21:8-10

La via del colpevole è tortuosa, ma l’innocente opera con rettitudine.

Meglio abitare sul canto di un tetto, che in una gran casa con una moglie rissosa.

10 L’empio desidera fare il male; il suo amico stesso non trova pietà ai suoi occhi.

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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