ΠΡΟΣ ΡΩΜΑΙΟΥΣ 14
1550 Stephanus New Testament
14 τον δε ασθενουντα τη πιστει προσλαμβανεσθε μη εις διακρισεις διαλογισμων
2 ος μεν πιστευει φαγειν παντα ο δε ασθενων λαχανα εσθιει
3 ο εσθιων τον μη εσθιοντα μη εξουθενειτω και ο μη εσθιων τον εσθιοντα μη κρινετω ο θεος γαρ αυτον προσελαβετο
4 συ τις ει ο κρινων αλλοτριον οικετην τω ιδιω κυριω στηκει η πιπτει σταθησεται δε δυνατος γαρ εστιν ο θεος στησαι αυτον
5 ος μεν κρινει ημεραν παρ ημεραν ος δε κρινει πασαν ημεραν εκαστος εν τω ιδιω νοι πληροφορεισθω
6 ο φρονων την ημεραν κυριω φρονει και ο μη φρονων την ημεραν κυριω ου φρονει ο εσθιων κυριω εσθιει ευχαριστει γαρ τω θεω και ο μη εσθιων κυριω ουκ εσθιει και ευχαριστει τω θεω
7 ουδεις γαρ ημων εαυτω ζη και ουδεις εαυτω αποθνησκει
8 εαν τε γαρ ζωμεν τω κυριω ζωμεν εαν τε αποθνησκωμεν τω κυριω αποθνησκομεν εαν τε ουν ζωμεν εαν τε αποθνησκωμεν του κυριου εσμεν
9 εις τουτο γαρ χριστος και απεθανεν και ανεστη και ανεζησεν ινα και νεκρων και ζωντων κυριευση
10 συ δε τι κρινεις τον αδελφον σου η και συ τι εξουθενεις τον αδελφον σου παντες γαρ παραστησομεθα τω βηματι του χριστου
11 γεγραπται γαρ ζω εγω λεγει κυριος οτι εμοι καμψει παν γονυ και πασα γλωσσα εξομολογησεται τω θεω
12 αρα ουν εκαστος ημων περι εαυτου λογον δωσει τω θεω
13 μηκετι ουν αλληλους κρινωμεν αλλα τουτο κρινατε μαλλον το μη τιθεναι προσκομμα τω αδελφω η σκανδαλον
14 οιδα και πεπεισμαι εν κυριω ιησου οτι ουδεν κοινον δι εαυτου ει μη τω λογιζομενω τι κοινον ειναι εκεινω κοινον
15 ει δε δια βρωμα ο αδελφος σου λυπειται ουκετι κατα αγαπην περιπατεις μη τω βρωματι σου εκεινον απολλυε υπερ ου χριστος απεθανεν
16 μη βλασφημεισθω ουν υμων το αγαθον
17 ου γαρ εστιν η βασιλεια του θεου βρωσις και ποσις αλλα δικαιοσυνη και ειρηνη και χαρα εν πνευματι αγιω
18 ο γαρ εν τουτοις δουλευων τω χριστω ευαρεστος τω θεω και δοκιμος τοις ανθρωποις
19 αρα ουν τα της ειρηνης διωκωμεν και τα της οικοδομης της εις αλληλους
20 μη ενεκεν βρωματος καταλυε το εργον του θεου παντα μεν καθαρα αλλα κακον τω ανθρωπω τω δια προσκομματος εσθιοντι
21 καλον το μη φαγειν κρεα μηδε πιειν οινον μηδε εν ω ο αδελφος σου προσκοπτει η σκανδαλιζεται η ασθενει
22 συ πιστιν εχεις κατα σαυτον εχε ενωπιον του θεου μακαριος ο μη κρινων εαυτον εν ω δοκιμαζει
23 ο δε διακρινομενος εαν φαγη κατακεκριται οτι ουκ εκ πιστεως παν δε ο ουκ εκ πιστεως αμαρτια εστιν
Romani 14
La Nuova Diodati
14 Or accogliete chi è debole nella fede, ma non per giudicare le sue opinioni.
2 L'uno crede di poter mangiare d'ogni cosa, mentre l'altro, che è debole, mangia solo legumi.
3 Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio lo ha accettato.
