2 Samuele 12:15-14:33
La Nuova Diodati
15 Poi Nathan tornò a casa sua. L'Eterno quindi colpí il bambino che la moglie di Uriah aveva partorito a Davide, ed egli si ammalò.
16 Allora Davide supplicò DIO per il bambino e digiunò; poi entrò in casa e passò la notte giacendo per terra.
17 Gli anziani della sua casa insistettero con lui perché si alzasse da terra ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
18 Or avvenne che il settimo giorno il bambino morí e i servi di Davide temevano di fargli sapere che il bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato ma egli non ha ascoltato le nostre parole. Come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe procurarsi del male».
19 Quando Davide vide che i suoi servi parlavano sottovoce, comprese che il bambino era morto; perciò Davide disse ai suoi servi: «E' morto il bambino?». Essi risposero: «E' morto».
20 Allora Davide si alzò da terra, si lavò, Si unse e cambiò le sue vesti, poi andó nella casa dell'Eterno e si prostrò; tornò quindi a casa sua e chiese che gli portassero del cibo, e mangiò.
21 I suoi servi gli dissero: «Che cosa hai fatto? Quando il bambino era ancora vivo, hai digiunato e hai pianto; dopo invece che il bambino è morto, ti sei alzato e hai mangiato».
22 Egli rispose: «Quando il bambino era vivo ancora, digiunavo e piangevo, perché dicevo: "Chi sa che l'Eterno non abbia pietà di me e lasci vivere il bambino?". Ma ora egli è morto. Perché dovrei digiunare?
23 Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!».
24 Poi Davide consolò Bath-Sceba sua moglie, entrò da lei e si coricò insieme; cosí ella partorí un figlio, che egli chiamò Salomone; e l'Eterno lo amò.
25 Mandò poi un messaggio tramite il profeta Nathan che gli pose nome Jedi-diah, a motivo dell'amore dell'Eterno.
26 Intanto Joab combattè contro Rabbah dei figli di Ammon ed espugnò la città reale.
27 Joab mandò quindi messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabbah e mi sono impadronito delle sue provviste d'acqua.
28 Ora perciò raduna il resto del popolo, accampati contro la città e prendila altrimenti prenderò io la città ed essa porterà il mio nome».
29 Allora Davide radunò tutto il popolo, andò a Rabbah, l'assalí e la prese.
30 Tolse poi dalla testa del loro re la corona, che pesava un talento d'oro e conteneva pietre preziose; essa fu posta sulla testa di Davide. Inoltre egli portò via dalla città un grandissimo bottino.
31 Fece uscire gli abitanti che erano nella città e li mise al lavoro con seghe erpici di ferro, scuri di ferro, e li pose a lavorare in fornaci di mattoni, cosí fece a tutte le città dei figli di Ammon. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutto il popolo.
13 In seguito avvenne che Absalom figlio di Davide, aveva una sorella molto bella chiamata Tamar; or Amnon, figlio di Davide, si innamorò di lei.
2 Amnon fu preso da tale passione per sua sorella Tamar da cadere malato, perché essa era vergine; e pareva difficile ad Amnon di poterle fare qualcosa.
3 Or Amnon aveva un amico, chiamato Jonadab, figlio di Scimeah, fratello di Davide; Jonadab era un uomo molto astuto.
4 Questi gli disse: «Perché mai, o figlio del re, continui a dimagrire ogni giorno che passa? Non me lo vuoi dire?». Amnon gli rispose: «Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Absalom».
5 Allora Jonadab gli disse: «Mettiti a letto e fingiti malato; quando poi tuo padre verrà a vederti, digli: "Fa
6 Cosí Amnon si mise a letto e si finse ammalato; quando poi il re lo venne a vedere, Amnon gli disse: «Lascia, ti prego, che mia sorella Tamar venga e faccia un paio di focacce in mia presenza; cosí prenderò cibo dalle sue mani».
7 Allora Davide mandò a casa di Tamar a dirle: «Va' a casa di tuo fratello Amnon e preparagli qualcosa da mangiare».
8 Tamar andò a casa di suo fratello Amnon, che si trovava a letto. Prese quindi un po' di farina la impastò, ne fece delle focacce sotto i suoi occhi e le fece cuocere.
9 Poi prese la padella e versò le focacce davanti a lui; ma Amnon rifiutò di mangiare e disse: «Fate uscire di qui tutta la gente». Tutti quanti uscirono.
10 Allora Amnon disse a Tamar: «Portami il cibo in camera e lo prenderò dalle tue mani». Cosí Tamar prese le focacce che aveva fatto e le portò in camera a Amnon suo fratello.
11 Mentre gliele dava da mangiare, egli l'afferrò e le disse: «Vieni, coricati con me, sorella mia».
12 Lei gli rispose: «No, fratello mio, non umiliarmi cosí; questo non si fa in Israele; non commettere una tale infamia!
13 Io dove andrei a portare la mia vergogna? Tu invece saresti considerato uno scellerato in Israele. Ora, ti prego, parlane piuttosto al re, ed egli non mi rifiuterà a te».
