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2. DISCORSO ECCLESIASTICO

Chi è il più grande

18 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.

Lo scandalo

E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.

Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!

Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco.

10 Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. 11 E' venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era perduto].

La pecora smarrita

12 Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? 13 Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. 14 Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli.

Correzione fraterna

15 Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16 se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17 Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. 18 In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

Preghiera in comune

19 In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. 20 Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».

Perdono delle offese

21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.

Parabola del servo spietato

23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. 25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. 26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. 27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! 29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. 30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.

31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. 33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? 34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

VI. L'AVVENTO PROSSIMO DEL REGNO DEI CIELI

1. SEZIONE NARRATIVA

Questione sul divorzio

19 Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».

La continenza volontaria

10 Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Gesù e i bambini

13 Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 14 Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli». 15 E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

Il giovane ricco

16 Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». 17 Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18 Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19 onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». 20 Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». 21 Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 22 Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

Il pericolo delle ricchezze

23 Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24 Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». 25 A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». 26 E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Ricompensa promessa alla rinuncia

27 Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». 28 E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 29 Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

30 Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

Parabola degli operai mandati nella vigna

20 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10 Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11 Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12 Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13 Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. 15 Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16 Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

Terzo annunzio della passione

17 Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro: 18 «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte 19 e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».

Domanda della madre dei figli di Zebedeo

20 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21 Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». 22 Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». 23 Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».

I capi devono servire

24 Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; 25 ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. 26 Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, 27 e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; 28 appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».

I due ciechi di Gerico

29 Mentre uscivano da Gerico, una gran folla seguiva Gesù. 30 Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: «Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide!». 31 La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 32 Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?». 33 Gli risposero: «Signore, che i nostri occhi si aprano!». 34 Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.

«Siate come i bambini»

18 In quel momento i discepoli vennero a chiedere a Gesù chi di loro sarebbe stato il maggiore nel Regno dei Cieli.

Gesù chiamò un bambino, lo mise in mezzo a loro e disse: «Se non cambiate e non diventate come bambini, non entrerete mai nel Regno dei Cieli. Perciò, chi si fa piccolo al livello di un bambino, è il maggiore nel Regno dei Cieli. E chi accoglie un bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Ma se qualcuno di voi, con le sue azioni, ostacola la fede di uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui avere una macina da mulino legata al collo ed essere gettato in mare!

Guai al mondo per tutte le sue malvagità! La tentazione di sbagliare è inevitabile, ma guai allʼuomo che provoca la tentazione! Perciò, se la tua mano o il tuo piede ti fanno peccare, tagliali e buttali via. Meglio entrare in cielo mutilati, piuttosto che finire allʼinferno con due mani e due piedi. E se il tuo occhio ti fa peccare, cavalo e buttalo via. Meglio entrare in cielo con un occhio solo, che finire allʼinferno con tutti e due.

10 Attenti a non disprezzare nemmeno uno di questi piccoli. Perché vi dico che in cielo i loro angeli hanno libero accesso a mio Padre. 11 Ed io, il Messia, sono venuto per salvare il perduto.

12 Se un uomo ha cento pecore ed una si smarrisce, che cosa credete che farà? Non lascerà forse le altre novantanove per andare a cercare sui monti quella che si è perduta?

13 E se la trova, sarà più contento per questa pecora, che non per le altre novantanove a casa al sicuro! 14 E questa è la volontà di mio Padre: che neppure uno di questi piccoli debba perire.

Perdonate gli altri

15 Se un fratello ti fa un torto, vai da lui in privato e spiegagli il suo sbaglio. Se ti ascolta e lo confessa, ti sei riconquistato un fratello. 16 Se invece non vuole ascoltarti, prendi con te una o due persone e torna da lui facendo confermare tutto ciò che dici da questi testimoni. 17 Se ancora non vuole ascoltare, sottoponi il tuo caso alla chiesa, e se la sentenza della chiesa ti è favorevole, ma lʼaltro non lʼaccetta, allora consideralo come un estraneo, pagano e peccatore. 18 Vi dico questo: qualsiasi cosa legate in terra è legata in cielo, e qualsiasi cosa sciogliete in terra, sarà sciolta in cielo.

19 Vi dirò di più: se due di voi sʼaccordano qui sulla terra per domandare qualcosa in preghiera a mio Padre che è in cielo, egli gliela concederà.

20 Perché se due o tre si riuniscono nel mio nome, io sarò fra loro».

21 Poi Pietro sʼavvicinò a Gesù e gli domandò: «Signore, quante volte devo perdonare un fratello che mi ha fatto un torto? Fino a sette volte?»

22 «No», rispose Gesù. «Non solo fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette!»

23 «Il Regno dei Cieli può essere paragonato a un re che decise di aggiornare i suoi conti. 24 Tirate le somme, gli fu portato uno dei suoi debitori che gli doveva circa diecimila monete dʼoro. 25 Lʼuomo non poteva pagare, così il re ordinò che, per saldare il debito, fosse venduto lui, la moglie, i suoi figli e tutto ciò che possedeva.

26 Ma lʼuomo si gettò in terra davanti al re, il viso nella polvere, e implorò: “Oh Signore, abbi pazienza, e pagherò tutto!”

