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10 Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era venuto a Sichem per farlo re.

Quando Geroboamo, figlio di Nebat, venne a saperlo (egli era ancora in Egitto, dove era fuggito lontano dalla presenza del re Salomone). Geroboamo ritornò dall'Egitto.

Lo mandarono perciò a chiamare. Cosí Geroboamo e tutto Israele vennero a parlare a Roboamo e gli dissero:

«Tuo padre ha reso il nostro giogo pesante; ora tu alleggerisci la dura servitú di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo».

Egli rispose loro: «Tornate da me fra tre giorni». Quindi il popolo se ne andò.

Allora il re Roboamo si consigliò con gli anziani che erano stati al servizio di suo padre Salomone, quando era in vita, e disse: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?».

Essi gli parlarono, dicendo: «Se ti mostri benevolo verso questo popolo e li accontenti, dando loro una risposta favorevole, essi saranno tuoi servi per sempre».

Ma Roboamo rifiutò il consiglio che gli anziani gli avevano dato e si consigliò con i giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio,

e disse loro: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo che mi ha parlato dicendo: "Alleggerisci il giogo impostoci da tuo padre"?».

10 Allora i giovani che erano cresciuti con lui gli parlarono, dicendo: «Cosí risponderai a questo popolo che si è rivolto a te dicendo: "Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo; ora tu alleggeriscilo". Cosí dirai loro: "Il mio dito mignolo è piú grosso dei fianchi di mio padre;

11 perciò, se mio padre vi ha caricati di un giogo pesante, io lo renderò ancora piú pesante; se mio padre vi ha castigati con la frusta, io vi castigherò con flagelli"».

12 Tre giorni dopo, Geroboamo e tutto il popolo vennero da Roboamo come aveva ordinato il re, dicendo: «Tornate da me fra tre giorni».

13 Il re rispose loro duramente cosí il re Roboamo, rifiutando il consiglio degli anziani,

14 parlò loro secondo il consiglio dei giovani, dicendo: «Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò ancora piú pesante; mio padre vi ha castigati con fruste, ma io vi castigherò con flagelli».

15 Cosí il re non diede ascolto al popolo, perché l'andamento delle cose dipendeva da DIO, affinché l'Eterno portasse a compimento la sua parola, che aveva rivolto a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Ahijah di Sciloh.

16 Quando tutto Israele vide che il re non gli dava ascolto, rispose al re, dicendo: «Che parte abbiamo noi con Davide? Non abbiamo alcuna eredità con il figlio di Isai! Ognuno alle sue tende, o Israele! Ora provvedi alla tua casa, o Davide!». Cosí tutto Israele se ne andó alle sue tende.

17 Ma sui figli d'Israele che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo.

18 Il re Roboamo mandò Hadoram, incaricato dei tributi, ma i figli d'Israele lo lapidarono, ed egli morì. Allora il re Roboamo si affrettò a salire su un carro per fuggire a Gerusalemme.

19 Cosí Israele è stato ribelle alla casa di Davide fino al giorno d'oggi.

11 Roboamo, giunto a Gerusalemme, convocò la casa di Giuda e di Beniamino, centottantamila guerrieri scelti, per combattere contro Israele e cosí restituire il regno a Roboamo.

Ma la parola dell'Eterno fu cosí rivolta a Scemaiah, uomo di DIO, dicendo:

«Parla a Roboamo, figlio di Salomone, re di Giuda, e a tutto Israele, in Giuda e in Beniamino, e di' loro:

Cosí parla l'Eterno: "Non salite a combattere contro i vostri fratelli. Ognuno torni a casa sua, perché questa cosa viene da me"». Essi allora ubbidirono alla parola dell'Eterno e tornarono indietro senza andare contro Geroboamo.

Roboamo abitò in Gerusalemme e costruí alcune città per difesa in Giuda.

