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Sedechia, ultimo re di Giuda

18 (A)Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia, da Libna.

19 Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. 20 A causa dell’ira del Signore contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che il Signore li cacciò via dalla sua presenza. E Sedechia si ribellò al re di Babilonia.

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25 L’anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò di fronte a essa e le costruì attorno delle trincee. La città fu assediata fino all’undicesimo anno del re Sedechia.

Il nono giorno del quarto[a] mese la carestia era grave nella città; e non c’era più pane per il popolo del paese. Allora venne fatta una breccia nelle mura della città. Tutta la gente di guerra fuggì, di notte, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; e il re prese la via della pianura, ma l’esercito dei Caldei lo inseguì, lo raggiunse nella pianura di Gerico e tutto l’esercito di lui si disperse e lo abbandonò. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla, dove fu pronunciata la sentenza contro di lui. I figli di Sedechia furono uccisi in sua presenza; poi cavarono gli occhi a Sedechia, lo incatenarono con una doppia catena di bronzo e lo portarono a Babilonia.

Distruzione di Gerusalemme e del tempio; ultima deportazione

(A)Il settimo giorno del quinto mese – era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia – Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, funzionario del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, bruciò il tempio del Signore e il palazzo del re e diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme, tutte le case dei grandi personaggi. 10 Tutto l’esercito dei Caldei, che era con il capitano della guardia, abbatté tutte le mura di Gerusalemme.

11 Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. 12 Il capitano della guardia non lasciò che alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi.

13 I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nella casa del Signore, le basi e il Mare di bronzo che era nella casa del Signore, e ne portarono via il metallo a Babilonia. 14 Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le coppe e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. 15 Il capitano della guardia prese pure i bracieri, le bacinelle: ciò che era d’oro e ciò che era d’argento. 16 Quanto alle due colonne, al Mare e alle basi che Salomone aveva fatte per la casa del Signore, il metallo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. 17 Ciascuna di queste colonne era alta diciotto cubiti[b] e aveva sopra un capitello di bronzo alto tre cubiti[c]; e attorno al capitello c’erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo; così era la seconda colonna, munita pure di reticolato.

18 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, 19 e i tre custodi della porta d’ingresso, e prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, cinque uomini dei consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell’esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati che furono anch’essi trovati nella città. 20 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Ribla; 21 e il re di Babilonia li fece uccidere a Ribla, nel paese di Camat.

Ghedalia, governatore di Giuda

(B)Così la popolazione di Giuda fu deportata lontano dal suo paese. 22 Quanto al popolo che rimase nel paese di Giuda, lasciatovi da Nabucodonosor, re di Babilonia, il re pose a governarli Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan.

23 Quando tutti i capitani della gente di guerra e i loro uomini udirono che il re di Babilonia aveva fatto Ghedalia governatore, si recarono da Ghedalia a Mispa: erano Ismael figlio di Netania, Iocanan figlio di Carea, Seraia figlio di Tanumet da Netofa, Iaazania, figlio di uno di Maaca, con la loro gente. 24 Ghedalia fece a loro e alla loro gente un giuramento, dicendo: «Non v’incutano timore i funzionari dei Caldei; restate nel paese, servite il re di Babilonia e vi troverete bene». 25 Ma il settimo mese, Ismael, figlio di Netania, figlio di Elisama, di stirpe reale, venne con dieci uomini e colpirono a morte Ghedalia insieme con i Giudei e con i Caldei che erano con lui a Mispa. 26 E tutto il popolo, piccoli e grandi, e i capitani della gente di guerra partirono e andarono in Egitto, perché avevano paura dei Caldei.

Ioiachin, re di Giuda, rimesso in libertà

27 (C)Il trentasettesimo anno dalla deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l’anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia[d] a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; 28 gli parlò benevolmente e mise il suo trono più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. 29 Gli fece cambiare le vesti di prigione; e Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. 30 Il re provvide continuamente al suo mantenimento quotidiano, fintanto che visse.

