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Gesù sfama cinquemila uomini

Dopo aver detto queste cose, Gesù attraversò il mare di Galilea, detto anche lago di Tiberiade. 2-5 Era prossima la Pasqua, festività ebraica. Una immensa folla lo seguiva ovunque per vederlo guarire i malati. Gesù salì sulla montagna e si sedette, attorniato dai discepoli. Ben presto sʼaccorse che moltissime persone stavano salendo da lui.

Rivolgendosi a Filippo, gli chiese: «Filippo, dove possiamo comprare del pane per sfamare tutta questa gente?» (Gesù intendeva soltanto mettere alla prova Filippo, perché sapeva già che cosa avrebbe fatto).

Filippo rispose: «Ci vorrebbe un capitale soltanto per cominciare!»

8-9 Allora Andrea, fratello di Simon Pietro intervenne: «Cʼè qui un ragazzo con cinque pani dʼorzo e due pesci. Ma a che servono con tutta questa gente?»

10 «Dite a tutti di sedersi», ordinò Gesù. E tutta la gente si sedette sullʼerba. (Cʼerano circa cinquemila persone). 11 Allora Gesù prese i pani, ringraziò Dio, poi cominciò a distribuirli alla folla. Lo stesso fece con i pesci. E tutti mangiarono a sazietà!

12 «Ora raccogliete gli avanzi», ordinò Gesù ai discepoli, «che niente vada sprecato!» 13 Così con gli avanzi riempirono dodici cesti.

14 La gente, rendendosi conto del grande miracolo, cominciò ad esclamare: «È proprio lui il profeta che stavamo aspettando!»

15 Ma quando Gesù sʼaccorse che erano pronti a prenderlo con la forza per farlo loro re, si allontanò da solo e salì più in alto, sui monti.

16 Quella sera, i discepoli scesero sulla spiaggia ad aspettarlo. 17 Ma, poiché la notte era già calata e Gesù non si vedeva ancora, salirono sulla barca e si diressero, attraverso il lago, in direzione di Cafarnao. 18-19 Ben presto si levò un gran vento e il lago era molto agitato. Avevano già remato per quattro o cinque chilometri quando, improvvisamente, videro Gesù che camminava sullʼacqua e si dirigeva verso la barca. I discepoli rimasero agghiacciati dal terrore, 20 ma Gesù li rassicurò: «Sono io, non abbiate paura!» 21 Allora lo fecero salire, e subito la barca si trovò a destinazione.

22-23 Il mattino seguente, la gente rimasta sullʼaltra riva del lago, cominciò a riunirsi sulla spiaggia (in attesa di vedere Gesù). Sapevano infatti che Gesù era giunto là insieme con i discepoli, ma poi i discepoli se nʼerano andati via da soli, lasciandolo a terra. Giunsero anche diversi battelli da Tiberiade, vicino al posto dove Gesù aveva moltiplicato il pane con un miracolo. 24 Così, quando tutte quelle persone videro che Gesù non cʼera, e neppure i suoi discepoli, salirono sulle barche e si diressero verso Cafarnao alla sua ricerca. 25 Giunti sullʼaltra sponda, lo trovarono e gli dissero: «Signore, quandʼè che sei venuto qui?» 26 Gesù rispose: «La verità è che voi mi cercate, perché vi ho sfamato, non perché credete in me. 27 Ma non dovete darvi tanto da fare per le cose che si guastano, come il cibo. Datevi da fare invece per cercare la vita eterna, che vi darò io, il Messia. Perché Dio Padre mi ha mandato proprio per questo scopo».

28 Allora gli chiesero: «Che cosa dobbiamo fare per piacere a Dio?»

29 Gesù disse loro: «Una sola cosa vuole Dio da voi: che crediate in colui che ha mandato».

30-31 Dissero ancora: «Se vuoi che crediamo che tu sei il Messia, devi mostrarci altri miracoli. Che cosa puoi fare tu? I nostri antenati, per esempio, hanno mangiato la manna, mentre erano nel deserto! Quello sì che fu un grande miracolo! Infatti le Scritture dicono: “Mosè diede loro il pane mandato dal cielo”».

