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5. CONCLUSIONE DEL DIALOGO

Lamenti e apologia di Giobbe:

A. I giorni passati

29 Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:

Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;
quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevan la mano sulla bocca;
10 la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato;
11 con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice,
con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza,
12 perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto,
l'orfano che ne era privo.
13 La benedizione del morente scendeva su di me
e al cuore della vedova infondevo la gioia.
14 Mi ero rivestito di giustizia come di un
vestimento;
come mantello e turbante era la mia equità.
15 Io ero gli occhi per il cieco,
ero i piedi per lo zoppo.
16 Padre io ero per i poveri
ed esaminavo la causa dello sconosciuto;
17 rompevo la mascella al perverso
e dai suoi denti strappavo la preda.
18 Pensavo: «Spirerò nel mio nido
e moltiplicherò come sabbia i miei giorni».
19 La mia radice avrà adito alle acque
e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.
20 La mia gloria sarà sempre nuova
e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.
21 Mi ascoltavano in attesa fiduciosa
e tacevano per udire il mio consiglio.
22 Dopo le mie parole non replicavano
e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.
23 Mi attendevano come si attende la pioggia
e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.
24 Se a loro sorridevo, non osavano crederlo,
né turbavano la serenità del mio volto.
25 Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
e vi rimanevo come un re fra i soldati
o come un consolatore d'afflitti.

B. Angoscia presente

30 Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
Hanno perduto ogni vigore;
disfatti dalla indigenza e dalla fame,
brucano per l'arido deserto,
da lungo tempo regione desolata,
raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli
e radici di ginestra per loro cibo.
Cacciati via dal consorzio umano,
a loro si grida dietro come al ladro;
sì che dimorano in valli orrende,
nelle caverne della terra e nelle rupi.
In mezzo alle macchie urlano
e sotto i roveti si adunano;
razza ignobile, anzi razza senza nome,
sono calpestati più della terra.
Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
10 Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
11 Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha
abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
12 A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
13 Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
14 Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
15 I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
16 Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.
17 Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
18 A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
19 Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
21 Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
22 mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
23 So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente.
24 Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera,
né per la sua sventura invoca aiuto.
25 Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri
e non mi sono afflitto per l'indigente?
26 Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male,
aspettavo la luce ed è venuto il buio.
27 Le mie viscere ribollono senza posa
e giorni d'affanno mi assalgono.
28 Avanzo con il volto scuro, senza conforto,
nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
29 Sono divenuto fratello degli sciacalli
e compagno degli struzzi.
30 La mia pelle si è annerita, mi si stacca
e le mie ossa bruciano dall'arsura.
31 La mia cetra serve per lamenti
e il mio flauto per la voce di chi piange.

Apologia di Giobbe

31 Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
Se il mio cuore fu sedotto da una donna
e ho spiato alla porta del mio prossimo,
10 mia moglie macini per un altro
e altri ne abusino;
11 difatti quello è uno scandalo,
un delitto da deferire ai giudici,
12 quello è un fuoco che divora fino alla
distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
13 Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
14 che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
15 Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto
anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
16 Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
17 mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse l'orfano,
18 poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin
dall'infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
19 Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
20 se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
21 se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
22 mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio,
23 perché mi incute timore la mano di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
24 Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: «Tu sei la mia fiducia»;
25 se godevo perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano;
26 se vedendo il sole risplendere
e la luna chiara avanzare,
27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28 anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale,
perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico
e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
30 io che non ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurando la sua morte con imprecazioni?
31 Non diceva forse la gente della mia tenda:
«A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?».
32 All'aperto non passava la notte lo straniero
e al viandante aprivo le mie porte.
33 Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia
colpa,
tenendo celato il mio delitto in petto,
34 come se temessi molto la folla,
e il disprezzo delle tribù mi spaventasse,
sì da starmene zitto senza uscire di casa.

38 Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono con essa;
39 se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
40 in luogo di frumento, getti spine,
ed erbaccia al posto dell'orzo.

35 Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
36 vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
37 Il numero dei miei passi gli manifesterei

e mi presenterei a lui come sovrano.
Quando Giobbe ebbe finito di parlare,

'Giobbe 29-31' not found for the version: La Bibbia della Gioia.

29 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

«Oh, potessi essere come nei mesi di un tempo, come nei giorni in cui Dio mi proteggeva,

quando la sua lampada brillava sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;

com'ero ai giorni della mia maturità, quando il consiglio segreto di Dio vegliava sulla mia tenda,

quando l'Onnipotente era ancora con me e i miei figli mi stavano intorno;

quando mi lavavo i piedi nel burro e la roccia versava per me ruscelli d'olio.

