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Gesù lancia il suo messaggio

Un giorno, vedendo che la folla si era riunita, Gesù salì sul monte con i suoi discepoli, si sedette e si mise ad insegnare:

«Beati gli umili!» diceva, «perché a loro appartiene il Regno dei Cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno confortati.
Beati gli uomini miti e pacifici, perché a loro appartiene tutta la terra.
Beati quelli che vogliono la giustizia, perché saranno sicuramente soddisfatti.
Beato chi è gentile e misericordioso, perché riceverà misericordia.
Beati quelli che hanno il cuore puro, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati quelli che sono perseguitati, perché sono buoni, perché è loro il Regno dei Cieli.
11 Beati voi, quando sarete oltraggiati e perseguitati e diranno ogni sorta di menzogne sul vostro conto, per causa mia!

12 Siatene felici e soddisfatti, perché un grandissimo premio vi aspetta in cielo. E ricordate: anche gli antichi profeti furono perseguitati.

13 Voi siete il sale della terra, se il sale perde il suo sapore, come può essere reso di nuovo salato? Non serve più ad altro che ad essere gettato e calpestato dalla gente.

14 Voi siete la luce del mondo, una città sul monte che risplende nella notte, affinché tutti la vedano. 15-16 Come non si nasconde una lampada accesa, così non nascondete la vostra luce! Lasciate che risplenda per tutti, affinché tutti vedano le vostre buone opere e possano lodare vostro Padre che è nei cieli.

17 Non fraintendete la ragione per cui sono venuto. Non sono venuto per abolire le leggi di Mosè e gli ammonimenti dei profeti. No, sono venuto per compierli e far sì che tutti si avverino. 18 In tutta sincerità devo dire: finché non siano passati il cielo e la terra non passerà neppure il più piccolo dettaglio della legge di Dio senza che tutto sia compiuto. 19 Perciò, chiunque violerà anche il più piccolo dei comandamenti, e così insegnerà ad altri, sarà minimo nel Regno dei Cieli. Mentre quelli che insegnano le leggi di Dio e le mettono in pratica saranno grandi nel Regno dei Cieli.

20 Ma state attenti: se la vostra bontà non è maggiore di quella dei Farisei o degli altri capi giudei, non potrete affatto entrare nel Regno dei Cieli!

21 Secondo la legge di Mosè, la regola era: “Se uccidi, devi morire”. 22 Ma voglio aggiungere qualcosa a quella regola e dirvi che basterà che vi arrabbiate con un altro, e correrete il rischio di essere giudicati! Basterà che diate dello stupido a un vostro amico, per correre il rischio di essere portati davanti al tribunale di Dio. E se lo maledirete, correrete il rischio di finire nel fuoco dellʼinferno.

23 Perciò, se siete davanti allʼaltare del tempio per fare unʼofferta a Dio e improvvisamente vi ricordate che un amico ha qualcosa contro di voi, 24 lasciate la vostra offerta vicino allʼaltare e andate a scusarvi e a riconciliarvi con lui; poi tornate e fate la vostra offerta a Dio.

25 Mettiti dʼaccordo in fretta col tuo nemico prima che sia troppo tardi, lui ti citi in tribunale e tu finisca in prigione, 26 da dove non uscirai, finché non avrai pagato fino allʼultimo centesimo.

27 Le leggi di Mosè dicono: “Non commetterete adulterio”. 28 Ma io aggiungo: basterà che guardiate una donna con desiderio e avrete già commesso adulterio con lei nel vostro cuore. 29 Così, se il tuo occhio (anche se è il tuo occhio migliore) ti fa peccare, cavalo e buttalo via. Meglio perdere una parte del tuo corpo, anziché finire tutto intero allʼinferno. 30 E se la tua mano (anche se è la destra), ti fa peccare, tagliala e buttala via. Meglio questo, che trovarti per sempre allʼinferno.

31 La legge di Mosè dice: “Se qualcuno vuole dividersi da sua moglie, può divorziare, dandole semplicemente una lettera di ripudio”.

32 Ma io dico che un uomo che divorzia da sua moglie, a meno che non sia per infedeltà, la mette in condizioni di commettere adulterio. Ed anche chi la sposa commette adulterio.

33 La legge di Mosè dice ancora “Non verrai meno ai giuramenti fatti a Dio, ma li manterrai tutti”. 34 Ma io vi dico: non fate giuramenti! Perfino dire “per il cielo!” è un giuramento sacro a Dio, perché il cielo è il trono di Dio. 35 E se dite “per la terra!” è un giuramento sacro, perché la terra è lo sgabello dei suoi piedi. E non giurate “per Gerusalemme!” perché Gerusalemme è la capitale del grande Regno. 36 Non giurate neppure sulla vostra testa, perché non potete cambiarvi un solo capello, bianco o nero che sia. 37 Dite semplicemente “sì”, se è sì, “no”, se è no. Tutto il resto viene dal maligno.