27 Allora il re ebbe compassione di lui, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28 Ma quando lʼuomo lasciò il re, andò da un altro che gli doveva una piccola somma, lo afferrò per la gola e glʼingiunse di pagare immediatamente.

29 Lʼuomo si buttò a terra davanti a lui e lo scongiurò di dargli un poʼ di tempo. “Abbi pazienza e ti pagherò!” implorava.

30 Ma lʼaltro non volle aspettare. Lo fece arrestare e rinchiudere in prigione, finché non avesse pagato tutto il debito.

31 Gli amici dellʼuomo imprigionato videro queste cose e ne furono molto dispiaciuti. Andarono dal re e gli raccontarono tutto ciò che era accaduto. 32 Allora il re chiamò lʼuomo che aveva perdonato: “Uomo malvagio! Poco fa ti ho condonato lʼenorme debito che avevi, soltanto perché me lo hai chiesto. 33 Non avresti potuto avere pietà di quellʼuomo, come io ne ho avuta di te?”

34 Poi, fuori di sé per la collera, il re consegnò lʼuomo agli aguzzini finché non pagò fino allʼultimo centesimo. 35 Così agirà verso di voi mio Padre che è in cielo, se rifiutate di perdonare di cuore i vostri fratelli e sorelle».

19 Quando Gesù ebbe finito di parlare, lasciò la Galilea e ritornò in Giudea oltre il fiume Giordano. Unʼenorme folla lo seguiva, ed egli guariva tutti i malati.

Una trappola per Gesù

Alcuni Farisei vennero ad interrogarlo, cercando dʼingannarlo e fargli dire qualcosa che avrebbe potuto comprometterlo.

«Tu permetti il divorzio?» gli chiesero.

«Non leggete le Scritture?» rispose Gesù. «Cʼè scritto che fin dal principio Dio creò lʼuomo e la donna, 5-6 e che lʼuomo avrebbe dovuto lasciar padre e madre per essere per sempre unito a sua moglie. E così lʼuomo e la donna diventeranno una cosa sola, non più due, ma un unico essere. Perciò nessun uomo può separare ciò che Dio ha unito». Gli altri insistettero: «Allora come mai Mosè disse che un uomo può divorziare da sua moglie, consegnandole semplicemente un atto di ripudio?»

Gesù rispose: «Perché Mosè conosceva i vostri cuori duri e malvagi; ma non era così che Dio aveva inteso da principio. E vi dico questo: chiunque divorzia da sua moglie, salvo che per relazioni sessuali illecite, e ne sposa unʼaltra, commette adulterio».

10 Allora i discepoli di Gesù commentarono: «Se le cose stanno così, è meglio non sposarsi!» Gesù rispose:

11 «Non tutti possono accettare una condizione del genere. Soltanto quelli aiutati da Dio. 12 Alcuni sono impotenti dalla nascita e quindi non possono sposarsi, altri sono diventati impotenti, perché gli uomini li hanno ridotti così; altri ancora, invece, rinunciano al matrimonio per amore del Regno dei Cieli. Chi è capace di farlo, lo faccia!»

13 Furono portati a Gesù dei bambini piccoli, perché ponesse le mani su di loro e pregasse. Ma i discepoli sgridavano quelli che li portavano.

14 Gesù invece disse: «Lasciate che i bimbi vengano a me, non impediteglielo! Perché di costoro è il Regno dei Cieli». 15 E, prima di andarsene, pose le mani sulle loro testoline e li benedì.

Il ricco rinuncia

16 Un tale venne da Gesù e gli chiese: «Signore, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» Ma Gesù gli disse: 17 «Parli di bontà? Ce nʼè uno solo, sai, che è veramente buono: Dio. Ma, per rispondere alla tua domanda, ti dico che entrerai nella vita se obbedirai ai comandamenti».

18 «Quali?» chiese lʼuomo.

E Gesù rispose:

«Non uccidere,
non commettere adulterio,
non rubare,
non dire il falso contro nessuno,
19 onora tuo padre e tua madre,
e ama il tuo prossimo come te stesso!»

20 «Li ho sempre rispettati tutti questi comandamenti», replicò il giovane. «Che cosa devo fare ancora?»

21 Gesù gli rispose: «Se vuoi essere perfetto, vai a vendere tutto ciò che possiedi e dai il denaro ai poveri; ne riceverai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi».

22 Ma quando il giovane udì queste parole, se ne andò via tristemente, perché era molto ricco.

23 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «È quasi impossibile per un ricco entrare nel Regno dei Cieli.

24 Anzi, vi assicuro che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli!»

25 Queste parole confusero i discepoli. «Allora chi mai può essere salvato?» gli chiesero.

26 Gesù li guardò fisso, poi disse: «Umanamente parlando, nessuno. Ma per Dio, ogni cosa è possibile».

27 Allora Pietro gli chiese: «E noi? Che cosa guadagneremo noi, che abbiamo lasciato tutto per seguirti?»

28 Gesù rispose: «Quando io, il Figlio dellʼUomo, siederò sul mio trono glorioso nel Regno, voi miei discepoli siederete su dodici troni per giudicare le dodici tribù dʼIsraele. 29 E chiunque rinuncia alla sua casa, o ai fratelli, o alle sorelle, o al padre, o alla madre, o alla moglie, o ai figli o alle proprietà per seguirmi, ne riceverà cento volte di più ed avrà la vita eterna. 30 Ma molti che sono i primi ora, saranno gli ultimi poi; ed alcuni che sono gli ultimi ora, saranno i primi poi».

