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So I made up my mind not to make you another painful visit. For if I cause you pain, who is there to make me glad but the one whom I have pained? And I wrote as I did, so that when I came, I might not suffer pain from those who should have made me rejoice; for I am confident about all of you, that my joy would be the joy of all of you. For I wrote you out of much distress and anguish of heart and with many tears, not to cause you pain, but to let you know the abundant love that I have for you.

Forgiveness for the Offender

But if anyone has caused pain, he has caused it not to me, but to some extent—not to exaggerate it—to all of you. This punishment by the majority is enough for such a person; so now instead you should forgive and console him, so that he may not be overwhelmed by excessive sorrow. So I urge you to reaffirm your love for him. I wrote for this reason: to test you and to know whether you are obedient in everything. 10 Anyone whom you forgive, I also forgive. What I have forgiven, if I have forgiven anything, has been for your sake in the presence of Christ. 11 And we do this so that we may not be outwitted by Satan; for we are not ignorant of his designs.

Paul’s Anxiety in Troas

12 When I came to Troas to proclaim the good news of Christ, a door was opened for me in the Lord; 13 but my mind could not rest because I did not find my brother Titus there. So I said farewell to them and went on to Macedonia.

14 But thanks be to God, who in Christ always leads us in triumphal procession, and through us spreads in every place the fragrance that comes from knowing him. 15 For we are the aroma of Christ to God among those who are being saved and among those who are perishing; 16 to the one a fragrance from death to death, to the other a fragrance from life to life. Who is sufficient for these things? 17 For we are not peddlers of God’s word like so many;[a] but in Christ we speak as persons of sincerity, as persons sent from God and standing in his presence.

Ministers of the New Covenant

Are we beginning to commend ourselves again? Surely we do not need, as some do, letters of recommendation to you or from you, do we? You yourselves are our letter, written on our[b] hearts, to be known and read by all; and you show that you are a letter of Christ, prepared by us, written not with ink but with the Spirit of the living God, not on tablets of stone but on tablets of human hearts.

Such is the confidence that we have through Christ toward God. Not that we are competent of ourselves to claim anything as coming from us; our competence is from God, who has made us competent to be ministers of a new covenant, not of letter but of spirit; for the letter kills, but the Spirit gives life.

Now if the ministry of death, chiseled in letters on stone tablets,[c] came in glory so that the people of Israel could not gaze at Moses’ face because of the glory of his face, a glory now set aside, how much more will the ministry of the Spirit come in glory? For if there was glory in the ministry of condemnation, much more does the ministry of justification abound in glory! 10 Indeed, what once had glory has lost its glory because of the greater glory; 11 for if what was set aside came through glory, much more has the permanent come in glory!

12 Since, then, we have such a hope, we act with great boldness, 13 not like Moses, who put a veil over his face to keep the people of Israel from gazing at the end of the glory that[d] was being set aside. 14 But their minds were hardened. Indeed, to this very day, when they hear the reading of the old covenant, that same veil is still there, since only in Christ is it set aside. 15 Indeed, to this very day whenever Moses is read, a veil lies over their minds; 16 but when one turns to the Lord, the veil is removed. 17 Now the Lord is the Spirit, and where the Spirit of the Lord is, there is freedom. 18 And all of us, with unveiled faces, seeing the glory of the Lord as though reflected in a mirror, are being transformed into the same image from one degree of glory to another; for this comes from the Lord, the Spirit.

Footnotes

  1. 2 Corinthians 2:17 Other ancient authorities read like the others
  2. 2 Corinthians 3:2 Other ancient authorities read your
  3. 2 Corinthians 3:7 Gk on stones
  4. 2 Corinthians 3:13 Gk of what

Avevo infatti deciso in me stesso di non venire a rattristarvi una seconda volta. Perché, se io vi rattristo, chi mi rallegrerà se non colui che sarà stato da me rattristato? Vi ho scritto a quel modo affinché, al mio arrivo, io non abbia tristezza da coloro dai quali dovrei avere gioia; avendo fiducia, riguardo a voi tutti, che la mia gioia è la gioia di tutti voi. Poiché vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte lacrime, non già per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’amore grandissimo che ho per voi.