Quando uscivo verso la porta della città e rizzavo il mio seggio in piazza,

i giovani, al vedermi, si tiravano in disparte, i vecchi si alzavano e rimanevano in piedi;

i principi smettevano di parlare e si mettevano la mano alla bocca;

10 la voce dei capi si smorzava e la loro lingua si attaccava al palato.

11 L'orecchio che mi udiva, mi proclamava beato, e l'occhio che mi vedeva, mi rendeva testimonianza,

12 perché liberavo il povero che gridava in cerca di aiuto, e l'orfano che non aveva alcuno che l'aiutasse.

13 La benedizione del morente scendeva su di me e facevo esultare il cuore della vedova.

14 Avevo indossato la giustizia ed essa mi rivestiva; la mia equità mi faceva da mantello e turbante.

15 Ero occhi per il cieco e piedi per lo zoppo;

16 ero un padre per i poveri e investigavo il caso che non conoscevo.

17 Spezzavo le mascelle del malvagio e strappavo dai suoi denti la preda.

18 E pensavo: "Morirò nel mio nido e moltiplicherò i miei giorni come la sabbia;

19 le mie radici si stenderanno verso le acque, la rugiada rimarrà tutta la notte sul mio ramo;

20 la mia gloria sarà sempre nuova in me e il mio arco acquisterà nuova forza nella mia mano.

21 Gli astanti mi ascoltavano in aspettazione e tacevano per udire il mio consiglio.

22 Dopo che avevo parlato non replicavano, e le mie parole cadevano su di loro come gocce di rugiada.

23 Mi aspettavano come si aspetta la pioggia e spalancavano la loro bocca come per l'ultima pioggia.

24 Io sorridevo loro quando erano sfiduciati, e non potevano sminuire la luce del mio volto.

25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo e stavo come un re tra le sue schiere, come uno che consola gli afflitti».

30 «Ora invece i piú giovani di me mi deridono, quelli i cui padri avrei rifiutato di mettere fra i cani del mio gregge.

Del resto, a che cosa mi sarebbe valsa la forza delle loro mani? Il loro vigore è distrutto.

Emaciati per la miseria e per la fame, fuggono di notte nel deserto desolato e arido.

strappando erba amara accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo.

Sono scacciati di mezzo agli uomini che gridano dietro a loro come a ladri.

Sono costretti a vivere nei dirupi delle valli, nelle caverne della terra e fra le rocce;

urlano fra i cespugli e si stringono insieme sotto i rovi;

gente stupida, sí, gente spregevole, cacciati via dal paese.

Ora sono diventato il loro canto di scherno, sí, sono il loro zimbello.

10 Hanno orrore di me, stanno lontano da me e non esitano a sputarmi in faccia.

11 Poiché Dio ha allentato la corda della mia tenda e mi ha umiliato, essi hanno rotto ogni freno davanti a me.

12 Questa gentaglia si leva alla mia destra, spingono lontano i miei piedi e preparano contro di me le vie per distruggermi.

13 Sovvertono il mio cammino, peggiorano la mia sventura, anche se nessuno li soccorre.

14 Si avvicinano come attraverso un'ampia breccia, si lanciano su di me come un uragano.

15 Mi piombano addosso terrori, danno la caccia al mio onore come il vento, e la mia prosperità si dilegua come una nube.

