Giobbe 10
Conferenza Episcopale Italiana
10 Stanco io sono della mia vita!
Darò libero sfogo al mio lamento,
parlerò nell'amarezza del mio cuore. 
2 Dirò a Dio: Non condannarmi!
Fammi sapere perché mi sei avversario. 
3 E' forse bene per te opprimermi,
disprezzare l'opera delle tue mani
e favorire i progetti dei malvagi? 
4 Hai tu forse occhi di carne
o anche tu vedi come l'uomo? 
5 Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo,
i tuoi anni come i giorni di un mortale, 
6 perché tu debba scrutare la mia colpa
e frugare il mio peccato, 
7 pur sapendo ch'io non sono colpevole
e che nessuno mi può liberare dalla tua mano? 
8 Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto
integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi? 
9 Ricordati che come argilla mi hai plasmato
e in polvere mi farai tornare. 
10 Non m'hai colato forse come latte
e fatto accagliare come cacio? 
11 Di pelle e di carne mi hai rivestito,
d'ossa e di nervi mi hai intessuto. 
12 Vita e benevolenza tu mi hai concesso
e la tua premura ha custodito il mio spirito. 
13 Eppure, questo nascondevi nel cuore,
so che questo avevi nel pensiero! 
14 Tu mi sorvegli, se pecco,
e non mi lasci impunito per la mia colpa. 
15 Se sono colpevole, guai a me!
Se giusto, non oso sollevare la testa,
sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria. 
16 Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la
caccia
e torni a compiere prodigi contro di me, 
17 su di me rinnovi i tuoi attacchi,
contro di me aumenti la tua ira
e truppe sempre fresche mi assalgono. 
18 Perché tu mi hai tratto dal seno materno?
Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto! 
19 Sarei come se non fossi mai esistito;
dal ventre sarei stato portato alla tomba! 
20 E non son poca cosa i giorni della mia vita?
Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco 
21 prima che me ne vada, senza ritornare,
verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte, 
22 terra di caligine e di disordine,
dove la luce è come le tenebre.