Footnotes

  1. 2 Re 25:3 Il nono giorno del quarto mese, l’ebr. riporta: il nono giorno del mese; ma cfr. Gr 39:2.
  2. 2 Re 25:17 Diciotto cubiti, circa nove metri.
  3. 2 Re 25:17 Tre cubiti, circa un metro e mezzo.
  4. 2 Re 25:27 Fece grazia a Ioiachin, lett. rialzò il capo di Ioiachin.

Presa di Gerusalemme; Sedechia deportato a Babilonia

39 (A)Quando Gerusalemme fu presa, il nono anno di Sedechia, re di Giuda, il decimo mese, Nabucodonosor re di Babilonia venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme e la cinse d’assedio. L’undicesimo anno di Sedechia, il quarto mese, il nono giorno, una breccia fu fatta nella città; tutti i capi del re di Babilonia entrarono e si stabilirono alla porta di mezzo: Nergal-Sareser, Samgar-Nebu, Sarsechim, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi[a], e tutti gli altri capi del re di Babilonia. Quando Sedechia, re di Giuda, e tutta la gente di guerra li videro, fuggirono, uscirono di notte dalla città, per la via del giardino reale, per la porta fra le due mura, e presero la via della pianura. Ma l’esercito dei Caldei li inseguì e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico. Lo catturarono, lo condussero su da Nabucodonosor, re di Babilonia, a Ribla, nel paese di Camat, dove il re pronunciò la sua sentenza su di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia a Ribla, sotto i suoi occhi; il re di Babilonia fece pure scannare tutti i notabili di Giuda; poi fece cavare gli occhi a Sedechia e lo fece legare con una doppia catena di bronzo per deportarlo a Babilonia. I Caldei incendiarono il palazzo del re e le case del popolo e abbatterono le mura di Gerusalemme; Nebuzaradan, capo delle guardie, deportò a Babilonia il residuo della gente che era ancora nella città, quelli che erano andati ad arrendersi a lui e il resto del popolo. 10 Ma Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda alcuni dei più poveri fra il popolo, i quali non avevano nulla, e diede loro in quel giorno vigne e campi.

Geremia liberato dalla prigione

11 (B)Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest’ordine riguardo a Geremia: 12 «Prendilo, veglia su di lui e non fargli del male, ma compòrtati verso di lui come egli ti dirà». 13 Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebusazban, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti i capi del re di Babilonia 14 mandarono a prendere Geremia e lo fecero uscire dal cortile della prigione; lo consegnarono a Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, perché fosse condotto a casa; così egli abitò fra il popolo.

15 (C)La parola del Signore fu rivolta a Geremia in questi termini, mentre egli era rinchiuso nel cortile della prigione: 16 «Va’ e parla a Ebed-Melec, l’Etiope, e digli: “Così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: ‘Ecco, io sto per adempiere su questa città, per il suo male e non per il suo bene, le parole che ho pronunciate, e in quel giorno esse si avvereranno in tua presenza. 17 Ma in quel giorno io ti libererò’, dice il Signore; ‘tu non sarai dato in mano agli uomini che temi; 18 poiché, certo, io ti farò scampare e tu non cadrai per la spada. La tua vita sarà il tuo bottino, poiché hai posto la tua fiducia in me’”, dice il Signore».

Footnotes

  1. Geremia 39:3 Magi, erano sacerdoti presso i Medi, i Persi e i Caldei; si dedicavano all’osservazione degli astri, e praticavano l’arte divinatoria.

Assedio e conquista di Gerusalemme

52 (A)Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna.

2 Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. A causa dell’ira del Signore contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedechia si ribellò al re di Babilonia.

L’anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. La città fu assediata fino all’undicesimo anno del re Sedechia.

Il nono giorno del quarto mese la carestia era grave nella città e non c’era più pane per il popolo del paese. Allora venne fatta una breccia nelle mura della città e tutta la gente di guerra fuggì; uscirono di notte dalla città per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte. I fuggiaschi presero la via della pianura, ma l’esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di Gerico e tutto l’esercito di lui si disperse e lo abbandonò. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla, nel paese di Camat; egli pronunciò la sua sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. 11 Poi fece cavare gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo, lo deportò a Babilonia e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte.