32 Gesù precisò: «Non fu Mosè a dare il pane venuto dal cielo, ma mio Padre, lo stesso che ora vi offre il vero pane del cielo. 33 Il vero pane è una persona, colui che Dio ha mandato dal cielo per dare la vita al mondo».

34 «Signore», gli dissero allora, «dacci di questo pane!»

35 Gesù replicò: «Io sono il pane della vita. Chi viene a me, non avrà più fame. Chi crede in me, non avrà più sete. 36 Ma, come vi ho detto prima, il guaio vostro è che, pur avendomi conosciuto, non avete creduto! 37 Ma alcuni verranno da me, quelli che il Padre mi ha dato, ed io non li respingerò mai. 38 Infatti, sono venuto qui dal cielo per fare la volontà di Dio che mi ha mandato, non per seguire la mia strada. 39 E questa è la volontà di Dio Padre: che di tutti quelli che egli mi ha dato non ne perda neppure uno, ma che li risusciti nellʼultimo giorno. 40 Questa è la volontà di mio Padre: che chi conosce il Figlio e crede in lui abbia vita eterna. Ed io lo risusciterò nellʼultimo giorno».

41 Allora i Giudei cominciarono a borbottare: ce lʼavevano con Gesù, perché diceva di essere il pane mandato dal cielo. 42 E osservavano: «Ma costui non è quel Gesù, figlio di Giuseppe? Conosciamo bene suo padre e sua madre…»

43 Ma Gesù replicò: «Non brontolate fra voi per ciò che ho detto. 44 Nessuno può venire da me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato. Ed io lo risusciterò nellʼultimo giorno. 45 Proprio come si legge nelle Scritture: “Saranno tutti istruiti da Dio”. Perciò, chi ascolta il Padre e da lui ha imparato la verità, viene a me con fede. 46 Questo però non significa che qualcuno abbia visto il Padre, perché soltanto io, il Figlio che viene da Dio, lʼho visto!

47 Questo vi assicuro: chi crede in me ha già vita eterna! 48-51 Proprio così, io sono il pane della vita. Quando i vostri antenati mangiarono la manna del deserto, morirono lo stesso tutti. Invece questo pane, mandato dal cielo, dà la vita eterna a chi lo mangia. Io sono questo pane vivo, venuto dal cielo. Chi mangia questo pane vivrà per sempre. Questo pane è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita».

52 Allora i Giudei cominciarono a discutere tra loro sul significato di quelle parole. «Come può questʼuomo darci da mangiare il suo corpo?» si chiedevano.

53 Allora Gesù ripeté: «In tutta sincerità vi dico questo: se non mangerete il corpo del Cristo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita eterna. 54 Chi invece mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna; ed io lo risusciterò nellʼultimo giorno. 55 Perché la mia carne è il vero cibo e il mio sangue la vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue resta unito a me, ed io a lui. 57 Io vivo per la potenza del Padre vivente, che mi ha mandato; allo stesso modo chi mangia me, vivrà grazie a me. 58 Io sono il vero pane venuto dal cielo, chi mangia questo pane, vivrà per sempre, non come i vostri antenati che mangiarono la manna, il pane del cielo, e poi morirono». 59 Gesù disse queste cose nella sinagoga di Cafarnao.

60 Perfino i discepoli commentarono: «Come parla difficile questa volta! Chi può mai capire il significato di queste cose?»

61 Gesù, naturalmente, sapeva che i discepoli si lamentavano, perciò disse loro: «Che cʼè di strano in quello che dico? 62 Che direte, allora, quando vedrete me, il Messia, ritornare in cielo? 63 Soltanto lo Spirito Santo dà la vita. Lʼuomo da solo non può far niente. Fate invece attenzione alle mie parole, perché vengono dallo Spirito di Dio e danno la vita. 64 Ma alcuni di voi non mi credono». (Infatti Gesù sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi lʼavrebbe tradito).

65 Poi aggiunse: «Questo intendevo, quando dissi che nessuno può venire da me, se il Padre non glielo permette».

66 A questo punto molti dei discepoli non ne vollero più sapere di lui.

67 Gesù si rivolse ai dodici e chiese: «Ve ne andate anche voi?»

68 Allora Simon Pietro rispose: «Maestro, da chi ce ne andremo? Solo tu cʼinsegni come avere la vita eterna. 69 Noi ti abbiamo creduto e sappiamo che tu sei il Santo Figlio di Dio».