16 Ora mi struggo dentro di me, e i giorni di afflizione mi sono venuti addosso,

17 Di notte mi sento trafiggere le ossa, e i dolori che mi rodono non mi danno tregua.

18 Per la grande violenza la mia veste si deforma, mi stringe attorno come il colletto del mio mantello.

19 Egli mi ha gettato nel fango e sono diventato come polvere e cenere.

20 Io grido a te, e tu non mi rispondi; ti sto davanti, ma tu mi stai ad osservare.

21 Sei divenuto crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.

22 Mi sollevi in alto sul vento, mi fai cavalcare su di esso e mi fai scomparire nella tempesta.

23 So infatti che tu mi conduci alla morte, alla casa di convegno di tutti i viventi.

24 Certamente non stenderà la sua mano alla tomba, anche se nella sua sventura grida in cerca di aiuto.

25 Non ho forse io pianto per chi era nell'avversità, e non mi sono addolorato per il povero?

26 Quando aspettavo il bene, è venuto il male; quando aspettavo la luce, è venuta l'oscurità.

27 Le mie viscere ribollono senza tregua, sono venuti per me giorni d'afflizione.

28 Vado attorno tutto annerito, ma non dal sole; mi alzo nell'assemblea e grido in cerca di aiuto.

29 Sono diventato fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi.

30 La mia pelle si è annerita su di me e le mie ossa bruciano dal calore.

31 La mia cetra serve solo per lamenti e il mio flauto per voci di pianto»

31 «Io avevo stretto un patto con i miei occhi; come potevo quindi fissare lo sguardo su una vergine?

Qual è la sorte assegnatami da Dio da lassú, e l'eredità dell'Onnipotente dai luoghi eccelsi?

Non è forse la sventura per il perverso e la calamità per ehi fa il male

Non vede egli le mie vie e non conta tutti i miei passi?

Se ho agito con falsità, o il mio piede si è affrettato a seguire la frode,

mi pesi pure con una giusta bilancia, e Dio riconoscerà la mia integrità.

Se i miei passi sono usciti dalla retta via, e il mio cuore ha seguito i miei occhi, o qualche macchia si è attaccata alle mie mani,

che io semini e un altro mangi, e i miei discendenti siano sradicati.

Se il mio cuore è stato sedotto da una donna e ho spiato alla porta del mio prossimo,

10 che mia moglie macini per un altro, e che altri si pieghino sopra di lei.

11 Poiché quella sarebbe una scelleratezza, una colpa che deve essere punita dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino ad Abaddon, e avrebbe distrutto fin dalle radici tutto il mio raccolto.

13 Se ho respinto il diritto del mio servo e della mia serva, quando erano in lite con me,

14 che cosa farei quando Dio si levasse contro di me, e che cosa risponderei quando mi chiedesse conto?

15 Chi ha fatto me nel grembo materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso Dio a formarci nel grembo?

16 Se ho rifiutato ai poveri ciò che desideravano e ho fatto languire gli occhi della vedova

17 se ho mangiato da solo il mio tozzo di pane senza che ne mangiasse una parte l'orfano,

18 (ma fin dalla mia giovinezza io l'ho allevato come un padre, e fin dal grembo di mia madre sono stato guida alla vedova),

19 se ho visto alcuno perire per mancanza di vesti o un povero che non aveva di che coprirsi,

20 se i suoi lombi non mi hanno benedetto, e non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

21 se ho alzato la mano contro l'orfano perché sapevo di avere aiuto alla porta,

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua scapola, il mio braccio si rompa al gomito!

23 Poiché la calamità che viene da Dio mi incute spavento, e a motivo della sua maestà non potevo fare nulla.

24 Se ho riposto la mia fiducia nell'oro, e all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia speranza",

25 se mi sono rallegrato perché le mie ricchezze erano grandi, e perché la mia mano ha accumulato tanti beni,

26 se ho guardato il sole quando brilla o la luna che avanzava splendente, e il mio cuore si è lasciato segretamente sedurre e la mia bocca ha baciato la mia mano;

27 anche questa sarebbe una colpa che deve essere punita dai giudici perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.

28 Se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e mi sono innalzato, perché lo aveva colpito la sventura.

29 (ma io non ho permesso alla mia bocca di peccare, augurandogli la morte con una maledizione);

30 se la gente della mia tenda non ha detto: "chi può trovare uno che non si è saziato con la sua carne?

31 (inoltre nessun forestiero passava la notte all'aperto, perchè aprivo le mie porte al viandante)

32 se ho coperto i miei peccati come Adamo celando la mia colpa in petto,

33 perché avevo paura della grande folla e il disprezzo delle famiglie mi spaventava, sí da star zitto senza uscir di casa.

34 Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco la mia firma! L'Onnipotente mi risponda! Il mio avversario scriva un documento,

35 e io lo porterei certamente sulle mie spalle e lo cingerei come un diadema;

36 gli renderei conto di tutti i miei passi, presentandomi a lui come un principe.

37 Se la mia terra grida contro di me e i suoi solchi piangono insieme ad essa,

38 se ho mangiato il suo frutto senza pagare, se ho fatto esalare l'ultimo respiro ai suoi padroni,

39 invece di grano crescano spine, ed erbacce al posto dell'orzo».

40 Qui terminano le parole di Giobbe.