Perdono per il colpevole

(A)Ora se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me quanto, in qualche misura, per non esagerare, tutti voi. Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza. Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; poiché anche per questo vi ho scritto: per mettervi alla prova e vedere[a] se siete ubbidienti in ogni cosa. 10 A chi voi perdonate qualcosa, perdono anch’io; perché anch’io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l’ho fatto[b] per amore vostro, davanti a Cristo, 11 affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni.

12 Giunto a Troas per il vangelo di Cristo, una porta mi fu aperta dal Signore, 13 ma non ero tranquillo nel mio spirito perché non vi trovai Tito, mio fratello; così, congedatomi da loro, partii per la Macedonia.

Vittoria in Cristo

14 (B)Ma grazie siano rese a Dio, che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande dappertutto il profumo della sua conoscenza. 15 Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; 16 per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita. E chi è sufficiente a queste cose? 17 Noi non siamo infatti come quei molti[c] che falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo.

Ministero del nuovo patto

(C)Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O abbiamo bisogno, come alcuni, di lettere di raccomandazione presso di voi o da voi?[d] La nostra lettera siete voi, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini; è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne[e].

Una simile fiducia noi l’abbiamo per mezzo di Cristo presso Dio. Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi, ma la nostra capacità viene da Dio.

Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica.

(D)Ora se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d’Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se infatti il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia. 10 Anzi, quello che nel primo fu reso glorioso, non fu reso veramente glorioso, quando lo si confronti con la gloria tanto superiore del secondo; 11 infatti, se ciò che era transitorio fu circondato di gloria, molto più grande è la gloria di ciò che è duraturo.

12 Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza[f] 13 e non facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul volto perché i figli d’Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio. 14 Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d’oggi, quando leggono l’antico patto, lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. 15 Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; 16 però, quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso. 17 Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore [lì] c’è libertà. 18 E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore[g], siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito[h].

Footnotes

  1. 2 Corinzi 2:9 Per mettervi alla prova e vedere, lett. per conoscere la vostra prova.
  2. 2 Corinzi 2:10 TR e M perché anch’io, se ho perdonato qualcosa, a chi ho perdonato, l’ho fatto…
  3. 2 Corinzi 2:17 M noi non siamo infatti come gli altri…
  4. 2 Corinzi 3:1 TR e M lettere di raccomandazione presso di voi o di (lettere) di raccomandazione da voi?
  5. 2 Corinzi 3:3 TR che sono un cuore di carne.
  6. 2 Corinzi 3:12 Ci comportiamo con molta franchezza, altri traducono: usiamo grande franchezza nel parlare.
  7. 2 Corinzi 3:18 Contemplando… la gloria del Signore, altri traducono: riflettendo a mo’ di specchi la gloria del Signore...
  8. 2 Corinzi 3:18 L’azione del Signore, che è lo Spirito, altri traducono: l’azione dello Spirito del Signore.

Ich habe mir aber vorgenommen, nicht wieder in Betrübnis zu euch zu kommen.

Denn wenn ich euch betrübe, wer ist es dann, der mich erfreut, wenn nicht der, welcher von mir betrübt wird?

Darum habe ich euch dies auch geschrieben, damit ich nicht, wenn ich komme, von denen Betrübnis habe, über die ich mich freuen sollte; da ich doch zu euch allen das Vertrauen habe, dass meine Freude euer aller Freude ist.

Ich habe euch nämlich aus viel Bedrängnis und Herzensnot heraus geschrieben, unter vielen Tränen, nicht damit ihr betrübt werdet, sondern damit ihr die Liebe erkennt, die ich in besonderer Weise zu euch habe.

Vergebung für den Schuldigen

Hat aber jemand Betrübnis verursacht, so hat er nicht mich betrübt, sondern zum Teil — damit ich nicht zu viel sage — euch alle.

Für den Betreffenden sei die Bestrafung vonseiten der Mehrheit genug,

sodass ihr ihm nun im Gegenteil besser Vergebung und Trost gewährt, damit der Betreffende nicht in übermäßiger Traurigkeit versinkt.

Darum ermahne ich euch, Liebe gegen ihn walten zu lassen.

Denn ich habe euch auch deshalb geschrieben, um eure Zuverlässigkeit zu erkennen, ob ihr in allem gehorsam seid.