4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Stia egli in piedi o cada, ciò riguarda il suo proprio signore, ma sarà mantenuto saldo, perché Dio è capace di tenerlo in piedi.
5 L'uno stima un giorno piú dell'altro, e l'altro stima tutti i giorni uguali; ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente.
6 Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; chi non ha alcun riguardo al giorno lo fa per il Signore; chi mangia lo fa per il Signore e rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia per il Signore e rende grazie a Dio.
7 Nessuno di noi infatti vive per se stesso, e neppure muore per se stesso,
8 perché, se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore, dunque sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.
9 Poiché a questo fine Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per signoreggiare sui morti e sui vivi.
10 Ora tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo.
11 Sta infatti scritto: «Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua darà gloria a Dio».
12 Cosí dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
13 Perciò non giudichiamo piú gli uni gli altri ma piuttosto giudicate questo: di non porre intoppo o scandalo al fratello.
14 Io so e sono persuaso nel Signore Gesú, che nessuna cosa è immonda in se stessa, ma chi stima qualche cosa immonda, per lui è immonda.
15 Ma se tuo fratello è contristato a motivo di un cibo, tu non cammini piú secondo amore; non far perire col tuo cibo colui per il quale Cristo è morto.
16 Perciò quel che per voi è bene non diventi motivo di biasimo
17 poiché il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.
18 Infatti chi serve Cristo in queste cose è gradito a Dio e approvato dagli uomini.
19 Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca.
20 Non distruggere l'opera di Dio per il cibo; certo, tutte le cose sono pure, ma è sbagliato quando uno mangia qualcosa che è occasione di peccato.
21 E' bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che porti tuo fratello a inciampare o ad essere scandalizzato o essere indebolito.
22 Hai tu fede? Tienila per te stesso davanti a Dio; beato chi non condanna se stesso in ciò che approva.
23 Ma colui che sta in dubbio, se mangia è condannato, perché non mangia con fede; or tutto ciò che non viene da fede è peccato.
Romani 14
Nuova Riveduta 1994
Esortazione alla tolleranza
14 (A)Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli.
2 Uno crede di poter mangiare di tutto, mentre l'altro che è debole, mangia verdure. 3 Colui che mangia di tutto non disprezzi colui che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto non giudichi colui che mangia di tutto, perché Dio lo ha accolto. 4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi.
5 Uno stima un giorno piú di un altro; l'altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente.
6 Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, poiché ringrazia Dio; e chi non mangia di tutto fa cosí per il Signore, e ringrazia Dio. 7 Nessuno di noi infatti vive per sé stesso, e nessuno muore per sé stesso; 8 perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo o che moriamo, siamo del Signore. 9 Poiché a questo fine Cristo è morto ed è tornato in vita: per essere il Signore sia dei morti sia dei viventi. 10 Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio; 11 infatti sta scritto:
«Come è vero che vivo», dice il Signore,
«ogni ginocchio si piegherà davanti a me,
e ogni lingua darà gloria a Dio»[a].
12 Quindi ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio.
13 (B)Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta. 14 Io so e sono persuaso nel Signore Gesú che nulla è impuro in sé stesso; però se uno pensa che una cosa è impura, per lui è impura. 15 Ora, se a motivo di un cibo tuo fratello è turbato, tu non cammini piú secondo amore. Non perdere, con il tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto! 16 Ciò che è bene per voi non sia dunque oggetto di biasimo; 17 perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. 18 Poiché chi serve Cristo in questo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. 19 Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. 20 Non distruggere, per un cibo, l'opera di Dio. Certo, tutte le cose sono pure; ma è male quando uno mangia dando occasione di peccato[b]. 21 È bene non mangiar carne, né bere vino, né far nulla che possa essere occasione di caduta al fratello. 22 Tu, la fede[c] che hai, serbala per te stesso, davanti a Dio. Beato colui che non condanna sé stesso in quello che approva. 23 Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato.
Footnotes
- Romani 14:11 +Is 45:23.
- Romani 14:20 Ma è male… peccato, altri traducono: ma chi mangia senza aver la coscienza libera fa male.
- Romani 14:22 Fede, qui e al v. 23 il greco ha: fede.
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Copyright © 1994 by Geneva Bible Society