Costruí Betlemme, Etam, Tekoa,

Beth-Tsur, Soko, Adullam,

Gath, Mareshah, Zif,

Adoraim, Lakish, Azekah,

10 Tsorah, Ajalon e Hebrom che divennero città fortificate in Giuda e in Beniamino.

11 Rafforzò le fortezze e vi pose comandanti e depositi di viveri, di olio e di vino.

12 In ogni città mise scudi e lance e le rese estremamente forti. Cosí egli ebbe dalla sua parte Giuda e Beniamino.

13 Inoltre da tutti i loro territori i sacerdoti e i Leviti di tutto Israele presero posizione con lui.

14 I Leviti infatti abbandonarono loro terreni da pascolo e le loro proprietà e si recarono in Giuda e a Gerusalemme, perché Geroboamo con i suoi figli li aveva rigettati dal servire come sacerdoti dell'Eterno,

15 e si era costituito sacerdoti per gli alti luoghi, per i demoni e per i vitelli che aveva fatto.

16 Dopo i Leviti quelli di tutte le tribú d'Israele che avevano deciso nel loro cuore di cercare l'Eterno, il DIO d'Israele, andarono a Gerusalemme per offrire sacrifici all'Eterno, il DIO dei loro padri.

17 Cosí rafforzarono il regno di Giuda e resero stabile per tre anni Roboamo, figlio di Salomone, perché per tre anni seguirono la via di Davide e di Salomone.

18 Roboamo prese in moglie Mahalath, figlia di Jerimoth, figlio di Davide e di Abihail figlia di Eliab, figlio di Isai.

19 Essa gli partorí i figli Jeush, Scemariah e Zaham.

20 Dopo di lei prese Maakah, figlia di Absalom, la quale gli partorí Abijah, Attai, Ziza e Scelomith.

21 Roboamo amò Maakah, figlia di Absalom, piú di tutte le sue mogli e concubine (egli prese diciotto mogli e sessanta concubine e generò ventotto figli e sessanta figlie).

22 Roboamo costituí Abijah, figlio di Maakah, come capo per essere principe tra i suoi fratelli, perché pensava di farlo re.

23 Egli agí con accortezza e disseminò alcuni dei suoi figli in tutte le contrade di Giuda e di Beniamino, in tutte le città fortificate; diede loro viveri in abbondanza e cercò per loro molte mogli.

12 Or avvenne che quando ebbe consolidato il regno e si fu rafforzato, Roboamo abbandonò la legge dell'Eterno e tutto Israele con lui.

Nell'anno quinto del re Roboamo, Scishak, re d'Egitto, salí contro Gerusalemme (perché essi avevano peccato contro l'Eterno),

con milleduecento carri e sessantamila cavalieri; e con lui dall'Egitto venne un popolo innumerevole: Libici, Sukkei ed Etiopi.

Egli espugnò le città fortificate che appartenevano a Giuda e giunse fino a Gerusalemme.

Allora il profeta Scemaiah si recò da Roboamo e dai capi di Giuda, che si erano radunati a Gerusalemme per paura di Scishak, e disse loro: «Cosí dice l'Eterno: "Voi avete abbandonato me, perciò anch'io ho abbandonato voi nelle mani di Scishak"».

Allora i principi d'Israele e il re si umiliarono e dissero: «L'Eterno è giusto».

Quando l'Eterno vide che si erano umiliati, la parola dell'Eterno fu rivolta a Scemaiah, dicendo: «Poiché essi si sono umiliati, io non li distruggerò, ma concederò loro fra poco liberazione e la mia ira non si riverserà su Gerusalemme per mezzo di Scishak.

Tuttavia saranno asserviti a lui, cosí conosceranno per esperienza cosa significa servire a me e servire ai regni delle nazioni».

Cosí Scishak, re d'Egitto, salí contro Gerusalemme e portò via i tesori della casa dell'Eterno e i tesori del palazzo reale; portò via ogni cosa; prese anche gli scudi d'oro che Salomone aveva fatto.

10 Al loro posto il re Roboamo fece fare scudi di bronzo e ne affidò la custodia ai capitani delle guardie che sorvegliavano la porta della casa del re.

11 Ogni volta che il re entrava nella casa dell'Eterno, le guardie andavano a prenderli e poi li riportavano nella sala delle guardie.