70 Gesù rispose: «Non sono, forse, stato io ad eleggere voi dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!» 71 Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota, uno dei dodici, quello che poi lo avrebbe tradito.

3. LA PASQUA DEL PANE DI VITA (NUOVO RIFIUTO DELLA RIVELAZIONE)

La moltiplicazione dei pani

Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12 E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Gesù raggiunge i discepoli camminando sul mare

16 Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. 18 Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19 Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». 21 Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Discorso nella sinagoga di Cafarnao

22 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23 Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

26 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27 Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28 Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». 29 Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».

30 Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34 Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35 Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

41 Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».

43 Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. 60 Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63 E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».

66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

La confessione di Pietro

67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

μετα ταυτα απηλθεν ο ιησους περαν της θαλασσης της γαλιλαιας της τιβεριαδος

και ηκολουθει αυτω οχλος πολυς οτι εωρων αυτου τα σημεια α εποιει επι των ασθενουντων

ανηλθεν δε εις το ορος ο ιησους και εκει εκαθητο μετα των μαθητων αυτου

ην δε εγγυς το πασχα η εορτη των ιουδαιων

επαρας ουν ο ιησους τους οφθαλμους και θεασαμενος οτι πολυς οχλος ερχεται προς αυτον λεγει προς τον φιλιππον ποθεν αγορασομεν αρτους ινα φαγωσιν ουτοι

τουτο δε ελεγεν πειραζων αυτον αυτος γαρ ηδει τι εμελλεν ποιειν

απεκριθη αυτω φιλιππος διακοσιων δηναριων αρτοι ουκ αρκουσιν αυτοις ινα εκαστος αυτων βραχυ τι λαβη

λεγει αυτω εις εκ των μαθητων αυτου ανδρεας ο αδελφος σιμωνος πετρου

εστιν παιδαριον εν ωδε ο εχει πεντε αρτους κριθινους και δυο οψαρια αλλα ταυτα τι εστιν εις τοσουτους

10 ειπεν δε ο ιησους ποιησατε τους ανθρωπους αναπεσειν ην δε χορτος πολυς εν τω τοπω ανεπεσον ουν οι ανδρες τον αριθμον ωσει πεντακισχιλιοι

11 ελαβεν δε τους αρτους ο ιησους και ευχαριστησας διεδωκεν τοις μαθηταις οι δε μαθηται τοις ανακειμενοις ομοιως και εκ των οψαριων οσον ηθελον

12 ως δε ενεπλησθησαν λεγει τοις μαθηταις αυτου συναγαγετε τα περισσευσαντα κλασματα ινα μη τι αποληται

13 συνηγαγον ουν και εγεμισαν δωδεκα κοφινους κλασματων εκ των πεντε αρτων των κριθινων α επερισσευσεν τοις βεβρωκοσιν

14 οι ουν ανθρωποι ιδοντες ο εποιησεν σημειον ο ιησους ελεγον οτι ουτος εστιν αληθως ο προφητης ο ερχομενος εις τον κοσμον

15 ιησους ουν γνους οτι μελλουσιν ερχεσθαι και αρπαζειν αυτον ινα ποιησωσιν αυτον βασιλεα ανεχωρησεν παλιν εις το ορος αυτος μονος

16 ως δε οψια εγενετο κατεβησαν οι μαθηται αυτου επι την θαλασσαν

17 και εμβαντες εις το πλοιον ηρχοντο περαν της θαλασσης εις καπερναουμ και σκοτια ηδη εγεγονει και ουκ εληλυθει προς αυτους ο ιησους

18 η τε θαλασσα ανεμου μεγαλου πνεοντος διηγειρετο

19 εληλακοτες ουν ως σταδιους εικοσιπεντε η τριακοντα θεωρουσιν τον ιησουν περιπατουντα επι της θαλασσης και εγγυς του πλοιου γινομενον και εφοβηθησαν

20 ο δε λεγει αυτοις εγω ειμι μη φοβεισθε

21 ηθελον ουν λαβειν αυτον εις το πλοιον και ευθεως το πλοιον εγενετο επι της γης εις ην υπηγον