38 La legge di Mosè dice: “Se qualcuno acceca lʼocchio di un altro, deve pagare col proprio occhio. Se con un pugno è stato rotto un dente, il responsabile dovrà subire la stessa sorte”. 39 Ma io aggiungo: non resistete alla violenza! Se vi schiaffeggiano su di una guancia, porgete anche lʼaltra!

40 Se siete convocati in tribunale e vi prendono il vestito date anche il cappotto!

41 Se vogliono costringervi a portare un peso per un chilometro portatelo per due!

42 Date a chi chiede e non voltate le spalle a chi vi domanda un prestito.

43 Cʼè un detto: “Amate i vostri amici e odiate i vostri nemici”. 44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano! 45 Così agirete da veri figli del Padre vostro che è in cielo. Perché è lui che fa levare il sole sia sui buoni che sui cattivi e manda la pioggia sia per i giusti che per glʼingiusti. 46 Che vale amare soltanto quelli che vi amano? Perfino i mascalzoni si comportano così! 47 Se accogliete volentieri soltanto i vostri amici, in che cosa siete diversi da tutti gli altri? Anche gli atei lo fanno. 48 Siate quindi perfetti come è perfetto il Padre vostro che è in cielo.

Parabole del Regno di Dio

13 Più tardi, quello stesso giorno, Gesù uscì di casa e andò a sedersi in riva al lago, 2-3 dove ben presto si riunì unʼimmensa folla. Dopo essere salito sopra una barca cominciò a parlare, mentre la gente ascoltava dalla riva. Insegnava molte cose, servendosi di parabole simili a questa:

«Un contadino andò a seminare nei suoi campi. Mentre seminava, una parte dei semi cadde lungo un sentiero; gli uccelli vennero e la mangiarono. Altri semi, invece, caddero su terreno roccioso dove cʼera poca terra; le pianticelle spuntarono in fretta in quel terreno poco profondo, ma il sole, quando si levò, le bruciò ed esse si seccarono e morirono, perché le loro radici erano troppo piccole. Altri semi caddero fra le spine, che soffocarono le pianticelle. Ma alcuni semi caddero nella buona terra e produssero un raccolto che era trenta, sessanta e perfino cento volte quanto era stato piantato. Se avete orecchi, ascoltate!»

10 Allora i suoi discepoli vennero a chiedergli: «Perché parli, usando queste storie poco chiare?»

11 Allora Gesù spiegò che soltanto a loro, e non ad altri, era permesso di capire ciò che riguardava il Regno dei Cieli.

12-13 «Perché a chi ha, sarà dato ancor di più», spiegò Gesù. «Ed avrà in grande abbondanza! Ma chi non ha, sarà privato anche del poco che possiede. Questa è la ragione per cui parlo in parabole, così quella gente udrà e vedrà senza capire. 14 Con questo si compie per loro la profezia di Isaia “Udrete, ma non capirete; guarderete, ma non vedrete; 15 perché il cuore di questo popolo è, diventato insensibile, sono diventati duri dʼorecchio ed hanno chiuso gli occhi per non vedere. E per non ascoltare, e per non capire col cuore, e per non tornare da me, il Signore, e per non lasciarsi guarire da me”. 16 Ma siano benedetti i vostri occhi, perché vedono; e le vostre orecchie, perché odono. 17 Molti profeti e uomini di Dio hanno desiderato vedere ciò che avete visto voi e udire ciò che avete udito, ma non hanno potuto.

18 Poi Gesù disse: eccovi ora il significato della parabola del seminatore, che vi ho raccontato poco fa. 19 Il duro sentiero, dove caddero alcuni semi, rappresenta il cuore di chi ode lʼannuncio del Regno senza capirlo; Satana viene e porta via i semi dal suo cuore. 20 Il terreno roccioso rappresenta il cuore di chi ascolta la parola di Dio e la riceve con vera gioia, 21 ma con una certa superficialità, e i suoi semi non mettono in lui radici profonde. Dopo un poʼ, quando sopraggiungono i guai o incominciano le persecuzioni a causa della parola di Dio, ecco che il suo entusiasmo si affievolisce e si dà per vinto. 22 Il terreno con le spine rappresenta il cuore di chi ascolta la parola, ma le preoccupazioni del mondo e le illusioni della ricchezza soffocano la parola di Dio, ed egli ogni giorno fa sempre di meno per il Signore. 23 La buona terra infine rappresenta il cuore di chi ascolta il messaggio e lo capisce. Questo dà frutto producendo cento, sessanta, trenta volte quanto è stato seminato».