12 Poiché Roboamo si era umiliato, l'ira dell'Eterno si ritirò da lui e non lo distrusse completamente; in Giuda c'erano anche delle cose buone.

13 Cosí il re Roboamo si rafforzò in Gerusalemme e continuò a regnare. Quando iniziò a regnare, Roboamo aveva quarantun'anni, e regnò diciassette anni a Gerusalemme, la città che l'Eterno aveva scelto fra tutte le tribú d'Israele per stabilirvi il suo nome. Sua madre si chiamava Naamah, l'Ammonita.

14 Egli fece il male, perché non applicò il suo cuore a ricercare l'Eterno.

15 Le gesta di Roboamo, dalle prime alle ultime, non sono forse scritte negli annali del profeta Scemaiah e del veggente Iddo, secondo le genealogie? Vi furono guerre in continuazione fra Roboamo e Geroboamo.

16 Poi Roboamo si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. Al suo posto regnò suo figlio Abijah.

'2 Cronache 10-12' not found for the version: La Bibbia della Gioia.

IV. LE PRIME RIFORME DELLA MONARCHIA

1. ROBOAMO E I GRUPPI DEI LEVITI

Lo scisma

10 Roboamo andò a Sichem, perché tutti gli Israeliti erano convenuti in Sichem per proclamarlo re. Quando lo seppe, Geroboamo figlio di Nebàt, che era in Egitto dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall'Egitto. Lo avevano mandato a chiamare e perciò Geroboamo si presentò con tutto Israele e dissero a Roboamo: «Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, ora tu alleggerisci la dura schiavitù di tuo padre e il giogo gravoso, che quegli ci ha imposto, e noi ti serviremo». Rispose loro: «Tornate da me fra tre giorni». Il popolo se ne andò.

Il re Roboamo si consigliò con gli anziani, che erano stati al servizio di Salomone suo padre durante la sua vita e domandò: «Che mi consigliate di rispondere a questo popolo?». Gli dissero: «Se oggi ti mostrerai benevolo verso questo popolo, se l'accontenterai e se dirai loro parole gentili, essi saranno tuoi docili sudditi per sempre». Ma quegli trascurò il consiglio datogli dagli anziani e si consultò con i giovani, che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio. Domandò loro: «Che mi consigliate di rispondere a questo popolo che mi ha chiesto: Alleggerisci il giogo impostoci da tuo padre?». 10 I giovani, che erano cresciuti con lui, gli dissero: «Al popolo che si è rivolto a te dicendo: Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, tu alleggeriscilo! annunzierai:

Il mio mignolo è più grosso dei fianchi di mio
padre.
11 Ora, se mio padre vi ha caricati di un giogo
pesante,
io renderò ancora più grave il vostro giogo.
Mio padre vi ha castigati con fruste,
io vi castigherò con flagelli».

12 Geroboamo e tutto il popolo si presentarono a Roboamo il terzo giorno, come aveva ordinato il re quando affermò: «Tornate da me il terzo giorno». 13 Il re rispose loro duramente. Il re Roboamo, respinto il consiglio degli anziani, 14 disse loro secondo il consiglio dei giovani:

«Mio padre vi ha imposto un giogo pesante,
io lo renderò ancora più grave.
Mio padre vi ha castigati con fruste,
io vi castigherò con flagelli».

15 Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione divina che il Signore attuasse la parola che aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebàt, per mezzo di Achia di Silo. 16 Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, rispose al re:

«Che c'è fra noi e Davide?
Nulla in comune con il figlio di Iesse!
Ognuno alle proprie tende, Israele!
Ora pensa alla tua casa, Davide».

Tutto Israele se ne andò alle sue tende. 17 Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo. 18 Il re Roboamo mandò Adoram, sovrintendente ai lavori forzati, ma gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Il re Roboamo allora salì in fretta sul suo carro e fuggì in Gerusalemme. 19 Così Israele si ribellò alla casa di Davide; tale situazione dura fino ad oggi.