22 τη επαυριον ο οχλος ο εστηκως περαν της θαλασσης ιδων οτι πλοιαριον αλλο ουκ ην εκει ει μη εν εκεινο εις ο ενεβησαν οι μαθηται αυτου και οτι ου συνεισηλθεν τοις μαθηταις αυτου ο ιησους εις το πλοιαριον αλλα μονοι οι μαθηται αυτου απηλθον

23 αλλα δε ηλθεν πλοιαρια εκ τιβεριαδος εγγυς του τοπου οπου εφαγον τον αρτον ευχαριστησαντος του κυριου

24 οτε ουν ειδεν ο οχλος οτι ιησους ουκ εστιν εκει ουδε οι μαθηται αυτου ενεβησαν και αυτοι εις τα πλοια και ηλθον εις καπερναουμ ζητουντες τον ιησουν

25 και ευροντες αυτον περαν της θαλασσης ειπον αυτω ραββι ποτε ωδε γεγονας

26 απεκριθη αυτοις ο ιησους και ειπεν αμην αμην λεγω υμιν ζητειτε με ουχ οτι ειδετε σημεια αλλ οτι εφαγετε εκ των αρτων και εχορτασθητε

27 εργαζεσθε μη την βρωσιν την απολλυμενην αλλα την βρωσιν την μενουσαν εις ζωην αιωνιον ην ο υιος του ανθρωπου υμιν δωσει τουτον γαρ ο πατηρ εσφραγισεν ο θεος

28 ειπον ουν προς αυτον τι ποιουμεν ινα εργαζωμεθα τα εργα του θεου

29 απεκριθη ο ιησους και ειπεν αυτοις τουτο εστιν το εργον του θεου ινα πιστευσητε εις ον απεστειλεν εκεινος

30 ειπον ουν αυτω τι ουν ποιεις συ σημειον ινα ιδωμεν και πιστευσωμεν σοι τι εργαζη

31 οι πατερες ημων το μαννα εφαγον εν τη ερημω καθως εστιν γεγραμμενον αρτον εκ του ουρανου εδωκεν αυτοις φαγειν

32 ειπεν ουν αυτοις ο ιησους αμην αμην λεγω υμιν ου μωσης δεδωκεν υμιν τον αρτον εκ του ουρανου αλλ ο πατηρ μου διδωσιν υμιν τον αρτον εκ του ουρανου τον αληθινον

33 ο γαρ αρτος του θεου εστιν ο καταβαινων εκ του ουρανου και ζωην διδους τω κοσμω

34 ειπον ουν προς αυτον κυριε παντοτε δος ημιν τον αρτον τουτον

35 ειπεν δε αυτοις ο ιησους εγω ειμι ο αρτος της ζωης ο ερχομενος προς με ου μη πειναση και ο πιστευων εις εμε ου μη διψηση πωποτε

36 αλλ ειπον υμιν οτι και εωρακατε με και ου πιστευετε

37 παν ο διδωσιν μοι ο πατηρ προς εμε ηξει και τον ερχομενον προς με ου μη εκβαλω εξω

38 οτι καταβεβηκα εκ του ουρανου ουχ ινα ποιω το θελημα το εμον αλλα το θελημα του πεμψαντος με

39 τουτο δε εστιν το θελημα του πεμψαντος με πατρος ινα παν ο δεδωκεν μοι μη απολεσω εξ αυτου αλλα αναστησω αυτο εν τη εσχατη ημερα

40 τουτο δε εστιν το θελημα του πεμψαντος με ινα πας ο θεωρων τον υιον και πιστευων εις αυτον εχη ζωην αιωνιον και αναστησω αυτον εγω τη εσχατη ημερα

41 εγογγυζον ουν οι ιουδαιοι περι αυτου οτι ειπεν εγω ειμι ο αρτος ο καταβας εκ του ουρανου

42 και ελεγον ουχ ουτος εστιν ιησους ο υιος ιωσηφ ου ημεις οιδαμεν τον πατερα και την μητερα πως ουν λεγει ουτος οτι εκ του ουρανου καταβεβηκα

43 απεκριθη ουν ο ιησους και ειπεν αυτοις μη γογγυζετε μετ αλληλων

44 ουδεις δυναται ελθειν προς με εαν μη ο πατηρ ο πεμψας με ελκυση αυτον και εγω αναστησω αυτον τη εσχατη ημερα

