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Una donna con cinque mariti

Molte persone preferivano andare da Gesù, piuttosto che da Giovanni per farsi battezzare, e diventavano poi suoi seguaci, benché non fosse Gesù a battezzare, ma i discepoli. Quando Gesù venne a sapere che i Farisei erano al corrente della cosa, partì dalla Giudea per ritornare in Galilea.

Durante il viaggio, doveva attraversare la Samaria. 5-6 Verso mezzogiorno, giunto al villaggio di Sicar, si fermò al pozzo di Giacobbe, situato sul pezzo di terra che Giacobbe diede a suo figlio Giuseppe. Gesù era stanco per il lungo cammino e si sedette sullʼorlo del pozzo.

Poco dopo, venne a prendere lʼacqua una donna samaritana. Gesù le disse: «Dammi da bere». In quel momento era solo, perché i discepoli erano andati al villaggio a comprare qualcosa da mangiare. La samaritana rispose sorpresa: «Come mai tu, Giudeo, chiedi da bere a me, che sono samaritana?» Di solito, infatti, i Giudei non rivolgevano nemmeno la parola ai Samaritani.

10 Gesù rispose: «Se tu sapessi che dono meraviglioso ha Dio per te e chi sono io, saresti tu a chiedermi dellʼacqua, ed io ti darei dellʼacqua viva!»

11 «Ma tu non hai né corda, né secchio», osservò la donna, «e il pozzo è profondo. Da dove prenderesti, dunque, questʼacqua viva? 12 E poi, sei forse più potente di Giacobbe, il nostro antenato? Come puoi darci dellʼacqua migliore di questa, che ci ha dato lui, da cui lui stesso ha bevuto con i suoi figli e il suo bestiame?»

13 Gesù rispose: «Chi beve questʼacqua, avrà sete di nuovo; chi invece berrà lʼacqua che gli darò io, non avrà mai più sete, per sempre. 14 Anzi, lʼacqua che gli darò, diventerà in lui una sorgente, da cui sgorga vita eterna».

15 «Ti prego, Signore», disse la donna, «dammi questʼacqua! Così non avrò più sete e non dovrò più tornare qui a prenderne ogni giorno!»

16 «Vai a chiamare tuo marito», le disse Gesù.

17-18 «Ma io non sono sposata», rispose la donna. «È vero», confermò Gesù. «Hai avuto cinque mariti e non sei sposata neppure con lʼuomo con cui vivi ora».

19-20 «Signore», esclamò la donna, «tu devi essere un profeta! Allora, spiegami: perché voi Giudei insistete nel dire che lʼunico posto per adorare Dio è Gerusalemme; mentre noi Samaritani sosteniamo invece che sia qui (sul monte Garizim), dove adoravano Dio i nostri antenati?».

21-24 «È venuto il tempo, donna, in cui non ci preoccuperemo più se adorare Dio qui o a Gerusalemme. Perché lʼimportante non è dove noi adoriamo, ma come adoriamo. È spirituale e reale la nostra adorazione? Abbiamo lʼaiuto dello Spirito Santo? Perché Dio è spirito, e chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio per adorarlo nel modo giusto. È questo che Dio vuole da noi. Ma voi Samaritani sapete ben poco di lui, adorate ciò che non conoscete, mentre noi Giudei lo conosciamo, perché la salvezza viene al mondo per mezzo dei Giudei».

25 La donna osservò: «Beh, almeno so che verrà il Messia, quello che chiamano Cristo e, quando verrà, ci insegnerà tutto!»

26 Allora Gesù le disse: «Sono io il Messia!»

27 In quel momento arrivarono i discepoli e rimasero sorpresi di trovarlo a parlare con una donna, ma nessuno di loro gli chiese perché, o di che cosa stessero parlando.

28-29 La donna, intanto, lasciata la brocca, si era precipitata al villaggio, dove diceva a tutti: «Venite a vedere, cʼè un uomo, che mi ha detto tutto quello che ho fatto! Che sia lui il Messia?» 30 La gente allora venne dal villaggio per vederlo.