12 Il decimo giorno del quinto mese – era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia – Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, 13 incendiò il tempio del Signore e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli. 14 Tutto l’esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolì da tutte le parti le mura di Gerusalemme.

15 Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. 16 Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi.

17 I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nel tempio del Signore, le basi, il Mare di bronzo che era nel tempio del Signore, e ne portarono via il bronzo a Babilonia. 18 Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. 19 Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pignatte, i candelabri, le tazze e i calici, l’oro di ciò che era d’oro e l’argento di ciò che era d’argento. 20 Quanto alle due colonne, al Mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che Salomone aveva fatti per il tempio del Signore, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. 21 L’altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita ed era vuota. 22 Sopra c’era un capitello di bronzo; l’altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello c’erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo; lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. 23 C’erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento.

24 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia; 25 nella città prese un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell’esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati, che furono anch’essi trovati nella città. 26 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, 27 e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat. Così Giuda fu deportato lontano dal suo paese. 28 Questo è il popolo che Nabucodonosor condusse in esilio: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; 29 il diciottesimo anno del suo regno deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30 il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone.

31 (B)Il trentasettesimo anno della deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l’anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia[a] a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; 32 gli parlò benevolmente e mise il trono di lui più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. 33 Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. 34 Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.

Footnotes

  1. Geremia 52:31 Fece grazia, lett. rialzò il capo di Ioiachin.

Supplica per il tempio distrutto

74 (A)Cantico di Asaf.

O Dio, perché ci hai respinti per sempre?

Perché arde l’ira tua contro il gregge del tuo pascolo?

Ricòrdati del tuo popolo che acquistasti nei tempi antichi,

che riscattasti perché fosse la tribù di tua proprietà;

ricòrdati del monte Sion, di cui hai fatto la tua dimora!

Dirigi i tuoi passi verso le rovine eterne;

il nemico ha tutto devastato nel tuo santuario.

I tuoi avversari hanno ruggito nel luogo delle tue assemblee;

vi hanno posto le loro insegne per emblemi.

Come chi agita in alto la scure

nel folto d’un bosco,

con l’ascia e con il martello,

hanno spezzato tutte le sculture della tua casa.

Hanno appiccato il fuoco al tuo santuario,

hanno abbattuto e profanato la dimora del tuo nome.

Hanno detto in cuor loro: «Distruggiamo tutto!»

Hanno arso tutti i luoghi delle assemblee divine nel paese.

Noi non vediamo più nessun segno;

non c’è più profeta, né chi tra noi sappia fino a quando…

10 Fino a quando, o Dio, ci oltraggerà l’avversario?

Il nemico disprezzerà il tuo nome per sempre?

11 Perché ritiri la tua mano, la tua destra?

Tirala fuori dal tuo seno, e distruggili!

12 Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,

colui che opera la salvezza sulla terra.

13 Tu, con la tua forza, dividesti il mare,

spezzasti la testa ai mostri marini sulle acque,

14 spezzasti la testa al leviatano[a],

lo dèsti in pasto al popolo del deserto.

15 Tu facesti sgorgare fonti e torrenti,

asciugasti fiumi perenni.

16 Tuo è il giorno, la notte pure è tua;

tu hai stabilito la luna e il sole.

17 Hai fissato tutti i confini della terra,

hai stabilito l’estate e l’inverno.

18 Ricòrdati che il nemico ha oltraggiato il Signore

e che un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.

19 Non abbandonare alle belve la vita della tua tortora,

non dimenticare per sempre il gregge dei tuoi poveri afflitti!

20 Abbi riguardo al patto,

poiché i luoghi tenebrosi della terra sono pieni di covi di violenza.

21 L’oppresso non se ne torni confuso;

fa’ che il misero e il povero lodino il tuo nome.