14 Egli però non volle ascoltarla ma essendo piú forte di lei, la violentò e si coricò con lei.
15 Poi Amnon prese a odiarla di un odio grandissimo, cosicché l'odio che aveva per lei era piú grande dell'amore con cui prima l'aveva amata. Cosí Amnon le disse: «Lèvati, vattene!».
16 Ma ella rispose: «Oh no! Il danno che mi faresti scacciandomi sarebbe maggiore di quello che mi hai già fatto». Egli però non volle ascoltarla.
17 Chiamato quindi il servo che lo assisteva, gli disse: «Scaccia costei lontano da me e chiudi la porta dietro di lei».
18 Ella indossava una tunica con le maniche perché cosí vestivano le figlie del re ancora vergini. Il servo di Amnon dunque la mise fuori e chiuse la porta dietro di lei.
19 Tamar allora si cosparse la testa di cenere, si stracciò di dosso la tunica con le maniche, si mise la mano sul capo e se ne andò gridando.
20 Absalom, suo fratello, le disse: «Forse tuo fratello Amnon è stato con te? Per ora taci, sorella mia; egli è tuo fratello non avvilirti per questo». Cosí Tamar se ne rimase desolata in casa di Absalom suo fratello.
21 Quando il re Davide venne a sapere di tutte queste cose, ne fu fortemente adirato.
22 Ma Absalom non rivolse ad Amnon alcuna parola, né in bene né in male perché odiava Amnon per aver umiliato sua sorella Tamar.
23 Due anni dopo, avendo Absalom i tosatori a Baal-Hatsor presso Efraim, invitò tutti i figli del re.
24 Absalom andò a trovare il re e gli disse: «Ecco, il tuo servo ha i tosatori, ti prego, venga anche il re con i suoi servi a casa del tuo servo!».
25 Ma il re disse ad Absalom: «No, figlio mio, non veniamo tutti ora, per non esserti di peso». Benché egli insistesse, il re non volle andare, ma gli diede la sua benedizione.
26 Absalom allora disse: «Se non vuoi venire tu, ti prego, permetti ad Amnon mio fratello di venire con noi». Il re gli rispose: «Perché dovrebbe venire con te?».
27 Ma Absalom tanto insistè, che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re.
28 Or Absalom aveva dato quest'ordine ai suoi servi, dicendo: «Fate attenzione, quando Amnon sarà brillo per il vino e io vi dirò: "Colpite Amnon!", voi uccidetelo e non abbiate paura. Non sono io che ve lo comando? Siate coraggiosi e mostratevi forti!».
29 Cosí i servi di Absalom fecero ad Amnon come Absalom aveva comandato. Allora tutti i figli del re si levarono, montarono ciascuno sul suo mulo e fuggirono.
30 Mentre essi erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: «Absalom ha ucciso tutti i figli del re e non ne è scampato neppure uno».
31 Allora il re si levò, si strappò le vesti e si gettò per terra, e tutti i suoi servi gli stavano attorno, con le vesti stracciate.
32 Ma Jonadab, figlio di Scimeah, fratello di Davide, prese a dire: «Non pensi il mio signore che tutti i giovani, i figli del re, sono stati uccisi; il solo Amnon è morto. Per comando di Absalom la cosa era stata decisa fin dal giorno che Amnon umiliò sua sorella Tamar.
33 Ora perciò il re mio signore non si addolori, pensando che tutti i figli del re siano morti; il solo Amnon è morto
34 e Absalom è fuggito». Intanto il giovane che era di sentinella alzò gli occhi, guardo, ed ecco che una gran moltitudine di gente veniva sulla strada alle sue spalle, dal lato del monte.
35 Jonadab disse al re: «Ecco i figli del re che arrivano! La cosa sta come il tuo servo ha detto».
36 Come ebbe finito di parlare ecco giungere i figli del re, i quali alzarono la voce e piansero; anche il re e tutti i suoi servi piansero dirottamente.
37 Absalom invece era fuggito ed era andato da Talmai, figlio di Ammihud re di Gheshur. Davide faceva cordoglio per suo figlio ogni giorno.
38 Cosí Absalom fuggí e andò a Gheshur dove rimase tre anni.
39 Il re Davide desiderava andare da Absalom, perché Davide si era ormai consolato della morte di Amnon.
14 Or Joab, figlio di Tseruiah, si accorse che il cuore del re era preoccupato per Absalom.
2 Cosí Joab mandò qualcuno a Tekoa e ne fece venire una donna saggia, alla quale disse: «Fingi di essere in lutto e indossa una veste da lutto; non ungerti con olio, ma comportati come una donna che pianga da molto tempo un morto.
