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The Daily Audio Bible

This reading plan is provided by Brian Hardin from Daily Audio Bible.
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Nuova Riveduta 2006 (NR2006)
Version
1 Cronache 24:1-26:11

I sacerdoti divisi in ventiquattro classi

24 (A)Le classi dei figli di Aaronne furono queste. I figli di Aaronne furono: Nadab, Abiu, Eleazar e Ita-mar. Nadab e Abiu morirono prima del loro padre e non ebbero figli; Eleazar e Itamar esercitarono il sacerdozio.

Davide, con Sadoc dei figli di Eleazar e con Aimelec dei figli d’Itamar, classificò i figli di Aaronne secondo il servizio che dovevano fare. Tra i figli di Eleazar si trovarono più capi di famiglie che tra i figli d’Itamar; e furono divisi così: per i figli di Eleazar, sedici capi di famiglie patriarcali; per i figli di Itamar, otto capi delle loro famiglie patriarcali. La classificazione fu fatta a sorte, tanto per gli uni quanto per gli altri; perché c’erano dei prìncipi del santuario e dei prìncipi di Dio sia tra i figli di Eleazar sia tra i figli d’Itamar. Semaia, figlio di Natanael, il segretario, che era della tribù di Levi, li iscrisse in presenza del re e dei prìncipi, in presenza del sacerdote Sadoc, di Aimelec, figlio di Abiatar, e in presenza dei capi delle famiglie patriarcali dei sacerdoti e dei Leviti. Si tirò a sorte una casa patriarcale per Eleazar e, proporzionalmente, per Itamar.

Il primo designato dalla sorte fu Ieoiarib; il secondo, Iedaia; il terzo, Carim; il quarto, Seorim; il quinto, Malchia; il sesto, Miiamin; 10 il settimo, Accos; l’ottavo, Abiia; 11 il nono, Iesua; il decimo, Secania; 12 l’undicesimo, Eliasib; il dodicesimo, Iachim; 13 il tredicesimo, Cuppa; il quattordicesimo, Iesebeab; 14 il quindicesimo, Bilga; il sedicesimo, Immer; 15 il diciassettesimo, Chezir; il diciottesimo, Appises; 16 il diciannovesimo, Petaia; il ventesimo, Ezechiele; 17 il ventunesimo, Iachin; il ventiduesimo, Gamul; 18 il ventitreesimo, Delaia; il ventiquattresimo, Maazia.

19 Così furono classificati per il loro servizio, affinché entrassero nella casa del Signore secondo la regola stabilita per loro da Aaronne loro padre e che il Signore, Dio d’Israele, gli aveva prescritta.

Classificazione degli altri discendenti di Levi

20 (B)Quanto al rimanente dei figli di Levi, questi ne furono i capi. Dei figli di Amram: Subael; dei figli di Subael: Iedia. 21 Di Reabia, dei figli di Reabia: il capo Isia. 22 Degli Iseariti: Selomot; dei figli di Selomot: Iaat. 23 Figli di Ebron[a]: Ieriia, Amaria il secondo, Iaaziel il terzo, Iecameam il quarto. 24 Figli di Uzziel: Mica; dei figli di Mica: Samir; 25 fratello di Mica: Isia; dei figli d’Isia: Zaccaria. 26 Figli di Merari: Mali e Musi, e i figli di Iaazia, suo figlio, 27 vale a dire i figli di Merari, per il tramite di Iaazia suo figlio: Soam, Zaccur e Ibri. 28 Di Mali: Eleazar, che non ebbe figli. 29 Di Chis, i figli di Chis: Ierameel. 30 I figli di Musi: Mali, Eder e Ierimot. Questi sono i figli dei Leviti secondo le loro case patriarcali. 31 Anch’essi come i figli di Aaronne, loro fratelli, tirarono a sorte in presenza del re Davide, di Sadoc, di Aimelec e dei capi delle famiglie patriarcali dei sacerdoti e dei Leviti. Ogni capo di famiglia patriarcale tirò a sorte, nello stesso modo del fratello più giovane di lui.

I cantori sacri divisi in ventiquattro classi

25 (C)Poi Davide e i capi dell’esercito appartarono per il servizio quelli dei figli di Asaf, di Eman e di Iedutun che cantavano gli inni sacri[b] accompagnandosi con cetre, con saltèri e con cembali; e questo fu il numero di quelli che furono incaricati di questo servizio: dei figli di Asaf: Zaccur, Iosef, Netania, Asarela, figli di Asaf, sotto la direzione di Asaf, che cantava gli inni sacri seguendo le istruzioni del re. Di Iedutun, i figli di Iedutun: Ghedalia, Seri, Isaia, Casabia, Mattitia e Simei[c], sei, sotto la direzione del loro padre Iedutun, che cantava gli inni sacri con la cetra per lodare e celebrare il Signore. Di Eman, i figli di Eman: Bucchiia, Mattania, Uzziel, Sebuel, Ierimot, Anania, Canani, Eliatac, Ghiddalti, Romamti-Ezer, Iosbecasa, Malloti, Otir, Maaziot. Tutti questi erano figli di Eman, veggente del re, secondo la promessa di Dio di accrescere la potenza[d] di Eman. Dio infatti aveva dato a Eman quattordici figli e tre figlie.