22 Ergiti, o Dio, difendi la tua causa!

Ricòrdati che lo stolto ti oltraggia tutto il giorno.

23 Non dimenticare il grido dei tuoi nemici,

lo strepito incessante di quelli che si innalzano contro di te.

Footnotes

  1. Salmi 74:14 Leviatano, mostro marino (cfr. 104:26).

Supplica in favore di Gerusalemme

79 (A)Salmo di Asaf.

O Dio, le nazioni sono entrate nella tua eredità,

hanno profanato il tuo santo tempio,

hanno ridotto Gerusalemme in un mucchio di rovine;

hanno dato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo,

la carne dei tuoi santi alle bestie della campagna.

Hanno sparso il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme

e non c’è stato alcuno che li seppellisse.

Noi siamo diventati oggetto di derisione per i nostri vicini,

oggetto di scherno e di derisione per quelli che ci circondano.

Fino a quando, Signore, sarai tu adirato?

La tua gelosia arderà come fuoco per sempre?

Riversa l’ira tua sulle nazioni che non ti conoscono

e sui regni che non invocano il tuo nome,

poiché hanno divorato Giacobbe

e hanno devastato la sua dimora.

Non ricordare a nostro danno le colpe dei nostri antenati;

affrèttati, ci vengano incontro le tue compassioni,

poiché siamo molto afflitti.

Soccorrici, o Dio della nostra salvezza,

per la gloria del tuo nome;

liberaci, e perdona i nostri peccati,

per amore del tuo nome.

10 Perché direbbero i popoli: «Dov’è il loro Dio?»

Si conosca tra le nazioni, sotto i nostri occhi,

la vendetta per il sangue dei tuoi servi, che è stato sparso.

11 Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;

secondo la potenza del tuo braccio,

salva quelli che sono condannati a morte[a].

12 Restituisci ai nostri vicini sette volte tanto

l’oltraggio che ti hanno fatto, o Signore!

13 E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,

ti celebreremo in eterno,

proclameremo la tua lode per ogni età.

Footnotes

  1. Salmi 79:11 Quelli che sono condannati a morte, lett. i figli della morte.

Lamento del profeta su Gerusalemme(A)

(B)Come siede solitaria la città una volta tanto popolosa! È diventata simile a una vedova, lei che era grande fra le nazioni; è stata ridotta tributaria, lei che era principessa fra le province!

Essa piange, piange durante la notte, le lacrime le rigano le guance; fra tutti i suoi amanti non ha chi la consoli. Tutti i suoi amici l’hanno tradita, le sono diventati nemici.

Giuda è in esilio, vittima di oppressione e di dura schiavitù; abita fra le nazioni, ma non trova riposo. Tutti i suoi persecutori l’hanno raggiunto mentre si trovava nell’angoscia.

Le vie di Sion sono in lutto, perché nessuno viene più alle solenni convocazioni; tutte le sue porte sono deserte, i suoi sacerdoti sospirano, le sue vergini sono addolorate ed essa stessa è piena d’amarezza.

I suoi avversari hanno preso il sopravvento, i suoi nemici prosperano, poiché il Signore l’ha afflitta per i suoi innumerevoli peccati; i suoi bambini sono andati in schiavitù, davanti al nemico.

Dalla figlia di Sion se n’è andato tutto il suo splendore; i suoi capi sono diventati come cervi che non trovano pascolo e se ne vanno spossati davanti a colui che li insegue.

Nei giorni della sua afflizione, della sua vita raminga, Gerusalemme si ricorda di tutti i beni preziosi che possedeva fin dai giorni antichi; ora che il suo popolo è caduto in mano all’avversario e nessuno la soccorre, i suoi nemici la guardano e ridono del suo misero stato.

Gerusalemme ha gravemente peccato; perciò è divenuta come una cosa impura. Tutti quelli che la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità; lei stessa sospira e volta la faccia.