31 Nel frattempo, i discepoli insistevano perché Gesù mangiasse. 32 «No», rispose Gesù, «io ho dei cibo, che voi non conoscete». 33 «Chi glielo avrà mai portato?» si chiedevano i discepoli.

34 Allora Gesù spiegò loro: «Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha mandato; e completare la sua opera. 35 Voi pensate che la mietitura non comincerà prima dellʼestate, fra quattro mesi, non è vero? Ebbene, guardatevi intorno! Veri e propri campi di anime sono già pronti per la mietitura. 36 I mietitori ricevono la giusta paga per raccogliere le anime immortali per il cielo! Che soddisfazione per chi semina e per chi miete! 37 In questo caso è proprio vero che uno semina e qualcun altro raccoglie! 38 Vi ho mandato a mietere dove altri avevano faticato a seminare; avete raccolto i frutti della fatica di altri, che hanno lavorato prima di voi».

39 Molti abitanti di quel villaggio della Samaria credettero che Gesù era il Messia, grazie alle parole della donna samaritana che raccontava: «Quellʼuomo ha saputo dirmi tutto ciò che ho fatto!» 40 I Samaritani dunque andarono da Gesù e lo pregarono di rimanere nel loro villaggio. Ed egli accettò di restare per due giorni. 41 Bastò quel breve periodo, perché molti altri credessero in lui, dopo averlo ascoltato. 42 E dicevano alla donna: «Ora crediamo, non solo per il tuo racconto, ma perché lo abbiamo sentito con le nostre orecchie! Sappiamo che egli è davvero il Salvatore del mondo!»

43-44 Dopo essersi fermato quei due giorni, Gesù ripartì per la Galilea. Egli era solito dire: «Un profeta è onorato ovunque, eccetto nel proprio paese!» 45 Ma i Galilei lo accolsero a braccia aperte, perché erano stati a Gerusalemme per la festa della Pasqua ed avevano visto alcuni dei suoi miracoli.

Guarigione del figlio dellʼufficiale

46-47 Durante il viaggio attraverso la Galilea, Gesù giunse di nuovo nella città di Cana, la stessa in cui aveva trasformato lʼacqua in vino. Mentre si trovava là, un ufficiale governativo di Cafarnao, che aveva un figlio molto ammalato, venne a sapere che Gesù era tornato dalla Giudea. Lo andò a cercare, e lo pregò di seguirlo a Cafarnao, per guarire suo figlio moribondo.

48 Gesù gli disse: «Possibile che se non faccio miracoli nessuno mi crede?»

49 Lʼufficiale supplicò: «Signore, vieni subito, prima che il bambino muoia!»

50 Allora Gesù gli disse: «Torna a casa. Tuo figlio è guarito!» Lʼuomo gli credette e si avviò verso casa. 51 Mentre era per strada, alcuni suoi servi gli andarono incontro per comunicargli che tutto andava per il meglio: suo figlio era guarito. 52 Allora il padre chiese a che ora il ragazzo avesse cominciato a sentirsi meglio; gli risposero: «Ieri pomeriggio, verso lʼuna, la febbre è scomparsa improvvisamente!» 53 Così il padre constatò che tutto era accaduto nello stesso momento in cui Gesù aveva detto: «Tuo figlio è guarito». E lʼufficiale, con tutta la sua famiglia, credette che Gesù era il Messia.

54 Questo fu il secondo miracolo di Gesù in Galilea, dopo il suo arrivo dalla Giudea.

I Farisei protestano

In seguito, Gesù tornò a Gerusalemme in occasione di una festa religiosa ebraica. Nella città, vicino alla «Porta delle Pecore», cʼera la piscina di Betzaetà, circondata da cinque portici. Molti malati, zoppi, ciechi e paralitici sostavano sotto questi portici, aspettando che lʼacqua della vasca si muovesse. (Di tanto in tanto, infatti, un angelo del Signore veniva a smuovere lʼacqua; e la prima persona che vi si tuffava guariva). Fra quelli in attesa, cʼera un uomo paralizzato da trentotto anni. Quando Gesù lo vide, lì sdraiato, e seppe da quanto tempo era malato, gli chiese: «Non vorresti guarire?»