24 Ecco unʼaltra parabola di cui Gesù si servì:

«Il Regno dei Cieli è come un uomo che seminò della buona semente nel suo campo. 25 Ma una notte, mentre dormiva, venne il suo nemico e seminò delle erbacce fra il grano. 26 Quando il grano incominciò a crescere, crebbero anche le erbacce.

27 Gli uomini del contadino vennero a dirgli: “Signore, tu avevi seminato della semente di prima scelta nel tuo campo. Come mai è pieno dʼerbacce?”

28 “È stato un nemico!” rispose il padrone. “Dobbiamo strapparla via?” gli chiesero allora i contadini. Ma egli rispose:

29 “No, perché potreste sradicare anche il grano. 30 Lasciate che crescano insieme fino alla mietitura; sarà allora che dirò ai mietitori di raccogliere prima le erbacce e di legarle in fasci per bruciarle; e di raccogliere il grano nel granaio”».

31-32 Poi Gesù raccontò unʼaltra parabola:

«Il Regno dei Cieli è come un granello di senape seminato in un campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi, ma, quando è cresciuto, diventa la più grande di tutte le piante: diventa un albero dove gli uccelli trovano riparo».

33 Gesù fece un altro esempio:

«Il Regno dei Cieli è simile al lievito di cui si serve una donna per fare il pane. Ella prende il lievito e lo mescola con una certa quantità di farina, finché la pasta non sia tutta lievitata».

34-35 Gesù continuava a servirsi di queste storie dal significato nascosto, quando parlava alla folla. Infatti, poiché i profeti avevano detto che si sarebbe servito di tante parabole, egli non parlò mai alla gente senza parabole. Così si realizzava questa profezia: «Parlerò loro in parabole; spiegherò cose nascoste fin dallʼinizio del tempo».

36 Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa. Allora i suoi discepoli gli chiesero la spiegazione della storia delle erbacce e del grano.

37 «Dunque», spiegò Gesù, «io sono il contadino che semina la semente di prima scelta. 38 Il campo è il mondo e i semi rappresentano le persone che appartengono al Regno dei Cieli; le erbacce sono quelli che appartengono a Satana. 39 Il nemico che semina le erbacce fra il grano è il diavolo, la mietitura rappresenta la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.

40 Proprio come in questa storia le erbacce sono separate e bruciate, così avverrà alla fine del mondo: 41 io manderò i miei angeli che separeranno dal Regno quelli che sono malvagi e tentatori, 42 e li getteranno in una fornace, dove saranno bruciati. Là piangeranno, digrignando i denti. 43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del loro Padre. Quelli che hanno orecchie, ascoltino!

Altre parabole

44 Il Regno dei Cieli è come un tesoro nascosto in un campo. Un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo poi, preso dallʼentusiasmo, lʼuomo vende tutto ciò che possiede per avere abbastanza denaro da comprare il campo ed anche il tesoro che vi è nascosto, naturalmente!

45 Ancora un altro esempio. Il Regno dei Cieli è come un mercante di perle alla ricerca di perle di prima scelta. 46 Quando scopre una perla di grande valore, un vero affare, vende tutto ciò che possiede per comprarla.

47-48 Oppure, il Regno dei Cieli è simile ad una rete gettata in mare che raccoglie pesci di ogni tipo, buoni e cattivi. Quando la rete è piena, i pescatori la tirano sulla spiaggia, poi si siedono e fanno la cernita: mettono nei cesti i pesci buoni e buttano via gli altri. 49 Così avverrà alla fine del mondo: gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti, 50 e getteranno i malvagi nel fuoco. Là piangeranno, digrignando i denti. 51 Avete capito bene?»

«Sì», risposero i discepoli.

52 Poi Gesù aggiunse: «Per questo ogni esperto in leggi ebraiche, che diventa mio discepolo, possiede due tesori: uno dal Vecchio Patto ed uno dal Nuovo».

Soltanto «Il figlio di un falegname?»

53-54 Quando Gesù ebbe finito di raccontare queste parabole, ritornò nella cittadina dovʼera cresciuto, a Nazaret in Galilea. Là insegnava nella sinagoga e stupiva tutti con la sua saggezza e i suoi miracoli.

55 «Comʼè possibile?» esclamavano i suoi compaesani. «È soltanto il figlio di un falegname! Conosciamo bene Maria, sua madre e i suoi fratelli: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda. 56 Le sue sorelle, poi, vivono tutte qui fra di noi! Come fa, allora, a sapere tutte queste cose?»

57 E non si fidavano di lui.

Allora Gesù disse loro: «Un profeta è onorato ovunque, eccetto nel proprio paese, fra la propria gente!» 58 Perciò, causa la loro incredulità, Gesù compì a Nazaret soltanto pochi miracoli.

Morte di Giovanni Battista

14 Quando il re Erode venne a sapere di Gesù,