La sua sozzura era nelle pieghe della sua veste, lei non pensava alla sua fine; perciò è caduta in modo sorprendente e nessuno la consola. «O Signore, vedi la mia afflizione, perché il nemico trionfa!»

10 L’avversario ha steso la mano su quanto lei aveva di più caro; infatti ha visto i pagani entrare nel suo santuario, quei pagani riguardo ai quali tu avevi comandato che non entrassero nella tua assemblea.

11 Tutto il suo popolo sospira, cerca pane; dà le cose sue più preziose in cambio di cibo, per poter sopravvivere. «Guarda, Signore, vedi in che misero stato sono ridotta!

12 Nulla di simile vi accada, o voi che passate di qui! Osservate, guardate se c’è dolore simile al dolore che mi tormenta, e con il quale il Signore mi ha colpita nel giorno della sua ardente ira.

13 Egli dall’alto ha scagliato un fuoco, l’ha fatto discendere nelle mie ossa; ha teso una rete ai miei piedi, mi ha rovesciata a terra, mi ha gettata nella desolazione, in un languore senza fine.

14 La sua mano ha legato il giogo dei miei peccati, che s’intrecciano, gravano sul mio collo; egli ha stroncato la mia forza. Il Signore mi ha dato in mani alle quali non posso resistere.

15 Il Signore ha abbattuto dentro le mura tutti i miei prodi, ha raccolto contro di me una grande moltitudine per schiacciare i miei giovani; il Signore ha calcato, come in un tino, la vergine figlia di Giuda.

16 Per questo io piango; i miei occhi, i miei occhi si sciolgono in lacrime, perché da me è lontano il consolatore che può ravvivare la mia vita. I miei figli sono desolati, perché il nemico ha trionfato».

17 Sion stende le mani, ma non c’è nessuno che la consoli; il Signore ha comandato ai nemici di Giacobbe di circondarlo da tutte le parti. Gerusalemme è, in mezzo a loro, come una cosa impura.

18 «Il Signore è giusto, poiché io mi sono ribellata alla sua parola. Ascoltate, o popoli tutti, e vedete il mio dolore! Le mie vergini e i miei giovani sono stati portati in schiavitù.

19 Io ho chiamato i miei amanti, ma essi mi hanno ingannata; i miei sacerdoti e i miei anziani nella città hanno esalato l’ultimo respiro mentre cercavano cibo per poter sopravvivere.

20 Guarda, Signore, come sono angosciata! Le mie viscere si commuovono, il cuore mi si sconvolge in seno, perché la mia ribellione è stata grave. Fuori, la spada mi priva dei figli; dentro, è la morte.

21 Mi sentono sospirare; non c’è chi mi consoli. Tutti i miei nemici hanno udito la mia sciagura e si rallegrano di ciò che tu hai fatto. Fa’ venire il giorno che hai annunciato, e allora saranno come me.

22 Tieni presente tutta la loro malvagità e trattali come hai trattato me a causa di tutti i miei peccati. I miei sospiri infatti sono numerosi e il mio cuore è languente».

La rovina di Gerusalemme

(C)Come mai il Signore, nella sua ira, ha coperto di una nube oscura la figlia di Sion? Egli ha gettato dal cielo in terra la gloria d’Israele e non si è ricordato dello sgabello dei suoi piedi, nel giorno della sua ira!

Il Signore ha distrutto senza pietà tutti i territori di Giacobbe; nella sua ira ha rovesciato, ha atterrato le fortezze della figlia di Giuda, ne ha profanato il regno e i capi.

Nella sua ira ardente ha infranto tutta la potenza[a] d’Israele; ha ritirato la propria destra in presenza del nemico. Ha consumato Giacobbe come fuoco fiammeggiante che divora tutto intorno.

Ha teso il suo arco come il nemico, ha alzato la destra come un avversario e ha trucidato tutti quelli che erano più cari a vedersi; ha riversato il suo furore come un fuoco sulla tenda della figlia di Sion.