Attività di Roboamo

11 Roboamo, giunto in Gerusalemme, vi convocò le tribù di Giuda e di Beniamino, centottantamila guerrieri scelti, per combattere contro Israele allo scopo di riconquistare il regno a Roboamo. Ma questa parola del Signore fu rivolta a Semaia: «Annunzia a Roboamo figlio di Salomone, re di Giuda, e a tutti gli Israeliti che sono in Giuda e in Beniamino: Dice il Signore: Non andate a combattere contro i vostri fratelli. Ognuno torni a casa, perché questa situazione è stata voluta da me». Ascoltarono le parole del Signore e rinunziarono a marciare contro Geroboamo.

Roboamo abitò in Gerusalemme. Egli trasformò in fortezze alcune città di Giuda. Ricostruì Betlemme, Etam, Tekòa, Bet-Zur, Soco, Adullam, Gat, Maresa, Zif, Adoràim, Lachis, Azeka, 10 Zorea, Aialon ed Ebron; queste fortezze erano in Giuda e in Beniamino. 11 Egli rafforzò queste fortezze, vi prepose comandanti e vi stabilì depositi di cibarie, di olio e di vino. 12 In ogni città depositò scudi e lance, rendendole fortissime.

Rimasero fedeli Giuda e Beniamino.

I sacerdoti si schierano con Roboamo

13 I sacerdoti e i leviti, che erano in tutto Israele, si radunarono da tutto il loro territorio per passare dalla sua parte. 14 Sì, i leviti lasciarono i pascoli, le proprietà e andarono in Giuda e in Gerusalemme, perché Geroboamo e i suoi figli li avevano esclusi dal sacerdozio del Signore. 15 Geroboamo aveva stabilito suoi sacerdoti per le alture, per i demoni e per i vitelli che aveva eretti. 16 Dopo, da tutto Israele quanti avevano determinato in cuor loro di rimanere fedeli al Signore, Dio di Israele, andarono in Gerusalemme per sacrificare al Signore, Dio dei loro padri. 17 Così rafforzarono il regno di Giuda e sostennero Roboamo figlio di Salomone, per tre anni, perché per tre anni egli imitò la condotta di Davide e di Salomone.

La famiglia di Roboamo

18 Roboamo si prese in moglie Macalat figlia di Ierimot, figlio di Davide, e di Abiàil figlia di Eliàb, figlio di Iesse. 19 Essa gli partorì i figli Ieus, Semaria e Zaam. 20 Dopo di lei prese Maaca figlia di Assalonne, che gli partorì Abia, Attài, Ziza e Selomìt. 21 Roboamo amò Maaca figlia di Assalonne più di tutte le altre mogli e concubine; egli prese diciotto mogli e sessanta concubine e generò ventotto figli e sessanta figlie. 22 Roboamo costituì Abia figlio di Maaca capo, ossia principe tra i suoi fratelli, perché pensava di farlo re. 23 Con astuzia egli sparse in tutte le contrade di Giuda e di Beniamino, in tutte le fortezze, alcuni suoi figli. Diede loro viveri in abbondanza e li provvide di mogli.

L'infedeltà di Roboamo

12 Quando il regno fu consolidato ed egli si sentì forte, Roboamo abbandonò la legge del Signore e tutto Israele lo seguì.

Nell'anno quinto del re Roboamo, Sisach re d'Egitto marciò contro Gerusalemme, perché i suoi abitanti si erano ribellati al Signore. Egli aveva milleduecento carri, sessantamila cavalli. Coloro che erano venuti con lui dall'Egitto non si contavano: Libi, Succhei ed Etiopi. Egli prese le fortezze di Giuda e giunse fino a Gerusalemme. Il profeta Semaia si presentò a Roboamo e agli ufficiali di Giuda, che si erano raccolti in Gerusalemme per paura di Sisach, e disse loro: «Dice il Signore: Voi mi avete abbandonato, perciò anch'io vi ho abbandonati nelle mani di Sisach». Allora i capi di Israele e il re si umiliarono e dissero: «Giusto è il Signore!». Poiché si erano umiliati, il Signore parlò a Semaia: «Si sono umiliati e io non li distruggerò. Anzi concederò loro la liberazione fra poco; la mia ira non si rovescerà su Gerusalemme per mezzo di Sisach. Tuttavia essi saranno a lui sottomessi; così conosceranno la differenza fra la sottomissione a me e quella ai regni delle nazioni».