10 Wem ihr aber etwas vergebt, dem vergebe ich auch; denn wenn ich auch jemand etwas vergebe, so vergebe ich es um euretwillen, vor dem Angesicht des Christus,

11 damit wir nicht von dem Satan übervorteilt werden; seine Absichten sind uns nämlich nicht unbekannt.

Der Dienst des Apostels in der Verkündigung des Evangeliums

12 Als ich aber nach Troas kam, um das Evangelium von Christus zu verkündigen, und mir eine Tür geöffnet war im Herrn,

13 hatte ich gleichwohl keine Ruhe in meinem Geist, weil ich meinen Bruder Titus nicht fand; sondern ich nahm Abschied von ihnen und reiste nach Mazedonien.

14 Gott aber sei Dank, der uns allezeit in Christus triumphieren lässt[a] und den Geruch seiner Erkenntnis durch uns an jedem Ort offenbar macht!

15 Denn wir sind für Gott ein Wohlgeruch des Christus unter denen, die gerettet werden, und unter denen, die verlorengehen;

16 den einen ein Geruch des Todes zum Tode, den anderen aber ein Geruch des Lebens zum Leben. Und wer ist hierzu tüchtig?

17 Denn wir sind nicht wie so viele, die das Wort Gottes verfälschen, sondern aus Lauterkeit, von Gott aus reden wir vor dem Angesicht Gottes in Christus.

Fangen wir wieder an, uns selbst zu empfehlen? Brauchen wir etwa, wie gewisse Leute, Empfehlungsbriefe an euch oder Empfehlungsbriefe von euch?

Unser Brief seid ihr selbst, in unsere Herzen geschrieben, erkannt und gelesen von jedermann.

Es ist ja offenbar, dass ihr ein Brief des Christus seid, durch unseren Dienst ausgefertigt, geschrieben nicht mit Tinte, sondern mit dem Geist des lebendigen Gottes, nicht auf steinerne Tafeln, sondern auf fleischerne Tafeln des Herzens.

Und eine solche Zuversicht haben wir durch Christus zu Gott;

nicht dass wir von uns selber aus tüchtig wären, sodass wir uns etwas anrechnen dürften, als käme es aus uns selbst, sondern unsere Tüchtigkeit kommt von Gott,

der uns auch tüchtig gemacht hat zu Dienern des neuen Bundes, nicht des Buchstabens[b], sondern des Geistes; denn der Buchstabe tötet, aber der Geist macht lebendig.

Die Herrlichkeit des Neuen Bundes. Der Dienst der Gerechtigkeit

Wenn aber der Dienst des Todes durch in Stein gegrabene Buchstaben von solcher Herrlichkeit war, dass die Kinder Israels nicht in das Angesicht Moses schauen konnten wegen der Herrlichkeit seines Antlitzes, die doch vergänglich war,

wie sollte dann nicht der Dienst des Geistes von weit größerer Herrlichkeit sein?

Denn wenn der Dienst der Verdammnis[c] Herrlichkeit hatte, wie viel mehr wird der Dienst der Gerechtigkeit von Herrlichkeit überfließen!

10 Ja, selbst das, was herrlich gemacht war, ist nicht herrlich im Vergleich zu diesem, das eine so überschwängliche Herrlichkeit hat.

11 Denn wenn das, was weggetan wird, mit Herrlichkeit kam, wie viel mehr wird das, was bleibt, in Herrlichkeit bestehen!

12 Da wir nun eine solche Hoffnung haben, so treten wir mit großer Freimütigkeit auf

13 und nicht wie Mose, der eine Decke auf sein Angesicht legte, damit die Kinder Israels nicht auf das Ende dessen sähen, was weggetan werden sollte.

14 Aber ihre Gedanken wurden verstockt; denn bis zum heutigen Tag bleibt beim Lesen des Alten Testamentes[d] diese Decke unaufgedeckt, die in Christus weggetan wird.