Tutti questi erano sotto la direzione dei loro padri per il canto della casa del Signore e avevano cembali, saltèri e cetre per il servizio della casa di Dio. Erano sotto la direzione del re, di Asaf, di Iedutun e di Eman. Il loro numero, compresi i loro fratelli istruiti nel canto in onore del Signore, tutti quelli cioè che erano esperti in questo, era duecentottantotto. Tirarono a sorte il loro ordine di servizio, tanto i piccoli quanto i grandi, tanto i maestri quanto gli allievi.

Il primo designato dalla sorte per Asaf fu Iosef; il secondo fu Ghedalia, con i suoi fratelli e i suoi figli, dodici in tutto; 10 il terzo fu Zaccur, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 11 il quarto fu Iseri, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 12 il quinto fu Netania, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 13 il sesto fu Bucchiia, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 14 il settimo fu Iesarela, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 15 l’ottavo fu Isaia, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 16 il nono fu Mattania, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 17 il decimo fu Simei, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 18 l’undicesimo fu Azarel, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 19 il dodicesimo fu Casabia, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 20 il tredicesimo fu Subael, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 21 il quattordicesimo fu Mattitia, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 22 il quindicesimo fu Ieremot, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 23 il sedicesimo fu Anania, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 24 il diciassettesimo fu Iosbecasa, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 25 il diciottesimo fu Canani, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 26 il diciannovesimo fu Malloti, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 27 il ventesimo fu Eliata, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 28 il ventunesimo fu Otir, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 29 il ventiduesimo fu Ghiddalti, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 30 il ventitreesimo fu Maaziot, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto; 31 il ventiquattresimo fu Romamti-Ezer, con i suoi figli e i suoi fratelli, dodici in tutto.

I portinai del tempio e i funzionari

26 (D)Riguardo alle classi dei portinai. Dei Corachiti: Meselemia, figlio di Core, uno dei figli di Asaf[e]. Figli di Meselemia: Zaccaria il primogenito, Iediael il secondo, Zebadia il terzo, Iatniel il quarto, Elam il quinto, Iocanan il sesto, Elioenai il settimo. Figli di Obed-Edom: Semaia il primogenito, Ieozabad il secondo, Ioa il terzo, Sacar il quarto, Netanel il quinto, Ammiel il sesto, Issacar il settimo, Peulletai l’ottavo, poiché Dio l’aveva benedetto. E a Semaia, suo figlio, nacquero dei figli che governarono la casa del padre loro perché erano uomini forti e valorosi. Figli di Semaia: Otni, Refael, Obed, Elzabad e i suoi fratelli, uomini valorosi, Eliu e Semachia. Tutti questi erano figli di Obed-Edom; essi, i loro figli e i loro fratelli erano uomini valorosi e pieni di forza per il servizio: sessantadue di Obed-Edom. Meselemia ebbe figli e fratelli, uomini valorosi, in numero di diciotto. 10 Cosa, dei figli di Merari, ebbe per figli: Simri il capo, che il padre aveva fatto capo, sebbene non fosse il primogenito, 11 Chilchia il secondo, Tebalia il terzo, Zaccaria il quarto. Tutti i figli e i fratelli di Cosa erano in numero di tredici.

Romani 4:1-12

La giustificazione attraverso la fede: esempio di Abraamo e di Davide

(A)Che diremo dunque che il nostro antenato[a] Abraamo abbia ottenuto secondo la carne?[b] Poiché se Abraamo fosse stato giustificato per le opere, egli avrebbe di che vantarsi, ma non davanti a Dio; infatti, che dice la Scrittura? «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia»[c]. Ora a chi opera, il salario non è messo in conto come grazia, ma come debito; mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede è messa in conto come giustizia.

Così pure Davide proclama la beatitudine dell’uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere, dicendo:

«Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti.
Beato l’uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato»[d].

Questa beatitudine è soltanto per i circoncisi o anche per gli incirconcisi? Infatti diciamo che la fede fu messa in conto ad Abraamo come giustizia. 10 In quale circostanza dunque gli fu messa in conto? Quando era circonciso, o quando era incirconciso? Non quando era circonciso, ma quando era incirconciso; 11 poi ricevette il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per la fede che aveva quando era incirconciso, affinché fosse padre di tutti gli incirconcisi che credono, in modo che {anche} a loro fosse messa in conto la giustizia, 12 e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo sono circoncisi, ma seguono anche le orme della fede del nostro padre Abraamo quando era ancora incirconciso.

Salmi 13

Preghiera fiduciosa durante l’afflizione

13 (A)Al direttore del coro. Salmo di Davide.

Fino a quando, o Signore, mi dimenticherai?

Sarà forse per sempre?

Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Fino a quando avrò l’ansia nell’anima

e l’affanno nel cuore tutto il giorno?

Fino a quando s’innalzerà il nemico su di me?

Guarda, rispondimi, o Signore, mio Dio!

Illumina i miei occhi

perché io non mi addormenti del sonno della morte,

affinché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»

e non esultino i miei avversari se io vacillo.

Quanto a me, io confido nella tua bontà;

il mio cuore gioirà per la tua salvezza;

io canterò al Signore perché m’ha fatto del bene.

Proverbi 19:15-16

15 La pigrizia fa cadere nel torpore, e la persona indolente patirà la fame.

16 Chi osserva il precetto preserva la sua vita, ma chi non si dà pensiero della propria condotta morrà.

Nuova Riveduta 2006 (NR2006)

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