Sisach, re d'Egitto, venne a Gerusalemme e prese i tesori del tempio e i tesori della reggia, li vuotò. Prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone. 10 Il re Roboamo li sostituì con scudi di bronzo, che affidò agli ufficiali delle guardie addette alla reggia. 11 Ogni volta che il re andava nel tempio, le guardie li prendevano, quindi li riportavano nella sala delle guardie. 12 Perché Roboamo si era umiliato, lo sdegno del Signore si ritirò da lui e non lo distrusse del tutto. Anzi in Giuda ci furono avvenimenti felici.

13 Il re Roboamo si consolidò in Gerusalemme e regnò. Quando divenne re, Roboamo aveva quarantun anni; regnò diciassette anni in Gerusalemme, città scelta dal Signore fra tutte le tribù di Israele per porvi il suo nome. Sua madre, ammonita, si chiamava Naama. 14 Egli fece il male, perché non aveva applicato il cuore alla ricerca del Signore.

15 Le gesta di Roboamo, le prime e le ultime, sono descritte negli atti del profeta Semaia e del veggente Iddo, secondo le genealogie. Ci furono guerre continue fra Roboamo e Geroboamo. 16 Roboamo si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Abia.

30 Or Gesú non era ancora giunto nel villaggio, ma si trovava nel luogo dove Marta lo aveva incontrato.

31 Perciò i Giudei che erano in casa con lei per consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, dicendo: «Ella se ne va al sepolcro per piangere la».

32 Appena Maria giunse al luogo in cui si trovava Gesú, e lo vide, si gettò ai suoi piedi, dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto».

33 Gesú allora, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremé nello spirito e si turbò,

34 e disse: «Dove l'avete posto?». Essi gli dissero: «Signore, vieni e vedi».

35 Gesú pianse.

36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come l'amava!».

37 Ma alcuni di loro dissero: «Non poteva costui che aprí gli occhi al cieco, far sí che questi non morisse?».

38 Perciò Gesú, fremendo di nuovo in se stesso, venne al sepolcro; or questo era una grotta davanti alla quale era stata posta una pietra.

39 Gesú disse: «Togliete via la pietra!». Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, poiché è morto da quattro giorni».

40 Gesú le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?».

41 Essi dunque tolsero la pietra dal luogo dove giaceva il morto. Gesú allora alzati in alto gli occhi, disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito.

42 lo sapevo bene che tu mi esaudisci sempre, ma ho detto ciò per la folla che sta attorno, affinché credano che tu mi hai mandato».

43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!».

44 Allora il morto uscí, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesú disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

45 Allora molti dei Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesú aveva fatto, credettero in lui.

46 Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quanto Gesú aveva fatto.

47 Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono a il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo fa molti segni.

48 Se lo lasciamo andare avanti cosí, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo e la nostra nazione».

49 Ma uno di loro, Caiafa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla;

50 e non considerate che conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione».

51 Or egli non disse questo da se stesso; ma, essendo sommo sacerdote in quell'anno, profetizzò che Gesú doveva morire per la nazione,

52 e non solo per la nazione, ma anche per raccogliere in uno i figli di Dio dispersi.

53 Da quel giorno dunque deliberarono di farlo morire.

54 Perciò Gesú non si aggirava piú pubblicamente tra i Giudei, ma si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città detta Efraim, e lí rimase con i suoi discepoli.

55 Or la Pasqua dei Giudei era vicina e molti di quella regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.

56 Cercavano dunque Gesú e, stando nel tempio, dicevano fra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?».

57 Or i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che, se qualcuno sapeva dove egli era, lo segnalasse affinché potessero prenderlo.

