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Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore(A)

(B)Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar[a] fra i deportati, i cieli si aprirono e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui.

Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi, e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; brillavano come il bagliore del bronzo lucente. Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando non si voltavano, ognuno camminava diritto davanti a sé. 10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra e tutti e quattro una faccia d’aquila. 11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che si univano a quelle dell’altro e due che coprivano loro il corpo. 12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito li faceva andare e, camminando, non si voltavano. 13 L’aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. 14 Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.

15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 16 L’aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito, tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota. 17 Quando si muovevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato e, andando, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d’occhi tutto intorno. 19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si muovevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. 20 Dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anch’esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

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Footnotes

  1. Ezechiele 1:1 Il fiume Chebar, canale assai largo che collegava il Tigri all’Eufrate.

Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore(A)

(B)Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar[a] fra i deportati, i cieli si aprirono e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui.

Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi, e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; brillavano come il bagliore del bronzo lucente. Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando non si voltavano, ognuno camminava diritto davanti a sé. 10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra e tutti e quattro una faccia d’aquila. 11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che si univano a quelle dell’altro e due che coprivano loro il corpo. 12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito li faceva andare e, camminando, non si voltavano. 13 L’aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. 14 Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.

15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 16 L’aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito, tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota. 17 Quando si muovevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato e, andando, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d’occhi tutto intorno. 19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si muovevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. 20 Dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anch’esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

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  1. Ezechiele 1:1 Il fiume Chebar, canale assai largo che collegava il Tigri all’Eufrate.

Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore(A)

(B)Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar[a] fra i deportati, i cieli si aprirono e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui.

Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi, e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; brillavano come il bagliore del bronzo lucente. Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando non si voltavano, ognuno camminava diritto davanti a sé. 10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra e tutti e quattro una faccia d’aquila. 11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che si univano a quelle dell’altro e due che coprivano loro il corpo. 12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito li faceva andare e, camminando, non si voltavano. 13 L’aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. 14 Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.

15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 16 L’aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito, tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota. 17 Quando si muovevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato e, andando, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d’occhi tutto intorno. 19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si muovevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. 20 Dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anch’esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

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  1. Ezechiele 1:1 Il fiume Chebar, canale assai largo che collegava il Tigri all’Eufrate.

Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore(A)

(B)Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar[a] fra i deportati, i cieli si aprirono e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui.

Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi, e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; brillavano come il bagliore del bronzo lucente. Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando non si voltavano, ognuno camminava diritto davanti a sé. 10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra e tutti e quattro una faccia d’aquila. 11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che si univano a quelle dell’altro e due che coprivano loro il corpo. 12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito li faceva andare e, camminando, non si voltavano. 13 L’aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. 14 Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.

15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 16 L’aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito, tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota. 17 Quando si muovevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato e, andando, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d’occhi tutto intorno. 19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si muovevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. 20 Dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anch’esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

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  1. Ezechiele 1:1 Il fiume Chebar, canale assai largo che collegava il Tigri all’Eufrate.

Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore(A)

(B)Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar[a] fra i deportati, i cieli si aprirono e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui.

Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi, e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; brillavano come il bagliore del bronzo lucente. Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando non si voltavano, ognuno camminava diritto davanti a sé. 10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra e tutti e quattro una faccia d’aquila. 11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che si univano a quelle dell’altro e due che coprivano loro il corpo. 12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito li faceva andare e, camminando, non si voltavano. 13 L’aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. 14 Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.

15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 16 L’aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito, tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota. 17 Quando si muovevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato e, andando, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d’occhi tutto intorno. 19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si muovevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. 20 Dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anch’esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

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  1. Ezechiele 1:1 Il fiume Chebar, canale assai largo che collegava il Tigri all’Eufrate.

Israele in Egitto; oppressione e liberazione(A)(B)

Schiavitù d’Israele in Egitto

(C)Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali, Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno.

(D)Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.

15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente.

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Israele in Egitto; oppressione e liberazione(A)(B)

Schiavitù d’Israele in Egitto

(C)Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali, Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno.

(D)Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.

15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente.

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Israele in Egitto; oppressione e liberazione(A)(B)

Schiavitù d’Israele in Egitto

(C)Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali, Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno.

(D)Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.

15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente.

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Israele in Egitto; oppressione e liberazione(A)(B)

Schiavitù d’Israele in Egitto

(C)Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali, Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno.

(D)Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.

15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente.

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Israele in Egitto; oppressione e liberazione(A)(B)

Schiavitù d’Israele in Egitto

(C)Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali, Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno.

(D)Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.

15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente.

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Il prologo(A)

(B)C’era nel paese di Uz[a] un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.

Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali[b].

I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.

Giobbe accusato da Satana

(C)Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana[c] venne anch’egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa». Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? 10 Non l’hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. 11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». 12 Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stendere la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

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Footnotes

  1. Giobbe 1:1 Uz, regione di Edom a sud del Mar Morto; cfr. La 4:21.
  2. Giobbe 1:3 Orientali, indigeni delle tribù arabe situate a oriente della Palestina.
  3. Giobbe 1:6 Satana, lett. il satana, cioè l’avversario.

Il prologo(A)

(B)C’era nel paese di Uz[a] un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.

Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali[b].

I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.

Giobbe accusato da Satana

(C)Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana[c] venne anch’egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa». Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? 10 Non l’hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. 11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». 12 Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stendere la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

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Footnotes

  1. Giobbe 1:1 Uz, regione di Edom a sud del Mar Morto; cfr. La 4:21.
  2. Giobbe 1:3 Orientali, indigeni delle tribù arabe situate a oriente della Palestina.
  3. Giobbe 1:6 Satana, lett. il satana, cioè l’avversario.

Il prologo(A)

(B)C’era nel paese di Uz[a] un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.

Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali[b].

I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.

Giobbe accusato da Satana

(C)Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana[c] venne anch’egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa». Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? 10 Non l’hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. 11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». 12 Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stendere la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

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Footnotes

  1. Giobbe 1:1 Uz, regione di Edom a sud del Mar Morto; cfr. La 4:21.
  2. Giobbe 1:3 Orientali, indigeni delle tribù arabe situate a oriente della Palestina.
  3. Giobbe 1:6 Satana, lett. il satana, cioè l’avversario.

Il prologo(A)

(B)C’era nel paese di Uz[a] un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.

Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali[b].

I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.

Giobbe accusato da Satana

(C)Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana[c] venne anch’egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa». Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? 10 Non l’hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. 11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». 12 Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stendere la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

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  1. Giobbe 1:1 Uz, regione di Edom a sud del Mar Morto; cfr. La 4:21.
  2. Giobbe 1:3 Orientali, indigeni delle tribù arabe situate a oriente della Palestina.
  3. Giobbe 1:6 Satana, lett. il satana, cioè l’avversario.

Il fico sterile

18 (A)La mattina, tornando in città, ebbe fame. 19 E, vedendo un fico sulla strada, gli si accostò, ma non vi trovò altro che foglie; e gli disse: «Mai più nasca frutto da te, in eterno». E subito il fico si seccò.

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