15 Doch bis zum heutigen Tag liegt die Decke auf ihrem Herzen, sooft Mose gelesen wird.

16 Sobald es sich aber zum Herrn bekehrt, wird die Decke weggenommen.

17 Der Herr aber ist der Geist; und wo der Geist des Herrn ist, da ist Freiheit.

18 Wir alle aber, indem wir mit unverhülltem Angesicht die Herrlichkeit des Herrn anschauen wie in einem Spiegel, werden verwandelt[e] in dasselbe Bild von Herrlichkeit zu Herrlichkeit, nämlich vom Geist des Herrn.

Footnotes

  1. (2,14) od. im Triumphzug mitführt. Der römische Triumphzug war ein öffentlicher Umzug zur Feier eines Sieges, bei dem sowohl die Gefangenen als auch die siegreichen Truppen am Volk vorüberzogen. Dabei wurde oft Weihrauch verbrannt, dessen Duft den einen den baldigen Tod ankündigte, den anderen ein Zeichen des Sieges war.
  2. (3,6) bildhafter Ausdruck für das mosaische Gesetz des alten Bundes (vgl. V. 3 u. 7; Röm 7,6).
  3. (3,9) d.h. der Dienst des mosaischen Gesetzes, der die Verurteilung der Übertreter zur Folge hatte.
  4. (3,14) od. Bundes; das gr. Wort kann beides bedeuten.
  5. (3,18) od. umgestaltet (vgl. Röm 12,2; Gal 4,19).

Elhatároztam tehát, hogy amikor ismét meglátogatlak benneteket, nem okozok nektek újabb fájdalmat és szomorúságot. Mert ha megszomorítlak benneteket, akkor engem ki vidámít meg? Ti tudnátok engem felvidítani — éppen ti, akiket én szomorítottam meg! Azért is írtam inkább levelet erről, hogy amikor megérkezem, ne kelljen miattatok szomorkodnom. Hiszen éppen azt várnám, hogy ti szerezzetek nekem örömet, mert meg vagyok győződve róla, hogy az én örömem nektek is örömöt szerez. Amikor az előző levelemet írtam, sokat aggódtam miattatok. Azt a levelet sírva írtam nektek, sok-sok szomorúsággal és fájdalommal — de nem azért, hogy megszomorítsalak titeket, hanem azért, hogy megtudjátok, mennyire szeretlek benneteket.

Bocsássatok meg egymásnak!

Ha pedig valaki közületek szomorúságot okozott, az nem engem bántott meg, hanem titeket, mindnyájatokat. Ezt túlzás nélkül mondhatom. Így tehát elég neki az a büntetés, amit a többiektől kapott. Most már inkább bocsássatok meg neki, és vigasztaljátok meg, nehogy túlságosan bánkódjon, és a nagy szomorúság megártson neki! Kérlek benneteket, most még inkább éreztessétek vele, hogy szeretitek! Mert azért is írtam, hogy lássam, vajon mindenben engedelmesek vagytok-e. 10 Akinek pedig ti megbocsáttok, annak én is. Mert ha volt egyáltalán mit megbocsátanom, akkor is a ti érdeketekben bocsátottam meg, Krisztus jelenlétében. 11 Igen, feltétlenül szükséges, hogy megbocsássunk egymásnak, különben becsaphat bennünket a Sátán — hiszen jól ismerjük a szándékait.

Győzelem Krisztusban

12 Azért mentem Tróászba, hogy ott is mindenkinek hirdessem a Krisztus örömüzenetét. Ott az Úr jó lehetőséget is adott nekem erre, 13 mégsem volt nyugalmam, mivel nem találtam sehol Tituszt, aki a Krisztusban a testvérem. Ezért elbúcsúztam az ottani testvérektől, és továbbmentem Macedóniába.

14 Hálát adok Istennek, aki mindig a diadalmenetében, Krisztus uralma alatt vezet bennünket, és rajtunk keresztül mindenhol érzékelhetővé teszi az emberek számára, hogy milyen öröm és boldogság őt megismerni! Ez a felismerés úgy terjed, mint egy drága parfüm illata. 15 Mert mi valóban olyanok vagyunk, mint a Krisztus által bemutatott illatáldozat Istenhez felszálló, jó illata. Ezt az illatot azok érzik, akik az üdvösség felé haladnak, de érzik azok is, akik a pusztulás felé mennek. 16 Az utóbbiak azonban olyannak érzékelik, mint a halál bűzös leheletét, amely a halálból származik, és ismét a halálba vezet. Akik pedig az üdvösség felé igyekeznek, azok megelevenítő, felüdítő illatnak érzik, amely az életből származik, és az életre vezet. De vajon ki alkalmas erre a feladatra?