«Non posso», rispose lʼuomo, «perché non ho nessuno che mi aiuti a tuffarmi nella vasca, quando lʼacqua è mossa. Ogni volta che cerco di buttarmi cʼè sempre qualcun altro che arriva prima di me».

Allora Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua coperta e cammina!»

9-10 Immediatamente lʼuomo guarì, prese la coperta e cominciò a camminare. Era sabato quando Gesù fece questo miracolo, perciò i capi giudei protestarono. Rivolgendosi allʼuomo che era stato guarito, gridarono: «Non puoi lavorare di sabato! È contro la legge portare quella coperta!»

11 «È stato quello che mi ha guarito a dirmi di portarla!» rispose lʼuomo.

12 «E chi sarebbe quello che ti ha detto una cosa del genere?» gli chiesero.

13 Lʼuomo non lo sapeva, perché Gesù si era allontanato tra la folla.

14 Ma, dopo un poʼ, Gesù lo ritrovò nel tempio e gli disse: «Ora che stai bene, non continuare a peccare come prima, che non ti accada anche di peggio!»

15 Allora lʼuomo andò dai capi giudei ad informarli che era stato Gesù a guarirlo.

16 Così essi cominciarono ad accusare Gesù (con lo scopo di farlo condannare a morte), perché guariva i malati di sabato. 17 Ma Gesù disse: «Mio Padre opera senza interruzione, ed io sto seguendo il suo esempio».

18 A queste parole i capi giudei si dettero ancora più da fare per ucciderlo, perché, oltre ad aver disubbidito alla legge sul sabato, aveva parlato di Dio come di suo Padre, considerandosi perciò uguale a lui.

19 Così replicò Gesù ai suoi accusatori: «Il Figlio non può fare niente da solo. Fa soltanto ciò che vede fare dal Padre, e allo stesso modo. 20-21 Perché il Padre ama il Figlio e gli fa vedere tutto ciò che fa. Con lʼaiuto del Padre, il Figlio farà miracoli ben più grandi della guarigione di questʼuomo, tali da farvi restare senza parole! Avrà perfino il potere di risuscitare chi vuole, proprio come il Padre.

22 Inoltre il Padre non giudica nessuno, perché ha dato al Figlio tutto il potere di giudicare il peccato. 23 Così tutti onoreranno il Figlio, proprio come onorano il Padre. Ma chi non onora il Figlio, che Dio stesso ha mandato, non onora nemmeno il Padre.

24 In tutta sincerità, vi dico che chi ascolta il mio messaggio e crede in Dio, che mi ha mandato, ha la vita eterna. Non sarà più condannato per i propri peccati, ma è già passato dalla morte alla vita. 25 Aggiungo questo: arriverà il momento, anzi è già arrivato, in cui i morti udranno la mia voce, la voce del Figlio di Dio, e chi lʼascolta, vivrà. 26-27 Il Padre è fonte di vita ed ha concesso anche al Figlio di essere fonte di vita; gli ha dato il potere di giudicare i peccati di tutta lʼumanità, perché è il Figlio dellʼUomo. 28-29 Non vi meravigliate! Si avvicina il momento in cui tutti i morti nelle loro tombe udranno la voce del Figlio di Dio; e risusciteranno: quelli che hanno agito bene, risorgeranno per avere la vita eterna, gli altri che hanno agito male, per essere condannati.

30 Io non posso fare nulla da solo. Non giudico senza aver prima ascoltato il consiglio di mio Padre. E il mio giudizio è onesto e imparziale, perché non cerco di fare ciò che voglio io, ma la volontà di Dio, che mi ha mandato.