Il Signore è divenuto come un nemico: ha divorato Israele, ha divorato tutti i suoi palazzi, ha distrutto le sue fortezze; ha moltiplicato alla figlia di Giuda i lamenti e i gemiti.

Ha spogliato la sua capanna come un giardino, ha distrutto il luogo del suo convegno; il Signore ha fatto dimenticare in Sion le feste solenni e i sabati e, nell’indignazione della sua ira, ha rigettato re e sacerdoti.

Il Signore ha provato disgusto per il suo altare, ha detestato il suo santuario; ha dato i muri dei palazzi di Sion in mano dei nemici, i quali hanno alzato grida nella casa del Signore come in un giorno di festa.

Il Signore ha deciso di distruggere le mura della figlia di Sion. Ha steso la corda, non ha ritirato la mano prima di averli distrutti; ha coperto di lutto bastioni e mura: gli uni e le altre sono distrutti.

Le sue porte sono sprofondate in terra; egli ha distrutto, spezzato le sue sbarre. Il suo re e i suoi capi sono fra le nazioni; non c’è più legge, e anche i suoi profeti non ricevono più visioni dal Signore.

10 Gli anziani della figlia di Sion stanno per terra in silenzio; si sono gettati della polvere sul capo, si sono vestiti di sacchi. Le vergini di Gerusalemme curvano il capo al suolo.

11 I miei occhi si consumano in lacrime, le mie viscere si commuovono, il mio fegato si spande in terra per il disastro della figlia del mio popolo, al pensiero dei bambini e dei lattanti che venivano meno per le piazze della città.

12 Essi chiedevano alle loro madri: «Dov’è il pane, dov’è il vino?» Intanto venivano meno come feriti a morte nelle piazze della città ed esalavano l’ultimo respiro sul seno delle loro madri.

13 Che ti dirò? A che ti paragonerò, o figlia di Gerusalemme? Chi troverò simile a te per consolarti, vergine figlia di Gerusalemme? Infatti la tua ferita è larga quanto il mare; chi potrà guarirti?

14 I tuoi profeti hanno avuto per te visioni vane e illusorie; non hanno messo a nudo la tua iniquità per distogliere da te la deportazione. Le profezie che hanno fatto a tuo riguardo non erano che oracoli vani e seduttori.

15 Tutti i passanti battono le mani al vederti; fischiano e scuotono il capo quando vedono la figlia di Gerusalemme: «È questa la città che la gente chiamava una bellezza perfetta, la gioia di tutta la terra?»

16 Tutti i tuoi nemici aprono larga la bocca contro di te, fischiano e digrignano i denti; dicono: «L’abbiamo inghiottita! Sì, questo è il giorno che aspettavamo; ci siamo giunti, lo vediamo!»

17 Il Signore ha fatto quanto si era proposto. Ha adempiuto la parola che aveva pronunciata fin dai giorni antichi: ha distrutto senza pietà, ha fatto di te la gioia del nemico; ha esaltato la potenza[b] dei tuoi avversari.

18 Il loro cuore grida al Signore: «O mura della figlia di Sion, spandete lacrime come un torrente, giorno e notte! Non vi date pace, non abbiano riposo le pupille degli occhi vostri!

19 Alzatevi, gridate di notte, al principio di ogni veglia! Spandete come acqua il vostro cuore davanti alla faccia del Signore! Alzate le mani verso di lui per la vita dei vostri bambini, che vengono meno per la fame agli angoli di tutte le strade!

20 Guarda, Signore, considera! Chi mai hai trattato così? Delle donne hanno divorato il frutto del loro grembo, i bambini che accarezzavano! Sacerdoti e profeti sono stati massacrati nel santuario del Signore!

21 Bambini e vecchi giacciono a terra nelle vie; le mie vergini e i miei giovani sono caduti per la spada. Tu li hai uccisi nel giorno della tua ira, li hai massacrati senza pietà.

22 Tu hai convocato, come a un giorno di festa solenne, i miei terrori da tutte le parti; nel giorno dell’ira del Signore non c’è stato superstite né fuggiasco. Quelli che io avevo accarezzati e allevati, il mio nemico li ha consumati!»