17 Mi azonban nem „üzletelünk” Isten üzenetével, és nem arra használjuk, hogy a magunk hasznát keressük vele, mint azt sokan mások teszik. Nem! Mivel bennünket Isten küldött, mi Krisztussal való egységben és Isten jelenlétében tiszta szívből hirdetjük az igazságot mindenkinek.

Az Új Szövetség szolgái

Kezdjük-e ismét ajánlgatni magunkat? Talán szükségünk lenne ajánlólevelekre — mint egyeseknek — hozzátok, vagy tőletek? Nem! A mi „ajánlólevelünk” a szívünkbe van írva, és ezt mindenki ismeri és olvassa. Bizony, ti magatok vagytok a mi ajánlólevelünk! Mert nyilvánvaló, hogy Krisztustól származó „levél” vagytok, amelyet ő bízott ránk. Ezt a levelet azonban nem tintával írták, hanem az élő Isten Szellemével, és nem kőtáblára,[a] hanem emberi szívekbe.

Azért merjük ezt mondani, mert Krisztus által teljes bizalmunk van Istenben. Nem mintha önmagunktól, a saját erőnkből képesek lennénk bármi jót tenni, hanem Isten az, aki képessé tesz bennünket erre. Igen, ő tett alkalmassá minket, hogy az Új Szövetség szolgái legyünk — vagyis a Szent Szellemet szolgáljuk, nem pedig a Törvény betűjét! Az írott Törvény ugyanis megöl, a Szent Szellem pedig életet ad.

Az Új Szövetség nagyobb dicsősége

A Törvényt kőbe vésett betűkkel rögzítették, és a halálba vezetett. A szolgálata mégis olyan dicsőséges volt, hogy Izráel népe rá sem tudott tekinteni Mózes ragyogó arcára, amelyen Isten dicsősége tükröződött — bár ez a dicsőség hamarosan elhalványult!

Mennyivel dicsőségesebb hát az életadó Szent Szellemet szolgálni! Ha dicsőséges dolog a Törvényt szolgálni, vagyis rábizonyítani az emberekre a bűneiket, és elítélni őket, akkor sokkal dicsőségesebb az a szolgálat, amely Isten számára elfogadhatóvá teszi az embereket! 10 Kétségtelenül a Törvény szolgálatának is megvolt a maga dicsősége, ez azonban az Új Szövetség sokkal nagyobb dicsősége mellett egészen elhalványul. 11 Az a régi elmúlt, mégis dicsőséges volt. Mennyivel dicsőségesebb tehát az, ami örökké megmarad!

12 Mivel mi ebben a nagyobb dicsőségben reménykedünk, teljesen nyíltan és félelem nélkül szólunk. 13 Nem úgy viselkedünk, mint Mózes, aki eltakarta az arcát, hogy Izráel népe ne láthassa a rajta ragyogó dicsőséget, se azt, amikor az elhalványul, és végleg eltűnik.

14 De Izráel népének gondolkodása valóban elsötétült, és megmerevedett. Mind a mai napig, amikor csak olvassák az ószövetségi Írásokat, befedi a szívüket az a „takaró” — s az nem is tűnik el onnan, csak akkor, ha az Úrhoz fordulnak. 15 Igen, mindmáig, amikor csak Mózes Törvényét olvassák, ez a „takaró” borul az értelmükre. 16 Amikor azonban az Úrhoz fordulnak, az a „takaró” eltűnik, 17 mivel az Úr a Szellem, ahol pedig az Úr Szelleme, ott a szabadság.

18 Mi azonban mindannyian fedetlen arccal tükrözzük vissza az Úr dicsőségét. Eközben pedig az Úr Szelleme által fokozatosan átváltozunk, egyre jobban hasonlítunk őhozzá, és dicsőségről-dicsőségre jutunk.

Footnotes

  1. 2 Korintusi 3:3 kőtáblára Utalás a Törvényre, amelyet Isten kőtáblákra írva adott át Mózesnek. A 7. versben is. Lásd 2Móz 24:12 és 25:16.