31 Quando parlo di me stesso, non sono creduto, 32-33 ma cʼè qualcun altro, Giovanni Battista, che dice le stesse cose sul mio conto. Voi avete mandato la vostra gente ad interrogarlo e vi assicuro che tutto ciò che ha detto è la pura verità! 34 Ma la testimonianza più vera su di me non viene da un essere umano, anche se ho ricordato le parole di Giovanni, perché possiate credere in me ed essere salvati. 35 Giovanni era come una lampada splendente di verità, ma voi avete voluto approfittare della sua luce solo per poco tempo! 36 A mio favore, però, cʼè una testimonianza ben più grande di quella di Giovanni. Parlo dei miei miracoli, che il Padre mi ha concesso di fare. Sono proprio quei miracoli che vi danno la prova che il Padre mi ha mandato. 37 Oltre a ciò, il Padre stesso ha testimoniato per me. Certo, non vi è apparso di persona, né vi ha parlato direttamente, 38 ma siete voi a non volerlo ascoltare, perché vi rifiutate di credere in me, che sono mandato per portarvi il messaggio di Dio.

39 Voi esaminate attentamente le Scritture, perché è tramite le Scritture che credete di avere la vita eterna. E dire che sono proprio loro che parlano di me! 40 Eppure, non volete venire da me per avere la vita eterna!

41-42 A me non importa affatto avere o non avere la vostra approvazione, perché so bene che voi non amate Dio. 43 Lo so, perché sono venuto per farvi conoscere mio Padre e voi mi respingete, mentre sareste pronti a ricevere il primo che capita, che non fosse mandato da Dio! 44 Non cʼè da meravigliarsi, se non credete, perché vi compiacete della reciproca considerazione, mentre ve ne infischiate della gloria che viene dallʼunico Dio!

45 Tuttavia, non sarò io ad accusarvi di questo davanti al Padre. Lo farà Mosè, lo stesso Mosè, nelle cui leggi sperate tanto per entrare in cielo! 46 Però, se aveste creduto a Mosè, dovreste credere anche a me; infatti è stato proprio lui a scrivere sul mio conto. Invece non avete voluto credergli, di conseguenza, non credete neppure a me. 47 Quindi, se non credete a ciò che ha scritto lui, come potete credere alle mie parole?»

Gesù sfama cinquemila uomini

Dopo aver detto queste cose, Gesù attraversò il mare di Galilea, detto anche lago di Tiberiade. 2-5 Era prossima la Pasqua, festività ebraica. Una immensa folla lo seguiva ovunque per vederlo guarire i malati. Gesù salì sulla montagna e si sedette, attorniato dai discepoli. Ben presto sʼaccorse che moltissime persone stavano salendo da lui.

Rivolgendosi a Filippo, gli chiese: «Filippo, dove possiamo comprare del pane per sfamare tutta questa gente?» (Gesù intendeva soltanto mettere alla prova Filippo, perché sapeva già che cosa avrebbe fatto).

Filippo rispose: «Ci vorrebbe un capitale soltanto per cominciare!»

8-9 Allora Andrea, fratello di Simon Pietro intervenne: «Cʼè qui un ragazzo con cinque pani dʼorzo e due pesci. Ma a che servono con tutta questa gente?»

10 «Dite a tutti di sedersi», ordinò Gesù. E tutta la gente si sedette sullʼerba. (Cʼerano circa cinquemila persone). 11 Allora Gesù prese i pani, ringraziò Dio, poi cominciò a distribuirli alla folla. Lo stesso fece con i pesci. E tutti mangiarono a sazietà!

12 «Ora raccogliete gli avanzi», ordinò Gesù ai discepoli, «che niente vada sprecato!» 13 Così con gli avanzi riempirono dodici cesti.

14 La gente, rendendosi conto del grande miracolo, cominciò ad esclamare: «È proprio lui il profeta che stavamo aspettando!»

15 Ma quando Gesù sʼaccorse che erano pronti a prenderlo con la forza per farlo loro re, si allontanò da solo e salì più in alto, sui monti.

16 Quella sera, i discepoli scesero sulla spiaggia ad aspettarlo. 17 Ma, poiché la notte era già calata e Gesù non si vedeva ancora, salirono sulla barca e si diressero, attraverso il lago, in direzione di Cafarnao. 18-19 Ben presto si levò un gran vento e il lago era molto agitato. Avevano già remato per quattro o cinque chilometri quando, improvvisamente, videro Gesù che camminava sullʼacqua e si dirigeva verso la barca. I discepoli rimasero agghiacciati dal terrore,