Dolori e conforti

(D)Io sono l’uomo che ha visto l’afflizione sotto la verga del suo furore.

Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce.

Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno.

Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa.

Ha costruito contro di me e mi ha circondato di veleno e di affanno.

Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti da lungo tempo.

Mi ha circondato di un muro, perché non esca; mi ha caricato di pesanti catene.

Anche quando grido e chiamo aiuto, egli chiude l’accesso alla mia preghiera.

Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra, ha sconvolto i miei sentieri.

10 È stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti.

11 Mi ha sviato dal mio cammino e mi ha squarciato, mi ha reso desolato.

12 Ha teso il suo arco, mi ha posto come bersaglio delle sue frecce.

13 Mi ha fatto penetrare nelle reni le frecce della sua faretra.

14 Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno.

15 Egli mi ha saziato d’amarezza, mi ha abbeverato d’assenzio.

16 Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha affondato nella cenere.

17 Tu mi hai allontanato dalla pace, io ho dimenticato il benessere.

18 Io ho detto: «È sparita la mia fiducia, non ho più speranza nel Signore!»

19 (E)Ricòrdati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell’assenzio e del veleno!

20 Io me ne ricordo sempre, e ne sono intimamente prostrato.

21 Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare:

22 è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite,

23 si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!

24 «Il Signore è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui».

25 Il Signore è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca.

26 È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore.

27 È bene per l’uomo portare il giogo della sua giovinezza.

28 Si sieda solitario e stia in silenzio quando il Signore glielo impone!

29 Metta la sua bocca nella polvere! Forse c’è ancora speranza.

30 Porga la guancia a chi lo percuote, si sazi pure di offese!

31 Il Signore infatti non respinge per sempre,

32 ma se affligge, ha pure compassione, secondo la sua immensa bontà;

33 poiché non è volentieri che egli umilia e affligge i figli dell’uomo.

34 Quando uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra,

35 quando uno vìola i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo,

36 quando si fa torto a qualcuno nella sua causa, il Signore non lo vede forse?

37 Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l’ha comandato?

38 Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell’Altissimo?

39 Perché si rammarica la creatura vivente? L’uomo vive malgrado i suoi peccati!

40 (F)Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al Signore!

41 Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli!

42 «Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato.

43 Ti sei avvolto nella tua ira e ci hai inseguiti; tu hai ucciso senza pietà.

44 Ti sei avvolto in una nuvola, perché la preghiera non potesse raggiungerti;

45 tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti, in mezzo ai popoli.

46 Tutti i nostri nemici aprono larga la bocca contro di noi.

47 Ci sono toccati il terrore, la fossa, la desolazione e la rovina».

48 I miei occhi si sciolgono in fiumi di lacrime per la rovina della figlia del mio popolo.

49 (G)L’occhio mio piange senza posa, senza alcun riposo,

50 finché dal cielo il Signore non guardi e non veda il nostro stato.

51 L’occhio mio mi tormenta per tutte le figlie della mia città.

52 Quelli che mi sono nemici senza motivo mi hanno dato la caccia come a un uccello.

53 Hanno voluto annientare la mia vita nella fossa, mi hanno gettato pietre addosso.

54 Le acque salivano fin sopra il mio capo; io dicevo: «È finita per me!»

55 Io ho invocato il tuo nome, o Signore, dal fondo della fossa.

56 Tu hai udito la mia voce; non chiudere l’orecchio al mio sospiro, al mio grido!

57 Nel giorno che io ti ho invocato ti sei avvicinato; tu hai detto: «Non temere!»

58 O Signore, tu hai difeso la mia causa, tu hai redento la mia vita.

59 O Signore, tu vedi il torto che mi è fatto, giudica tu la mia causa!

60 Tu vedi tutto il loro rancore, tutte le loro macchinazioni contro di me.

61 Tu odi i loro insulti, Signore, tutte le loro macchinazioni contro di me,

62 il linguaggio dei miei avversari e ciò che meditano contro di me tutto il giorno!