3 Va' quindi dal re e parlagli in questo modo». E Joab le mise in bocca ciò che doveva dire.
4 La donna di Tekoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiuto, o re!».
5 Il re le disse: «Che hai?». Ella rispose: «Purtroppo sono una vedova e mio marito è morto.
6 La tua serva aveva due figli, ma i due ebbero una lite fra di loro nei campi e non essendoci nessuno a separarli, uno colpí l'altro e l'uccise.
7 Ora tutta la parentela è insorta contro la tua serva, dicendo: "Consegnaci colui che ha ucciso il fratello, affinché lo facciamo morire per la vita di suo fratello che egli ha ucciso e per sterminare anche l'erede". In questo modo spegneranno l'unico tizzone acceso che mi è rimasto e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla faccia della terra».
8 Il re disse alla donna: «Va' a casa tua io darò ordini a tuo riguardo».
9 La donna di Tekoa disse al re: «O re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono siano innocenti».
10 Il re disse: «Se qualcuno ti dovesse dire qualcosa, conducilo da me e vedrai che non ti molesterà piú».
11 Allora ella disse: «Si ricordi, per favore, il re, dell'Eterno, il tuo DIO, affinché il vendicatore del sangue non continui piú a distruggere perché mio figlio non sia sterminato». Egli rispose: «Com'è vero che l'Eterno vive, non cadrà a terra un sol capello di tuo figlio!».
12 Allora la donna disse: «Deh, permetti che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!». Egli rispose: «Di' pure».
13 Riprese la donna: «Perché hai tu ideato una cosa del genere contro il popolo di DIO? Parlando in questo modo, infatti, il re è in qualche modo colpevole, perché il re non fa ritornare chi è in esilio.
14 Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si può raccogliere, ma DIO non toglie la vita, ma escogita il modo col quale chi è in esilio non rimanga lontano da lui.
15 Ora sono venuta a parlare di questa cosa al re mio signore, perché il popolo mi ha fatto paura; e la tua serva ha detto: "Voglio parlare al re; forse il re farà ciò che la sua serva gli dirà.
16 Il re ascolterà la sua serva e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminare me e mio figlio dalla eredità di DIO".
17 La tua serva diceva: "Oh, possa la parola del re, mio signore, darmi conforto perché il re mio signore è come un angelo di DIO nel discernere il bene e il male". L'Eterno, il tuo DIO, sia con te».
18 Il re rispose e disse alla donna: «Ti prego, non nascondermi nulla di ciò che ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio signore».
19 Allora il re disse: «La mano di Joab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Com'è vero che tu vivi, o re mio signore, la cosa sta né piú né meno come ha detto il re mio signore, è stato infatti il tuo servo Joab che mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua serva.
20 Il tuo servo Joab ha fatto questo per produrre un cambiamento nella presente situazione; ma il mio signore ha la stessa sapienza di un angelo di DIO per capire tutto ciò che avviene sulla terra».
21 Allora il re disse a Joab: «Ecco, farò proprio questo. Va' dunque e fa' tornare il giovane Absalom».
22 Allora Joab si gettò con la faccia a terra, si prostrò e benedisse il re. Poi Joab disse: «Oggi il tuo servo riconosce di aver trovato grazia ai tuoi occhi o re, mio signore, perché il re ha fatto ciò che il suo servo ha chiesto».
23 Cosí Joab si levò e andò a Gheshur, e condusse Absalom a Gerusalemme.
24 Ma il re disse: «Si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!». Cosí Absalom si ritirò in casa sua e non vide la faccia del re.
25 Or in tutto Israele non vi era uomo che fosse lodato per la sua bellezza come Absalom; dalla pianta dei piedi alla cima del capo non vi era in lui difetto alcuno.
26 Quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo), egli pesava i capelli del suo capo; essi pesavano duecento sicli a peso del re.
27 Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell'aspetto.
28 Absalom abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.
29 Poi Absalom fece chiamare Joab per mandarlo dal re, ma egli non volle venire da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma non volle venire.
30 Allora Absalom disse ai suoi servi: «Ecco, il campo di Joab è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ad appiccarvi il fuoco!». Cosí i servi di Absalom appiccarono il fuoco al campo.
31 Allora Joab si levò, andò a casa di Absalom e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?».
32 Absalom rispose a Joab: «Io ti avevo mandato a dire: "Vieni qui, affinché possa mandarti dal re a dirgli: Perché sono tornato da Gheshur? Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là". Ora quindi permettimi di vedere la faccia del re. Se poi in me vi è qualche iniquità, che mi faccia morire!».
33 Joab allora andò dal re e gli riferí la cosa. Questi fece chiamare Absalom che venne dal re e si prostrò con la faccia a terra davanti a lui; e il re baciò Absalom.
Copyright © 1991 by La Buona Novella s.c.r.l.