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Gesù risuscita il figlio della vedova di Nain

11 (A)Poco dopo[a] egli si avviò verso una città chiamata Nain[b], e i suoi discepoli e una gran folla andavano con lui. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura[c] un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei e le disse: «Non piangere!» 14 E, avvicinatosi, toccò la bara; i portatori si fermarono ed egli disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!» 15 Il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì a sua madre. 16 Tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra di noi» e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17 E questo dire intorno a Gesù si divulgò per tutta la Giudea e per tutta la regione circostante.

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Footnotes

  1. Luca 7:11 TR Il giorno dopo.
  2. Luca 7:11 Nain, non lontano da Nazaret.
  3. Luca 7:12 Si portava alla sepoltura, lett. si portava fuori (dalla città).

Elia risuscita il figlio della vedova di Sarepta

17 (A)Dopo queste cose, il figlio di quella donna, che era la padrona di casa, si ammalò; e la sua malattia fu così grave, che egli cessò di respirare. 18 Allora la donna disse a Elia: «Che ho da fare con te, o uomo di Dio? Sei forse venuto da me per rinnovare il ricordo delle mie iniquità e far morire mio figlio?» 19 Egli le rispose: «Dammi tuo figlio». Lo prese dalle braccia di lei; lo portò su nella camera di sopra, dove egli alloggiava, e lo coricò sul suo letto. 20 Poi invocò il Signore e disse: «Signore, mio Dio, colpisci di sventura anche questa vedova, della quale io sono ospite, facendole morire il figlio?» 21 Si distese quindi tre volte sul bambino e invocò il Signore, e disse: «Signore, mio Dio, torni, ti prego, l’anima di questo bambino in lui!» 22 Il Signore esaudì la voce di Elia: l’anima del bambino tornò in lui, ed egli visse. 23 Elia prese il bambino dalla camera di sopra e lo portò al pian terreno della casa, e lo restituì a sua madre, dicendole: «Guarda! Tuo figlio è vivo». 24 Allora la donna disse a Elia: «Ora riconosco che tu sei un uomo di Dio e che la parola del Signore, che è nella tua bocca, è verità».

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18 Il bambino si fece grande; e un giorno, uscito per andare da suo padre che era con i mietitori, 19 disse a suo padre: «La mia testa! la mia testa!» Il padre disse al servo: «Portalo da sua madre!» 20 Il servo lo portò via e lo condusse da sua madre. Il bambino rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. 21 Allora la donna salì, lo adagiò sul letto dell’uomo di Dio, chiuse la porta e uscì. 22 Poi chiamò suo marito e gli disse: «Ti prego, mandami un servo e un’asina, perché voglio correre dall’uomo di Dio e tornare». 23 Il marito le chiese: «Perché vuoi andare da lui quest’oggi? Non è il novilunio e non è sabato». Lei rispose: «Lascia fare!» 24 Poi fece sellare l’asina e disse al suo servo: «Guidala, e tira via; non mi fermare per strada, a meno che io non te lo dica». 25 Così partì, e giunse dall’uomo di Dio, sul monte Carmelo. Appena l’uomo di Dio la vide da lontano, disse a Gheazi, suo servo: «Ecco la Sunamita che viene! 26 Ti prego, corri a incontrarla e dille: “Stai bene? Sta bene tuo marito? E il bambino sta bene?”». Lei rispose: «Stanno bene». 27 E come fu giunta dall’uomo di Dio, sul monte, gli abbracciò i piedi. Gheazi si avvicinò per respingerla, ma l’uomo di Dio disse: «Lasciala stare, poiché l’anima sua è amareggiata, e il Signore me l’ha nascosto; non me l’ha rivelato». 28 La donna disse: «Avevo forse chiesto di poter avere un figlio? Non ti dissi dunque: “Non m’ingannare”?» 29 Allora Eliseo disse a Gheazi: «Cingiti i fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontri qualcuno, non salutarlo, e se qualcuno ti saluta, non rispondergli; e poserai il mio bastone sulla faccia del bambino». 30 La madre del bambino disse a Eliseo: «Com’è vero che il Signore vive e che tu vivi, io non ti lascerò». Ed Eliseo si alzò e andò insieme con lei. 31 Gheazi, che li aveva preceduti, pose il bastone sulla faccia del bambino, ma non ci fu voce né segno di vita. Allora andò incontro a Eliseo e gli riferì la cosa, dicendo: «Il bambino non si è svegliato». 32 Quando Eliseo arrivò in casa, il bambino, morto, era adagiato sul suo letto. 33 Egli entrò, si chiuse dentro con il bambino e pregò il Signore. 34 Poi salì sul letto e si coricò sul bambino; pose la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi occhi sugli occhi di lui, le sue mani sulle mani di lui; si distese sopra di lui, e il corpo del bambino si riscaldò. 35 Poi Eliseo s’allontanò, andò qua e là per la casa; poi risalì e si ridistese sopra il bambino; e il bambino starnutì sette volte e aprì gli occhi. 36 Allora Eliseo chiamò Gheazi e gli disse: «Chiama questa Sunamita». Egli la chiamò; e, come giunse vicino a Eliseo, questi le disse: «Prendi tuo figlio». 37 La donna entrò, gli si gettò ai piedi e si prostrò in terra; poi prese suo figlio e uscì.

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Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti[a] per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli[b], e prolungò il discorso fino a mezzanotte. Nella sala di sopra, dove eravamo[c] riuniti, c’erano molte lampade; un giovane di nome Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu colto da un sonno profondo, poiché Paolo tirava in lungo il suo dire; egli, sopraffatto dal sonno, precipitò giù dal terzo piano e venne raccolto morto. 10 Ma Paolo scese, si gettò su di lui e, abbracciatolo, disse: «Non vi turbate, perché la sua anima è in lui». 11 Poi risalì, spezzò il pane e prese cibo; e dopo aver ragionato lungamente sino all’alba, partì. 12 Il giovane fu ricondotto vivo, ed essi ne furono oltremodo consolati.

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Footnotes

  1. Atti 20:7 TR e M mentre i discepoli erano riuniti.
  2. Atti 20:7 Ai discepoli, lett. a loro.
  3. Atti 20:8 TR dov’erano…