63 Guarda! Quando si siedono, quando si alzano, io sono la loro canzone.

64 Tu li retribuirai, Signore, secondo l’opera delle loro mani.

65 Darai loro indurimento di cuore, la tua maledizione.

66 Li inseguirai nella tua ira e li sterminerai sotto i cieli del Signore.

Lamentazioni sulla sorte del popolo

(H)Come mai si è oscurato l’oro, s’è alterato l’oro più puro? Come mai le pietre del santuario si trovano sparse qua e là agli angoli di tutte le strade?

I nobili figli di Sion, pregiati come oro fino, come mai sono considerati quali vasi di terra, opera di mani di vasaio?

Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro piccoli; la figlia del mio popolo è divenuta crudele, come gli struzzi del deserto.

La lingua del lattante gli si attacca al palato per la sete; i bambini chiedono pane, e non c’è chi gliene dia.

Quelli che si nutrivano di cibi delicati cadono d’inedia per le strade; quelli che erano allevati nella porpora abbracciano il letamaio.

Il castigo dell’iniquità della figlia del mio popolo è più grande di quello del peccato di Sodoma, che fu distrutta in un attimo, senza che mano d’uomo la colpisse.

I suoi prìncipi erano più splendenti della neve, più bianchi del latte; avevano il corpo più vermiglio del corallo, il loro volto era uno zaffiro.

Il loro aspetto ora è più cupo del nero, non si riconoscono più per le vie; la loro pelle è attaccata alle ossa, è secca, è diventata come il legno.

Gli uccisi di spada sono stati più felici di quelli che muoiono di fame; poiché questi deperiscono estenuati, per mancanza di prodotti dei campi.

10 Mani di donne, sebbene pietose, hanno fatto cuocere i propri bambini; sono serviti loro di cibo, nella rovina della figlia del mio popolo.

11 Il Signore ha esaurito il suo furore, ha riversato la sua ira ardente, ha acceso in Sion un fuoco che ne ha divorato le fondamenta.

12 Né i re della terra né alcun abitante del mondo avrebbero mai creduto che l’avversario, il nemico, sarebbe entrato nelle porte di Gerusalemme.

13 Così è avvenuto a causa dei peccati dei suoi profeti, delle iniquità dei suoi sacerdoti, che hanno sparso nel mezzo di lei il sangue dei giusti.

14 Essi vagavano come ciechi per le strade, sporchi di sangue, in modo che non si potevano toccare le loro vesti.

15 «Fatevi in là! Un impuro!» si gridava al loro apparire; «Fatevi in là! Fatevi in là! Non lo toccate!» Quando fuggivano, peregrinavano qua e là, e si diceva fra le nazioni: «Non restino più qui!»

16 La faccia del Signore li ha dispersi, egli non volge più verso di loro il suo sguardo; non si è portato rispetto ai sacerdoti, non si è avuto pietà dei vecchi.

17 A noi si consumavano ancora gli occhi in cerca di un soccorso, aspettato invano; dai nostri posti di vedetta scrutavamo la venuta di una nazione che non poteva salvarci.

18 Si spiavano i nostri passi, impedendoci di camminare per le nostre piazze. «La nostra fine è prossima. I nostri giorni sono compiuti, la nostra fine è giunta!»

19 I nostri persecutori sono stati più leggeri delle aquile nei cieli; ci hanno dato la caccia su per le montagne, ci hanno teso agguati nel deserto.

20 Colui che ci fa respirare[c], l’unto del Signore, è stato preso nelle loro fosse; egli, del quale dicevamo: «Alla sua ombra noi vivremo tra le nazioni».

Footnotes

  1. Lamentazioni 2:3 La potenza, lett. il corno.
  2. Lamentazioni 2:17 La potenza, lett. il corno.
  3. Lamentazioni 4:20 Colui che ci fa respirare, lett. il soffio delle nostre narici, cioè il re.