C’est pourquoi j’ai décidé de ne pas retourner chez vous pour ne pas vous attrister[a]. Car si je vous plonge dans la tristesse, qui pourra encore réjouir mon cœur si ce n’est ceux que j’aurais moi-même attristés[b] ?

Si je vous ai écrit comme je l’ai fait dans ma précédente lettre[c], c’était précisément pour qu’en venant chez vous je ne sois pas attristé par ceux-là mêmes qui devaient faire ma joie. J’ai, en effet, la conviction en ce qui vous concerne que ce qui fait ma joie fait aussi la vôtre à vous tous.

Aussi est-ce dans une profonde détresse, le cœur serré et avec bien des larmes que je vous ai écrit cette lettre, non pour vous attrister, mais pour que vous sachiez combien je vous aime.

Le pardon du coupable

Si l’un de vous a été une cause de tristesse, ce n’est pas moi qu’il a attristé, mais vous tous, ou du moins une partie d’entre vous, pour ne rien exagérer. Le blâme que lui a infligé la majorité d’entre vous est suffisant pour cet homme. Aussi devriez-vous à présent lui accorder votre pardon et le réconforter, afin qu’il ne soit pas accablé par une tristesse excessive.

Je vous engage donc à lui témoigner de l’amour. Car je vous ai aussi écrit pour vous mettre à l’épreuve et voir si vous obéissez en toutes choses. 10 Celui à qui vous accordez le pardon, je lui pardonne moi aussi. Et si j’ai pardonné – pour autant que j’aie eu quelque chose à pardonner – je l’ai fait à cause de vous, devant Christ, 11 pour ne pas laisser Satan prendre l’avantage sur nous : nous ne connaissons en effet que trop bien ses intentions.

L’inquiétude de Paul

12 Je suis allé à Troas pour y annoncer l’Evangile de Christ. J’y ai trouvé, grâce au Seigneur, des portes largement ouvertes à mon activité. 13 Cependant, je n’ai pas eu l’esprit tranquille parce que je n’y avais pas retrouvé mon frère Tite. C’est pourquoi j’ai pris congé des croyants et je suis parti pour la Macédoine.

Défense du ministère apostolique

Le triomphe de Christ

14 Je ne puis que remercier Dieu : il nous traîne toujours dans son cortège triomphal, par notre union avec Christ[d], et il se sert de nous pour répandre en tout lieu, comme un parfum, la connaissance de Christ. 15 Oui, nous sommes, pour Dieu, comme le parfum de Christ parmi ceux qui sont sur la voie du salut et parmi ceux qui sont sur la voie de la perdition. 16 Pour les uns, c’est une odeur de mort qui les mène à la mort, pour les autres, c’est une odeur de vie qui les conduit à la vie.

Et qui donc est à la hauteur d’une telle tâche ? 17 En tout cas nous, nous ne sommes pas comme tant d’autres qui accommodent la Parole de Dieu pour en tirer profit. C’est avec des intentions pures, de la part de Dieu, dans l’union avec Christ que nous annonçons la Parole.

Les serviteurs de la nouvelle alliance

En parlant ainsi, commençons-nous de nouveau à nous recommander nous-mêmes, ou avons-nous besoin, comme certains, de vous présenter des lettres de recommandation ou de vous en demander[e] ? Notre lettre c’est vous-mêmes, une lettre écrite dans notre cœur, que tout le monde peut connaître et lire. Il est évident que vous êtes une lettre que Christ a confiée à notre ministère et qu’il nous a fait écrire, non avec de l’encre, mais par l’Esprit du Dieu vivant, non sur des tablettes de pierre[f], mais sur des tablettes de chair : sur votre cœur[g].

Telle est l’assurance que nous avons par Christ, devant Dieu. Cela ne veut pas dire que nous puissions nous considérer par nous-mêmes à la hauteur d’une telle tâche[h] ; au contraire, notre capacité vient de Dieu. C’est lui qui nous a rendus capables d’être les serviteurs d’une nouvelle alliance qui ne dépend pas de la Loi, avec ses commandements écrits, mais de l’Esprit. Car la Loi, avec ses commandements écrits, inflige la mort. L’Esprit, lui, communique la vie.