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30 Gesù non era ancora entrato nel villaggio, ma era rimasto là, dove Marta lo aveva incontrato. 31 Quando i Giudei, che erano venuti per consolare Maria, la videro allontanarsi di fretta, pensarono che stesse andando a piangere sulla tomba di Lazzaro, così la seguirono.

32 Maria raggiunse Gesù, gli si buttò ai piedi e disse: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello sarebbe ancora vivo!»

33 Quando Gesù vide Maria e i Giudei che piangevano, si sentì profondamente turbato: 34 «Dovʼè sepolto?» domandò.

«Vieni a vedere», risposero. 35 Allora Gesù pianse.

36 «Erano grandi amici», commentava la gente. «Guardate come gli voleva bene!»

37-38 Ma alcuni di loro aggiunsero: «Se ha guarito un cieco, perché non ha fatto in modo che Lazzaro non morisse?!» Gesù si sentì di nuovo turbato. Arrivarono alla tomba, una grotta chiusa da una grossa pietra rotonda.

39 «Spostate la pietra!» ordinò Gesù.

A queste parole Marta, la sorella del morto, obiettò: «Signore, è morto già da quattro giorni, ormai puzza!» 40 Ma Gesù replicò: «Marta, non ti ho detto che se crederai, vedrai la gloria di Dio?»

41 Levarono, quindi, la pietra. Allora Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: «Padre, grazie di avermi ascoltato! 42 Tu mi ascolti sempre, lo so, ma lʼho detto per tutte le persone qui presenti, perché credano che sei stato tu a mandarmi». 43 Poi gridò: «Lazzaro, vieni fuori!»

44 E Lazzaro uscì: tutto fasciato, con la faccia coperta da un sudario. Gesù disse loro: «Toglietegli le bende e lasciatelo andare!»

45 A questo miracolo, molti Giudei che avevano seguito Maria, credettero in lui. 46 Altri, invece, andarono dai Farisei a riferire lʼaccaduto.

Condanna a morte

47 Allora i capi sacerdoti e i Farisei si riunirono a consiglio per discutere la situazione. «Che facciamo?» si chiedevano. «Questʼuomo fa molti miracoli! 48 Se lo lasciamo fare, tutta la popolazione lo seguirà, allora lʼesercito romano verrà a sterminarci e a occupare il nostro paese!»

49 Uno di loro, Caifa, quellʼanno in carica di sommo sacerdote, disse: «Stupidi idioti! 50 Che sia lui solo a morire per tutti! Perché mai dovrebbe finire in rovina tutta la nazione?»

51 La profezia che Gesù doveva morire per tutti venne pronunciata da Caifa in veste di sommo sacerdote. Ciò che disse fu per ispirazione, non frutto di una sua personale riflessione. 52 Così fu predetto che la morte di Gesù non sarebbe stata soltanto a favore dʼIsraele, ma di tutti i figli di Dio sparsi nel mondo. 53 Da quel momento in poi i capi giudei si dettero da fare per ucciderlo.

54 A questo punto Gesù non si fece più vedere in pubblico, e si allontanò da Gerusalemme. Raggiunti i confini del deserto, si recò nel villaggio di Efraim, dove rimase con i discepoli.

55 La Pasqua, giorno sacro ai Giudei, era vicina, e molta gente di campagna arrivava a Gerusalemme con qualche giorno di anticipo, per procedere alla cerimonia di purificazione, prima della festa. 56 Volevano vedere Gesù nel tempio e il quesito del momento era: «Verrà o non verrà per la Pasqua?» 57 Nel frattempo, i capi sacerdoti e i Farisei avevano dato ordine che, se qualcuno avesse visto Gesù, lo segnalasse immediatamente, perché volevano arrestarlo.

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30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 32 Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».

38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

I capi Giudei decidono la morte di Gesù

45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». 49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla 50 e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». 51 Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

54 Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

6. LA FINE DEL MINISTERO PUBBLICO E I PRELIMINARI DELL'ULTIMA PASQUA

L'avvicinarsi della Pasqua

55 Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56 Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». 57 Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.

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