Job 10
Douay-Rheims 1899 American Edition
10 My soul is weary of my life, I will let go my speech against myself, I will speak in the bitterness of my soul.
2 I will say to God: Do not condemn me: tell me why thou judgest me so.
3 Doth it seem good to thee that thou shouldst calumniate me, and oppress me, the work of thy own hands, and help the counsel of the wicked?
4 Hast thou eyes of flesh: or, shalt thou see as man seeth?
5 Are thy days as the days of man, and are thy years as the times of men:
6 That thou shouldst inquire after my iniquity, and search after my sin?
7 And shouldst know that I have done no wicked thing, whereas there is no man that can deliver out of thy hand.
8 Thy hands have made me, and fashioned me wholly round about, and dost thou thus cast me down headlong on a sudden?
9 Remember, I beseech thee, that thou hast made me as the clay, and thou wilt bring me into dust again.
10 Hast thou not milked me as milk, and curdled me like cheese?
11 Thou hast clothed me with skin and flesh: thou hast put me together with bones and sinews:
12 Thou hast granted me life and mercy, and thy visitation hath preserved my spirit.
13 Although thou conceal these things in thy heart, yet I know that thou rememberest all things.
14 If I have sinned and thou hast spared me for an hour: why dost thou not suffer me to be clean from my iniquity?
15 And if I be wicked, woe unto me: and if just, I shall not lift up my head, being filled with affliction and misery.
16 And for pride thou wilt take me as a lioness, and returning thou tormentest me wonderfully.
17 Thou renewest thy witnesses against me, and multipliest thy wrath upon me, and pains war against me.
18 Why didst thou bring me forth out of the womb: O that I had been consumed that eye might not see me!
19 I should have been as if I had not been, carried from the womb to the grave.
20 Shall not the fewness of my days be ended shortly? suffer me, therefore, that I may lament my sorrow a little:
21 Before I go, and return no more, to a land that is dark and covered with the mist of death:
22 A land of misery and darkness, where the shadow of death, and no order, but everlasting horror dwelleth.
Giobbe 10
La Nuova Diodati
10 «Sono nauseato della mia vita; darò libero sfogo al mio lamento, parlando nell'amarezza dell'anima mia!
2 Dirò a Dio: "Non condannarmi! Fammi sapere perché contendi con me.
3 Ti par bene opprimere, disprezzare l'opera delle tue mani e mostrarti favorevole ai disegni dei malvagi?
4 Hai tu occhi di carne, o vedi anche tu come vede l'uomo?
5 Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un mortale, i tuoi anni come i giorni di un uomo?
6 perché tu debba indagare sulla mia colpa e andare in cerca del mio peccato,
7 pur sapendo che non sono colpevole e che non c'è nessuno che mi può liberare dalla tua mano?
8 Le tue mani mi hanno fatto e plasmato tutt'insieme, ma ora vorresti distruggermi.
9 Ricordati, ti prego, che mi hai plasmato come argilla, e che mi farai ritornare in polvere!
10 Non mi hai forse versato come il latte, e fatto coagulare come il formaggio?
11 Tu mi hai rivestito di pelle e di carne, e mi hai intessuto di ossa e di nervi.
12 Mi hai concesso vita e benevolenza, e la tua provvidenza ha vegliato sul mio spirito,
13 ma nascondevi queste cose nel tuo cuore; ora so che pensavi questo.
14 Se pecco, tu mi tieni d'occhio e non mi lasci impunito della mia colpa.
15 Se sono malvagio, guai a me! Anche se fossi giusto, non oserei alzare il capo, sazio come sono d'ignominia e vedendo la mia miseria.
16 Se alzo il capo, tu mi dai la caccia come un leone, compiendo nuovamente meraviglie contro di me.
17 Tu rinnovi i tuoi testimoni contro di me, accresci la tua ira contro di me e truppe sempre fresche mi assalgono.
18 Perché dunque mi hai fatto uscire dal grembo? Fossi morto, senza che alcun occhio mi avesse visto!
19 Sarei stato come se non fossi mai esistito, portato dal grembo alla tomba.
20 Non sono forse pochi i miei giorni? Smettila dunque, lasciami stare, perché possa riprendermi un po'
21 prima che me ne vada per non tornare piú, verso la terra di tenebre e di ombra di morte,
22 terra di oscurità e di grandi tenebre di ombra di morte e senza alcun ordine dove persino la luce è come le tenebre"». Primo discorso di Zofar: Dio trascende la conoscenza dell'uomo. Invito a Giobbe a ravvedersi
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