20 Ecco unʼaltra storia che illustra il Regno dei Cieli.

«Il padrone di una vigna uscì la mattina presto per assumere mano dʼopera per la vendemmia. Si accordò con i braccianti di pagare un tanto al giorno, poi li mandò al lavoro.

Due ore dopo, passò per la piazza del paese e vide che cʼerano alcuni uomini disoccupati. Così mandò anche loro nella sua vigna, dicendo che, a fine giornata, avrebbe dato loro la paga giusta. A mezzogiorno e verso le tre del pomeriggio fece lo stesso.

Quello stesso pomeriggio, verso le cinque, tornò di nuovo in città e, vedendo degli altri uomini senza occupazione, chiese loro: “Perché ve ne state in ozio tutto il giorno?”

“Perché nessuno ci ha assunti”, risposero quelli.

“Andate allora anche voi a lavorare nella mia vigna”, ordinò loro. Quella sera, il padrone disse al fattore di chiamare i braccianti e di pagarli, cominciando da quelli che erano stati assunti per ultimi. Quando furono pagati quelli assunti alle cinque, ognuno ricevette la paga di un intero giorno. 10 Così, quando si presentarono i braccianti assunti fin dal primo mattino, essi pensavano di ricevere molto di più. Ma anche a loro venne pagato lo stesso. Allora cominciarono a protestare: 11-12 “Quelli hanno lavorato soltanto unʼora e sono stati pagati come noi che abbiamo lavorato tutto il giorno sotto il sole cocente!”

13 “Amico”, rispose il padrone ad uno di loro, “io non ti ho fatto alcun torto!” Non sei stato tu ad accettare di lavorare per questa paga? 14 Prendila e vattene. È mio desiderio pagare a tutti lo stesso. 15 Non mi sarà mica vietato dar via il mio denaro, se ne ho voglia! O non ti sta bene che io sia generoso? 16 E così avviene che “gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi”».

I capi devono servire

17 Mentre Gesù si dirigeva verso Gerusalemme, prese i dodici discepoli in disparte, 18 e disse loro ciò che gli sarebbe accaduto allʼarrivo: «Ecco, ora saliamo verso Gerusalemme, là io sarò tradito e consegnato ai primi sacerdoti ed agli altri capi giudei, che mi condanneranno a morte e 19 mi consegneranno al governo romano. Sarò deriso, frustato e crocifisso, ma il terzo giorno risusciterò».

20 Allora la madre di Giacomo e di Giovanni, figli di Zebedeo, si avvicinò con i figli a Gesù e sʼinginocchiò per chiedergli un favore. 21 Gesù le chiese: «Che cosa vuoi?» La donna rispose: «Fai che nel tuo regno i miei figli possano sedere su due troni vicini al tuo».

22 Ma Gesù disse: «Voi non sapete che cosa state chiedendo!» Poi, rivolgendosi a Giacomo e Giovanni, chiese loro: «Siete capaci di bere quel terribile calice che sto per bere io?» «Sì», risposero, «ne siamo capaci!»

23 «Certo, lo berrete», disse Gesù, «ma non sono io che ho il diritto di dire chi siederà sui troni vicini al mio. Quei posti sono riservati a quelli scelti da mio Padre».

24 Gli altri dieci discepoli restarono indignati per la richiesta di Giacomo e Giovanni.

25 Ma Gesù li riunì intorno a sé e disse: «Fra i pagani, i re sono tiranni ed anche lʼultimo degli ufficiali esercita in pieno il suo potere sui suoi subalterni. 26 Ma fra di voi deve essere tutto diverso! Anzi, se qualcuno vuole essere un capo fra voi, deve essere il servo degli altri. 27 E se uno vuole essere proprio il primo, deve servire come uno schiavo. 28 Il vostro atteggiamento deve essere come il mio, perché io, il Messia, non sono venuto per essere servito, ma per servire e per dare la mia vita in riscatto degli altri». 29 Mentre Gesù e i discepoli uscivano dalla città di Gerico, una grande folla li seguiva.

30 Sul bordo della strada stavano seduti due ciechi. Quando seppero che Gesù stava per passare di lì, cominciarono a gridare: «Signore, figlio del re Davide, abbi pietà di noi!»

31 La gente cercava di farli tacere; i due però gridavano sempre più forte: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!» 32-33 Quando Gesù giunse vicino a loro, si fermò e chiese: «Che cosa volete che faccia per voi?» «Signore», risposero quelli, «faʼ che possiamo vedere!»

34 Gesù ebbe pietà di loro e li toccò sugli occhi. Immediatamente videro e lo seguirono.