45 εστιν γεγραμμενον εν τοις προφηταις και εσονται παντες διδακτοι του θεου πας ουν ο ακουσας παρα του πατρος και μαθων ερχεται προς με

46 ουχ οτι τον πατερα τις εωρακεν ει μη ο ων παρα του θεου ουτος εωρακεν τον πατερα

47 αμην αμην λεγω υμιν ο πιστευων εις εμε εχει ζωην αιωνιον

48 εγω ειμι ο αρτος της ζωης

49 οι πατερες υμων εφαγον το μαννα εν τη ερημω και απεθανον

50 ουτος εστιν ο αρτος ο εκ του ουρανου καταβαινων ινα τις εξ αυτου φαγη και μη αποθανη

51 εγω ειμι ο αρτος ο ζων ο εκ του ουρανου καταβας εαν τις φαγη εκ τουτου του αρτου ζησεται εις τον αιωνα και ο αρτος δε ον εγω δωσω η σαρξ μου εστιν ην εγω δωσω υπερ της του κοσμου ζωης

52 εμαχοντο ουν προς αλληλους οι ιουδαιοι λεγοντες πως δυναται ουτος ημιν δουναι την σαρκα φαγειν

53 ειπεν ουν αυτοις ο ιησους αμην αμην λεγω υμιν εαν μη φαγητε την σαρκα του υιου του ανθρωπου και πιητε αυτου το αιμα ουκ εχετε ζωην εν εαυτοις

54 ο τρωγων μου την σαρκα και πινων μου το αιμα εχει ζωην αιωνιον και εγω αναστησω αυτον τη εσχατη ημερα

55 η γαρ σαρξ μου αληθως εστιν βρωσις και το αιμα μου αληθως εστιν ποσις

56 ο τρωγων μου την σαρκα και πινων μου το αιμα εν εμοι μενει καγω εν αυτω

57 καθως απεστειλεν με ο ζων πατηρ καγω ζω δια τον πατερα και ο τρωγων με κακεινος ζησεται δι εμε

58 ουτος εστιν ο αρτος ο εκ του ουρανου καταβας ου καθως εφαγον οι πατερες υμων το μαννα και απεθανον ο τρωγων τουτον τον αρτον ζησεται εις τον αιωνα

59 ταυτα ειπεν εν συναγωγη διδασκων εν καπερναουμ

60 πολλοι ουν ακουσαντες εκ των μαθητων αυτου ειπον σκληρος εστιν ουτος ο λογος τις δυναται αυτου ακουειν

61 ειδως δε ο ιησους εν εαυτω οτι γογγυζουσιν περι τουτου οι μαθηται αυτου ειπεν αυτοις τουτο υμας σκανδαλιζει

62 εαν ουν θεωρητε τον υιον του ανθρωπου αναβαινοντα οπου ην το προτερον

63 το πνευμα εστιν το ζωοποιουν η σαρξ ουκ ωφελει ουδεν τα ρηματα α εγω λαλω υμιν πνευμα εστιν και ζωη εστιν

64 αλλ εισιν εξ υμων τινες οι ου πιστευουσιν ηδει γαρ εξ αρχης ο ιησους τινες εισιν οι μη πιστευοντες και τις εστιν ο παραδωσων αυτον

65 και ελεγεν δια τουτο ειρηκα υμιν οτι ουδεις δυναται ελθειν προς με εαν μη η δεδομενον αυτω εκ του πατρος μου

66 εκ τουτου πολλοι απηλθον των μαθητων αυτου εις τα οπισω και ουκετι μετ αυτου περιεπατουν

67 ειπεν ουν ο ιησους τοις δωδεκα μη και υμεις θελετε υπαγειν

68 απεκριθη ουν αυτω σιμων πετρος κυριε προς τινα απελευσομεθα ρηματα ζωης αιωνιου εχεις

69 και ημεις πεπιστευκαμεν και εγνωκαμεν οτι συ ει ο χριστος ο υιος του θεου του ζωντος

70 απεκριθη αυτοις ο ιησους ουκ εγω υμας τους δωδεκα εξελεξαμην και εξ υμων εις διαβολος εστιν

71 ελεγεν δε τον ιουδαν σιμωνος ισκαριωτην ουτος γαρ ημελλεν αυτον παραδιδοναι εις ων εκ των δωδεκα