Le ministère de Moïse, au service de la Loi, dont les lettres ont été gravées sur des pierres, a conduit à la mort. Cependant, ce ministère a été glorieux, au point que les Israélites n’ont pas pu regarder Moïse en face, à cause de la gloire, pourtant passagère, dont rayonnait son visage. Mais alors, le ministère au service de l’Esprit ne sera-t-il pas bien plus glorieux encore ?

En effet, si le ministère qui a entraîné la condamnation des hommes a été glorieux, combien plus glorieux est celui qui conduit les hommes à être déclarés justes par Dieu ! 10 On peut même dire que cette gloire du passé perd tout son éclat quand on la compare à la gloire présente qui lui est bien supérieure. 11 Car si ce qui est passager a été touché par la gloire, combien plus grande sera la gloire de ce qui demeure éternellement !

12 Cette espérance nous remplit d’assurance. 13 Nous ne faisons pas comme Moïse qui « couvrait son visage d’un voile » pour empêcher les Israélites de voir la réalité vers laquelle tendait ce qui était passager[i].

14 Mais leur esprit est devenu incapable de comprendre : aujourd’hui encore, lorsqu’ils lisent le Livre de l’Ancienne Alliance[j], ce même voile demeure ; il ne leur est pas ôté, car c’est dans l’union avec Christ qu’il est levé.

15 Aussi, jusqu’à ce jour, toutes les fois que les Israélites lisent les écrits de Moïse, un voile leur couvre l’esprit. 16 Mais, comme le dit l’Ecriture : Lorsque Moïse se tournait vers le Seigneur, il ôtait le voile[k]. 17 Le Seigneur dont parle le texte, c’est l’Esprit[l], et là où est l’Esprit du Seigneur, là règne la liberté.

18 Et nous tous qui, le visage découvert, contemplons[m], comme dans un miroir, la gloire du Seigneur, nous sommes transformés en son image dans une gloire dont l’éclat ne cesse de grandir. C’est là l’œuvre du Seigneur, c’est-à-dire de l’Esprit.

Footnotes

  1. 2.1 Allusion à une visite rapide de l’apôtre après l’envoi de 1 Corinthiens et à l’échec de la mission de Timothée (voir note 13.1). Paul fut reçu froidement et humilié par un membre de l’Eglise sans que celle-ci intervienne (v. 5-11).
  2. 2.2 Autre traduction : si ce n’est celui que j’aurais moi-même attristé, c’est-à-dire celui qui a offensé Paul, selon les v. 5-11.
  3. 2.3 Allusion à une lettre qui ne nous est pas parvenue (sa troisième lettre aux Corinthiens, 2 Corinthiens étant la quatrième). Certains cependant pensent que la lettre à laquelle Paul fait ici allusion pourrait être 1 Corinthiens, auquel cas 2 Corinthiens serait la troisième qu’il a écrite à cette Eglise.
  4. 2.14 L’image est celle du cortège triomphal du général romain (Dieu) qui entrait à Rome, traînant avec lui ses prisonniers (les apôtres) (cf. 4.7-10 ; 6.3-10).
  5. 3.1 Les adversaires de Paul étaient venus à Corinthe munis de lettres de recommandation émanant probablement de Jérusalem. Avant de repartir, ils avaient demandé de telles lettres aux Corinthiens pour continuer leur mission dans d’autres Eglises.
  6. 3.3 Allusion aux tables de la Loi (Ex 24.12 ; 31.18 ; 34.28-29).
  7. 3.3 Voir Jr 31.33.
  8. 3.5 Autre traduction : cela ne veut pas dire que nous soyons capables de concevoir quelque chose par nous-mêmes.
  9. 3.13 Ex 34.35. D’autres comprennent : de voir le terme auquel tendait ce qui était passager.
  10. 3.14 C’est-à-dire l’Ancien Testament.
  11. 3.16 Ex 34.34. D’autres comprennent : lorsque quelqu’un se tourne vers le Seigneur, le voile est ôté.
  12. 3.17 D’autres comprennent : le Seigneur, c’est l’Esprit.
  13. 3.18 Autre traduction : reflétons.