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II. LE PRIME MISSIONI

L'istituzione dei sette

In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

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Ma, con lʼaumentare del numero dei credenti, cominciarono i primi dissidi. Gli Ellenisti si lamentavano che le loro vedove venivano trascurate e, durante la distribuzione giornaliera, non ricevevano la stessa quantità di cibo che si dava alle vedove ebree. Allora i dodici convocarono tutti i credenti e dissero:

«Noi dovremmo impiegare il nostro tempo a predicare, non ad amministrare la mensa, perciò cari fratelli, scegliete fra voi sette uomini, che siano saggi, pieni di Spirito Santo e ben visti da tutti, e noi affideremo a loro questo incarico. Così noi apostoli potremo impiegare il nostro tempo a pregare, a predicare e ad insegnare».

Lʼassemblea fu dʼaccordo, ed elessero: Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmena e Nicola di Antiochia, un pagano convertito alla fede ebraica, che era poi diventato cristiano.

Tutti e sette furono presentati agli apostoli, i quali, dopo aver pregato per loro, imposero su di loro le mani, per benedirli.

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